Hug

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Si guardó lo stomaco, domandandosi che diavolo avesse di sbagliato. Ci passó una mano sopra e non riuscì a cambiare nulla. Sentiva il vuoto, come se all'interno di lei si fosse scatenato un tornado che aveva lasciato solo desolazione. Il più acuto dolore era tramutato fin troppo facilmente in vuoto. Sentiva Lucy muoversi nel suo letto mentre lei fissava imperterrita il soffitto, sentendo le lacrime bagnarle copiosamente le guance. Voleva alzarsi da quel tumulo di coperte solo per potersi trovare davanti a lui, osservarlo per alcuni secondi per placare il senso di vuoto che sentiva all'interno. Avrebbe potuto sopportare anche la più terribile delle punizioni pur di rivederlo. Quell'idea poco sana le attraverso la sua mente ormai malata, ma quel poco di coscienza rimasta riuscì ad accantonarla.
Era stanca di farsi punire. Era stanca di stare lì dentro. Era stanca di essere continuamente chiusa in se stessa. Aveva tanto da dire, ma troppe poche persone disposte ad ascoltarla.
Era stanca di aspettare un qualcosa di indefinito che neppure lei riusciva a localizzare. Tutti i suoi pensieri ritornarono fin troppo velocemente al biondino con le ali. Avrebbe voluto morirci tra quelle braccia. Compresse le braccia contro il suo stomaco e inizió a singhiozzare. Non volendo svegliare Lucy cercó di calmarsi, inutilmente. Il giorno successivo sarebbe stata talmente tanto stanca e distrutta dal non reggersi in piedi, ma non riuscì ad accantonare i brutti pensieri e rimase sveglia fino a che non decise di alzarsi da quel dannato letto. Aveva freddo, ma questo non la colpiva più di tanto. Aprì la porta il più dolcemente possibile e a piedi nudi percorse i pochi corridoi che la separavano da lui. Arrivata davanti alla sua stanza non esitó ad entrare. Non si stupì nel trovare la porta aperta, Luke non era solito chiuderla.

-Chi sei?- domandó subito il ragazzo, allarmato. Victoria sentì le lacrime colmarle gli occhi nel risentire la sua voce. Quel senso di vuoto che la stava facendo lentamente sprofondare, scomparve lentamente.

-Lukey- sussurró, con voce rotta. Il cuore del biondo balzó letteralmente nella cassa toracica. Scostó le coperte dalle sue gambe, invitandola ad avvicinarsi.

-Piccola mia- Victoria gli cadde tra le braccia aperte ed inizió a singhiozzare, sentendosi finalmente completa. Luke le carezzó i lunghi capelli lasciati sciolti, sentendosi confortato da quella vicinanza. -Non piangere- le sussurró, sfiorandole con le labbra la guancia umida. Victoria aveva perso la ragione. Da diffidente che era nei suoi confronti, in quel momento non poteva fare a meno di stargli vicino. Avrebbe potuto anche soffrire per colpa sua, non le importava veramente. Le bastava solo stare tra le sue braccia.

-Stai tremando- constató con voce sottile il biondo, spostando i loro corpi sotto le coperte. Luke inizió a baciarle il volto, cercando in ogni modo di placare il pianto di Victoria.

-Mi manchi Lukey- sussurró la mora, intrecciando la sua piccola mano con quella del ragazzo. Lui sorrise, sorrise prima di baciarle le labbra, trasmettendole tutto ció che sentiva.
Luke stava provando le emozioni più grandi, avendola avvingata al suo corpo. Stavano facendo l'amore a modo loro. Non avevano bisogno di tanto per sentirsi una cosa sola. Stavano vivendo le stesse emozioni, si sentivano vivi e al posto giusto nel momento esatto. Ad entrambi non importó piú di nulla. Volevano con tutti loro stessi che quel momento non finisse mai.
Entrambi erano spaventati da loro stessi. La sola vicinanza aveva alleviato il dolore e il che era decisamente anormale. Non si erano mai sentiti così dipendenti da qualcuno.

-Dormi Vicky- le sussurró all'orecchio, asciugandole le lacrime da sotto gli occhi. La mora annuì, prima di coccolarsi al suo petto. Luke la guardó per alcuni minuti. Era così piccola. Dopo poco si addormentó anche lui, non riuscendo a togliere il sorriso che aleggiava imperterrito sulle sue labbra.

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Luke fu svegliato all'alba, quando il cielo fuori dalla finestra veniva schiarendo. Ashton lo guardava ridacchiando, seduto sul letto di fronte al suo.

-L'hai portata nel tuo letto?!- chiese quasi scioccato il riccio, rivolgendogli un sorriso malizioso. Luke guardó la piccola figura addormentata vicino a lui e dovette controllarsi dal carezzarle il capo. Era dannatamente imbarazzato dalla situazione, anche se conosceva Ashton da molti anni e si era sempre dimostrato un ottimo amico.

-È complicato- borbottó allora, passandosi una mano tra gli spettinati capelli biondi. Sentì Victoria agitarsi vicino a lui, per vederla poi aprire gli occhi scuri.

-Buongiorno Harrison- la salutó Ashton subito, facendo spalancare gli occhi alla mora. Si mise subito seduta osservando la scena imbarazzata. -Devo proprio avere il sonno pesante per non essermi accorto di voi due, questa notte- li derise ancora.

-Ashton, finiscila.- disse Luke a denti stretti.

-È troppo piccola per te, Lukey- ribattè il riccio, sotto gli occhi basiti della ragazza.

-Non sono una bambina, so badare a me stessa.- riuscì a dire lei, sentendo la rabbia montarle ad ogni parola.

-Purtroppo non l'hai mai dimostrato- rimarcó Ashton, forse con troppa cattiveria nella voce. Victoria sentì la rabbia invaderle i sensi e farle perdere la ragione.

-Tu sei un vigliacco invece!- Il riccio ridacchió rivolgendo un'occhiata a Luke, che premuroso aveva afferrato la mano della ragazza.

-È il gioco dove chi insulta di più vince? Sei ancora una bimba- la derise. La mora non riuscì a comprendere lo strano comportamento del riccio. Non si era mai comportato tanto male con lei.

-Anche chi si vanta per cose false si rende un bambino- rimarcó Victoria. I tratti di Ashton si indurirono fin troppo velocemente. Aveva toccato un tasto dolente. Infondo si sentiva molto in colpa per ció che aveva detto a Lucy.

-Non sono affari tuoi, nel caso!-
La ragazza lasció la stanza, senza più una parola, sotto gli occhi basiti di Luke.

-Che cazzo hai nel cervello?- disse a voce alta il biondo, guardandolo arrabbiato.

-Cosa cazzo hai tu in testa, Lucas?! Stai solo prendendo in giro una bambina che sicuramente non puó soddisfarti come vorresti.-

-Non capisci un cazzo- disse arrabbiato in rimando, scomparendo nel bagno della stanza.
Ashton si prese i ricci tra le mani, stanco della situazione che stava vivendo. Era stato un coglione con Lucy e con Victoria. Era riuscito anche a far incazzare il suo migliore amico ed era cosa rara. Scaglió una palla infuocata contro il muro di fronte a lui. Non gli importava più di nulla.
Luke guardó tutti i fogli sulla scrivania andare a fuoco e scosse la testa, ormai rassegnato.
Forse Ashton aveva ragione, dopotutto. Victoria era solo una bambina.

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Questo capitolo fa schifo, ma avendolo scritto con la febbre trovo sia abbastanza normale ahaha. Nel prossimo capitolo succederanno molte cose (credo, spero) e boh, non aggiorno finchè non arriviamo ai maledetti 35 voti per tutti i capitoli. Vi amo (e amo Giada ovviamente)❤️

Flying Angel || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora