Calum era stanchissimo. Sentiva i muscoli delle gambe bruciargli e la testa gli doleva fastidiosamente. Voleva solamente una tazza di tè caldo e il suo letto dal piumone pesante. Non vedeva l'ora di tuffarcisi dentro. Mancavano ancora un paio di corridoi prima di giungere a destinazione. Sfortunatamente si scontró con qualcuno.
-Guarda dove vai.- disse scocciato, non guardando neppure il diretto interessato. La ragazza in questione squittì in risposta, anche lei presa alla sprovvista da quello scontro.
-Scusami.- rispose velocemente, dilantando gli occhi esageratamente chiari. Quella ragazza non aveva colore. Era pallida, quasi fosse morta, e sia i capelli che gli occhi erano troppo chiari per essere naturali. Calum si sentì quasi in colpa per averle urlato dietro e stiracchió faticosamente un sorriso.
-Perdonami tu. Sono veramente stanco.- si giustificó, incontrando per la prima volta lo sguardo della ragazza. Quegli occhi gli ricordavano qualcuno. Era quasi certo di averla già vista.
-Ci distruggono qua dentro.- sussurró lei, con una risatina nervosa. Era sotto pressione. Lui era così bello. Calum annuì velocemente, passandosi meccanicamente una mano tra i capelli.
-Non dovresti dire queste cose.- la intimó quasi severamente il corvino -Almeno non a voce alta.- aggiuse, sorridendole ancora.
-Hai ragione.- ridacchió lei, socchiudendo gli occhi chiari.
-Sono Calum.- decise di presentarsi.
-Cecilia.- disse felice lei. Non ci credeva. Le stava rivolgendo la parola.
-Adesso Cecilia, devo proprio andare. Ci vediamo in giro.- la salutó, dandole la schiena. Lei rimase a guardarlo per alcuni secondi, con un sorriso enorme aperto sulle labbra, anche quelle fin troppo pallide. Era bellissimo.
---
-Piú veloce Victoria, ti avrebbero già infilzato come uno spiedino.- le urló dietro Michael, leggermente esasperato. La mora inizió a ridacchaire per il paragone inopportuno del momento. Si avvicino al ragazzo dai capelli colorati, stanca di continuare l'allenamento.
-Uno spiedino, Mikey?- rise ancora la ragazza, sedendosi vicino a lui.
-Ho fame.- si giustificó, facendo comparire il primo sorriso della giornata. -E tu dovresti tornare a fare esercizio.- le intimó ancora, neppure lui troppo convinto. Lei sbuffó, non potendolo contraddire ulteriolmente. Rientró nelle stanza, accolta dal caldo soffocante e si preparó. La prima freccia fu veloce, ma riuscì a schivarla con semplicità. Le altre arrivarono più decise e più in massa, facendole fare una enorme fatica. Cercó di afferrarne una, tagliandosi malamente il palmo della mano sinistra. Sibilló dal dolore, ma riuscì comunque a portare a termirne l'esercizio, uscendo poi dalla stanza con il respiro pesante.
-Sei stata brava, Harrison.- quella voce le fece gelare il sangue nelle vene. Incontró quegl'occhi verdi che riuscivano a incuoterle solo paura. -Sapevo che saresti stata brava anche con il livello modificato.- stette zitta, nella speranza di riuscire a scappare il più presto possibile. La mano viscida del ragazzo si allungó per accarezzare il viso di Victoria, che inconsciamente si scostó, lasciando la mano di Robert ferma a mezz'aria. Dopo qualche secondo la guancia destra inzió a pulsare dal dolore e si pentì della sua precedente azione.
-Piccola stupida, dovresti finirla di evitarmi.- le afferró malamente un polso, facendola contrarre di dolore.
-Lasciami.- disse in un sussurro appena udibile la mora, sentendo pizzicare gli occhi fin troppo velocemente. Un altro colpo le fece voltare il viso.
-Non provare a dettare le regole. Non sei nessuno. Solo uno stupido, inutile, mostro.- in una mossa secca fu avvicinata al suo corpo e la sua mano stretta fu portata alla cintura del ragazzo. -O forse potresti essere utile a me.- ghignó, facendo impallidire fin troppo velocemente il volto di Victoria.
-Lasciala stare.- la voce chiara di Michael eccheggió per tutta la stanza, facendo voltare i ragazzi presenti. La mora sentì un'ondata di sollievo invaderle i sensi, per poi essere allontata da Robert, che guardava Michael con disgusto e cieca rabbia.
-Credi di poter controllarmi, ragazzo?- ringhió il biondo, guardando Michael.
-Non dovresti molestare una ragazzina, è una cosa disgustosa.- riuscì a ribattere con semplicitá. Robert non riuscì a ribattere. Sotto gli occhi di tutti i presenti gli era difficile controllare quella scomoda situazione. Lasció la stanza, facendo spezzare la tensione che si era creata con la sua presenza. Victoria guardó Michael, con un sorriso riconoscente aperto in viso.
-Non so davvero come ringraziarti.- disse velocemente, gettandosi tra le sue braccia aperte. Era quasi come un fratello per lei, aveva imparato a volergli bene molto velocemente.
-Non devi ringraziarmi, nessuno merita di vivere certe...esperienze.- concluse, accarezzandole i capelli. Quella bolla di tranquillità che si era creata tra di loro fu rotta dopo pochissimo. Ashton arrivó nella stanza, correndo, con la bandata in mano e i ricci chiari disordinati. Guardó Victoria, che riuscì a scorgere nel suo viso enorme preoccupazione.
-Victoria, si tratta di Luke.- disse velocemente, con il respiro corto. La ragazza impallidí di colpo, allontanandosi dal corpo di Michael.
-Che gli è successo? Sta bene?- chiese immediatamente.
-Abbiamo bisogno di te. È fuori controllo.- La ragazza non ci pensó due volte. Si affrettó a seguire il riccio, preoccupata per la salute del biondo. quando arrivó davanti alla fatidica porta, portó la mano tremante alla maniglia. Aprì lentamente, constatando da subito un forte odore di chiuso. Entandovi totalmente riuscì anche a riconoscere l'odore acre del fumo e della birra. Il suo sguardo cadde poi su Luke. Stava seduto sul letto, con le spalle pressate contro la testata. Aveva la camicia sbottonata, cosí da fare intravedere una parte del suo petto chiaro. Teneva in una mano un bicchiere colmo di un liquido dal colore sinistro e faceva ritmicamente battere l'anello che portava al dito contro il vetro. Era un disastro, ma Victoria non riuscì a pensare che fosse comunque una meraviglia.
-Non dovresti certamente vedermi in queste condizioni.- biascicó il biondo. -È decisamente degradante.- continuó, portandosi alle labbra la sigaretta accesa.
-Perchè Luke?- domandó, sentendo le lacrime formarsi. Era cosí debole. Vederlo in quelle condizione la faceva stare più male di quanto avrebbe dovuto.
-Piccola mia, non puoi capire.- Victoria si avvicinó, sedendosi a bordo del letto. Gli tolse il bicchiere di alcol dalle mani e gli spense la sigaretta. Inizió poi ad abbottonargli la camicia, soffermandosi un po' troppo sul contatto della sua mano contro il petto caldo di Luke.
-Non mi toccare Victoria, non in queste condizioni.- la ammonì subito, facendola ritrarre spaesata.
-Sono un disastro piccola mia, un disastro.- senza preavviso, Luke inizió a piangere contro la spalla di Victoria, che interdetta, lo abbracció
••••
SONO TORNATAAA (e non frega a nessuno ops)
Allora, vi chiedo scusa per l'immenso ritardo, ma fra poco meno di 2 settimane iniziano gli esami e io sono super in ansia. Sto studiando veramente molto, quindi non ho molto tempo per dedicarmi a wattpad. Comunque, io vi amo e appena finisce l'inferno degli esami saró super produttiva (Sto anche lavorando ad una nuova ff su Michael eheh😏)
Detto questo vi saluto, vi amo e tutte le cose belle (e pregate che io non cada al ballo di fine anno con il vestito che mi ritrovo!) Tanti baci❤️
STAI LEGGENDO
Flying Angel || Luke Hemmings
FanfictionErano lì, su quel letto dalle lenzuola candide ad amarsi per la loro prima volta. Le loro labbra si toccavano ed avvertivano il pericolo. Lo avvertivano, era chiaro, ma per una volta non se ne curarono.