Era lontano da lei. Dieci? Venti metri? Non le importava. Il colore dei suoi occhi riusciva a distinguerlo anche a quella distanza. Si affrettó a distogliere lo sguardo, passandosi nervosamente una mano nei capelli e girandosi dalla parte opposta.
-Vicky.- si sentì chiamare a voce non troppo alta. -Victoria.- Di nuovo, sentendo più chiaramente il suo tono di voce. Lo guardó nuovamente, desiderando ardentemente di rigettarsi tra le sue braccia. Era bellissimo, era veramente una meraviglia. La raggiunse velocemente, sovrastandola in pochi secondi con la sua altezza esagerata. Si vide cosí piccola e indifesa che per una volta si sentì quasi in soggezione. Ogni persona, più grande o più forte di lei avrebbe potuto farle del male nei modi più semplici. Cosa le assicurava che Luke non avrebbe fatto lo stesso? Avrebbe voluto piangere e urlare a squarciagola contro quel mondo così tanto più grande di lei, ma era troppo piccola anche solo per riuscire a sussurrare.
Le prese la piccola mano tra la sua e avvicinó le sue labbra all'orecchio.-Vieni con me.- le sussurró. Lei non riuscì a ribattere, limitandosi a seguirlo. Salì molte rampe di scale, arrivando con il fiato corto in cima. -Tutto okay?- le chiese dolcemente, fermandosi. Lei annuì, guardando il panorama oltre il corpo del ragazzo. C'erano le stelle ed erano bellissime. C'era la luna che illuminava i loro volti. C'era una leggera brezza, che rinfrescava i loro visi sudati. C'erano loro che di lì a poco si sarebbero guardati, vedendo tutto il mondo nelle pozze dei loro occhi. Ancora con il respiro corto si avvicinarono, facendo incontrare le loro labbra fameliche, ancora e ancora. Victoria era avvingata al corpo di Luke che riusciva a mantenerla con molta semplicità. Il biondo si allontanó lentamente dalle sue labbra, appoggiandosi al collo sensibile e leggermente sudato di lei.
-Sei bellissima.- le bisbiglió, facendole restringere lo stomaco in una morsa dolorosa. Le mordicchió un lembo di pelle, facendola gemere lentamente.
-Luke, ti prego.- lo imploró, per nessuna apparente ragione. Il ragazzo la lasció andare, adagiandola sul pavimento. Si sdraiarono a terra, osservando il cielo stellato. Era pura poesia.
-Stiamo infrangendo almeno una quindicina di regole, non è vero?- constató dopo un poco la ragazza, rompendo il silenzio soffocante.
-Probabilmente, ma non mi interessa- ridacchió Luke, sdraiandosi su un fianco per osservare Victoria. -Non mi interessa finchè sto qui con te- continuó, passandole una mano tra i capelli lunghi.
Si sentì arrossire, e cercó in ogni modo di evitare il contatto visivo.-No, guardami.- la pregó con voce sempre più roca. Sentì scatenarsi un uragano all'interno di lei, nella sua testa, nel suo stomaco, nella sua anima. Si rigettó coraggiosamente sulle sue labbra, essendo poi facilmente spostata sopra il corpo di Luke per semplificare la situazione. Le mani del ragazzo si insinuarono sotto la maglia leggera che indossava la mora e per una volta non lo bloccó. Aveva deciso di fidarsi di lui, avrebbe potuto fare tutto ció che il ragazzo richiedeva finchè lui ne fosse contento. Non tentennarono un attimo e continuarono a baciarsi, a divorarsi l'un l'altro, accompagnando il tutto con i tocchi gentili che riservavano solo a loro. Se solo avesse voluto, Luke avrebbe potuto farla sua in quell'esatto momento. Non avrebbe di certo riscontrato alcuna resistenza. Quell'idea gli passó velocemente in mente per poi svanire altrettanto facilmente. Non poteva veramente farlo. Si allontanó leggermente dalle sue labbra e la osservó mentre teneva gli occhi serrati, facendo di tanto in tanto sfiorare le punte del loro naso.
-Sei bellissima.- le sussurró per la seconda volta quella sera.
Victoria si sentiva lusingata ogni volta che Luke glielo diceva. Mai nessuno aveva fatto apprezzamenti su di lei ed aveva imparato con il tempo a conviverci. Al contempo non riusciva a piacersi, la sua stessa immagine allo specchio le faceva venire voglia di scomparire. Solo Luke era riusciva a farla sentire veramente bella. -Sei la mia piccola. Sii la mia ragazza.-continuó, iniziando ad accarezzarle una guancia con il dorso della mano. -Mia.- Victoria non pensó più a nulla. Era sotto il suo controllo.-Mi piaci tantissimo Luke.- bisbiglió, quando ormai entrambi erano nei loro letti. -Mi piaci veramente tanto.- Lui sorrise, prima di sussurrarle una risposta poco vicino alle sue labbra -Anche tu piccola mia.-
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Michael copresse le braccia contro il suo stomaco, non riuscendo a smettere di ridere. Le lacrime fuoriuscivano perfino dagl'occhi, osservando la figura di Calum malamente a terra.
-Aiutami a tirarmi su!- sbraitó il corvino, osservando quasi arrabbiato l'amico ridere di lui.
-Cosa diavolo hai fatto?- continuó invece l'altro, boccheggiando in cerca d'aria -Come diavolo hai fatto ad incastrarti lì?!-
-Sono caduto rimanendoci incastrato, okay? Adesso aiutami, cazzone.- Michael si decise ad aiutare l'amico, cercando in ogni modo di placare le risate. Era davvero in una scomoda e ridicola posizione. Quando finalmente riuscì a rialzarsi, vide una figura molto lontana osservarlo. La osservó meglio, costatando la chioma chiarissima, tendente al bianco. Appena i loro occhi si incrociarono, questa scomparve via, lasciando basito il corvino.
-Che cosa guardi?- domandó l'altro, guardando nella sua stessa direzione. Calum si schiarì la gola, scuotendo la testa
-Nulla, non importa.- si incamminarono verso la mensa semi deserta, trovando al loro tavolo solamente Lucy, intenta nel scribacchiare qualcosa su un quaderno, accompagnandosi mangiando dei biscotti. Era piuttosto triste e i due amici si preoccuparono subito per la neobionda.
-Ehila- salutó Michael, rivolgendole subito un sorriso cordiale, che lei cercó invano di ricambiare.
-Tutto bene?- domandó Calum, sfiorandole il braccio in un vago gesto di conforto.
-Si, si certamente.- gracchió Lucy, mordicchiando un altro biscotto.
I due ragazzi decisero di far decadere l'argomento, comprendendone la delicatezza.-Cosa fai?- chiese Michael, facendo cadere l'argomento. Osservó il quaderno su cui la ragazza stava lavorando, non capendo cosa ci fosse rappresentato.
-Ordini della direttrice. Mi è stato assegnato il compito di disegnare la mappa dell'edificio. È ormai una settimana che ci lavoro.- rispose velocemente, chiudendo meccanicamente il quaderno davanti ai loro occhi. -Adesso...dovrei davvero andare.- concluse con un tenue sorriso, alzandosi dalla sedia. I due ragazzi la guardarono basiti, non capendo la difficoltá della situazione.
-Se vedete Ashton...ditegli solo che è un enorme coglione- detto questo se ne andó.
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Flying Angel || Luke Hemmings
Fiksi PenggemarErano lì, su quel letto dalle lenzuola candide ad amarsi per la loro prima volta. Le loro labbra si toccavano ed avvertivano il pericolo. Lo avvertivano, era chiaro, ma per una volta non se ne curarono.