Monster

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Victoria era una ragazza timida. Aveva amici, ma non le piaceva mettersi troppo in mostra. Era quel genere di persona che preferisce stare nel buio piuttosto che far vale se stessa. Al contrario di ciò però, quella volta prese coraggio. Strinse i pugni ai lati dei suoi fianchi. Come osava quel ragazzino comportarsi così? Si sentiva offesa.

-Credo tu abbia convinzioni sbagliate- Sibillò. Luke ridacchio, accarezzando uno zigomo marcato della ragazza.

-Ero venuta qui per controllare che tu stessi bene, ma forse sei già abbastanza a posto- spiegò veemente. Si alzò dalla sediolina su cui stava ed uscì dalla stanza.

-Qual è il tuo nome?- la richiamò Luke. Victoria si girò e gli lanciò un'occhiata ostile.

-Victoria Harrison-

-Puoi chiamarmi Luke. Benvenuta all'inferno Victoria.-

La ragazza rabbrividì e si strinse nella sua felpa. Superò alcuni corridoi prima di scontrarsi con qualcuno. Alzò gli occhi verso l'imponente figura che le fece battere il cuore nella cassa toracica. Un paio di occhi piccoli e cattivi la scrutarono.

-Victoria, il nostro nuovo acquisto. Non hai ancora imparato le regole piccola stupida?- biascicò vicino al suo viso. Deglutì rumorosamente e il suo corpo incominciò a tremare incontrollato.

-Probabilmente oggi hai assistito alla punizione di Hemmings. Non ti frusteremo come abbiamo fatto con quel bastardo, non ancora, ma verrai punita.- Con un gesto veloce la ragazza finì a terra. Una campana iniziò a suonare e il suo corpo venne trascinato verso l'atrio dell'edificio. Dopo alcuni minuti, moltissimi ragazzi in pigiama popolarono la stanza e tutti guardarono con odio la ragazzina al centro.

-Il suo nome è Victoria Harrison- proclamò l'uomo, indicandola sprezzante. -Victoria ha infranto le regole del nostro istituto e per questo verrá punita- Alcune lacrime le bagnarono il viso, in quel momento completamente bianco. Cercò tra il pubblico le poche figure familiari, trovando solo Ashton che guardava tristemente la scena. Le strapparono la maglia di dosso, lasciandola coperta solo dal sottile strato della canotta. Le afferrarono l'avambraccio, su cui incisero a fuoco una parola. Un gemito strozzato lasciò la gola della ragazza che si accasciò a terra con il braccio tenuto in mano. Sentiva il dolore diradiarsi e l'umiliazione crescere. Dove diavolo era capitata? Tremante si guardò il braccio, riconoscendo la parola "mostro" incisa su esso. Dopo poco rimase completamente sola. Pianse su quel sudicio pavimento per tutta la notte e si addormentò lì. Il mattino successivo si ritrovò, senza capire, nel suo letto. Il braccio era bendato e il sole filtrava dalle leggere tende poste sulle finestre. Si guardò intorno scorgendo una figura distesa poco lontano.

-Ti sei svegliata finalmente- sussurrò il biondino, con voce roca. Luke si alzò dal letto, avvicinandosi a lei. Le tolse la fasciatura dal braccio guardando con disappunto la cicatrice.

-Rimarra per sempre- constató. Victoria abbassò il viso, indecisa su come agire. Luke l'aveva trattata decisamente male quella notte eppure era stato l'unico a soccorrerla.

-Grazie- sussurrò. Il ragazzo fece incontrare i loro occhi.

-Dovevo ricambiarti il favore- borbottó. Lasciarono la stanza da letto per raggiungere la mensa. Era un luogo piuttosto grande e pieno di persone, ma al contrario di ciò, non era presente rumore. I ragazzi parlavano tra di loro, ma la paura era costante ed incombeva sui loro corpi minacciosa. Lei e Luke si sedettero ad un tavolo giá occupato da Ashton e Calum. Questi la salutarono con un cenno di capo. Bevve un sorso di latte freddo in silenzio non sapendo come comportarsi.

-Harrison- la richiamò una voce alle sue spalle. Si volto, incontrando un paio di occhi verdi e penetranti.

-La direttrice vuole parlarti- lei annuì e ringraziò. Guardó i tre ragazzi davanti a lei che a quell'affermazione sbarrarono gli occhi.

-Ti accompagno- sussurrò Luke, afferrandole il braccio. Calum e Ashton le augurarono buona fortuna, con gli occhi spalancati dal terrore. Arrivarono davanti alla porta della direttrice. Luke si abbassò all'altezza di Victoria, posandole le mani su entrambe le spalle.

-Cerca di non essere testarda davanti a lei. Può distruggerti con uno schiocco di dita. Non mentirle, lo capisce.- Le consigliò. Annuì impercettibilmente, entrando nella stanza. Questa aveva le pareti di un anonimo grigio ed una scrivania del medesimo colore era presente al centro della stanza, ricoperta da fogli e raccoglitori dai vari colori. Dietro questa sedeva una donna dalla postura eretta. I capelli biondi erano raccolti in una coda di cavallo ordinata e gli occhi completamente neri erano freddi come la neve. Questa la invitò a sedere con un meccanico gesto del braccio. Victoria raggiunse a piccoli passi il centro della stanza, impaurita.

-Benvenuta signorina Harrison- le disse, con voce fredda.

-Questo è, come ben sai, un luogo per persone speciali, persone che hanno dei poteri. Sarei lieta di sapere quale sia il tuo- Victoria si guardó le mani, spaesata.

-Io...io non lo so.- Balbettò.

-Non essere sciocca bambina, ho bisogno di saperlo- il tono di voce della donna diventò più rude.

-Davvero, non lo so- Ribattè con voce piccola.

-Non mentire!- l'urlo acuto la fece sobbalzare dalla sedia.

-Portatela via- sussurrò. Victoria venne presa per le braccia e trascinata lontano. Passò davanti a Luke che la guardò con occhi sbarrati prima di essere stesa su un lettino e fatta addormentare


SONO STRA DI FRETTA. Scusate gli eventuali errori, vi adoro e grazie a tutte voi che leggete, commentate e votate♥

Flying Angel || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora