Un urlo straziato laceró il silenzio, facendo svegliare improvvisamente Victoria. Sentiva male ovunque. Si guardó intorno, trovando vicino a lei Luke, che sedeva ansimante sul letto. Questo aveva gli occhi spalancati e iniettati di sangue, tanto da mettere timore. I ricordi annebbiarono la mente della ragazza, che si passó tremante una mano tra i capelli sporchi.
-Ti ho svegliata- constató con voce tremante il biondo, aumentando la presa sulla coperta. Victoria fece un cenno del capo, cercando di mettersi seduta. Non ci riuscì, era troppo debole. Tutto ció che stava affrontando era troppo pesante per lei. Fino a qualche settimana prima doveva solamente preoccuparsi del suo rendimento scolasti, mentre in quel momento la consapevolezza di essere sola e in un posto tanto pericoloso era pesante e difficile inverosimilmente.
-Non fare sforzi- la ammonì Luke, alzandosi velocemente dal letto. Preoccupato, si sedette vicino alla ragazza, sfiorandole una mano. -Stai tranquilla- aggiunse, più a se stesso che alla mora. Victoria alzó lo sguardo, incontrando gli occhi del ragazzo. L'azzurro non era quasi più presente nelle sue pupille, rimpiazzato da un rosso acceso. La droga che era stato costretto ad assumere l'aveva fatto impazzire, ogni suo beneficio sarebbe scomparso molto lentamente.
-Sono stato io, non è così?- domandó con voce tremante, accarezzando i tratti fini della ragazza, che rabbrividì istantaneamente. Victoria annuì lentamente, osservando come l'espressione di Luke variava drasticamente. La apparente calma era stata rimpiazzata da cieca rabbia. Il ragazzo afferró un vaso poco vicino, che con forza disumana scaraventó a terra.
-Luke fermati, ti puniranno- urló subito la ragazza, cercando invano di tirarsi in piedi. A quelle parole si bloccó. Avrebbero potuto ripunire Victoria e questo lui non lo avrebbe sopportato. Qualcosa di quella esperienza spaventosa ricordava. Ricordava di aver quasi strappato la camicia indossata dalla mora soffermandosi fin troppo sul reggiseno di un semplice bianco. Ricordava di quanta potenza sentiva per tutto il corpo e di come si sentiva importante con quella frusta in mano. Ricordava la schiena martoriata rivolta verso il suo sguardo e ricordava di aver parlato con lei. A voce alta la insultava mentre telepaticamente la faceva tranquillizzare e si scusava più e più volte. Quella volta cedette sul pavimento freddo, colpendo in un rumore sordo quest'ultimo, provocandosi un lieve dolore ad entrambe le ginocchia.
-Sono un mostro- riuscì a dire, in un sussurro appena udibile. Le mani erano posate sulle guance che quasi graffiavano la pelle candida e pulita. Victoria scosse vigorosamente la testa, arrabbiata.
-Tu non sei un mostro Luke. Loro ti hanno reso così.- disse sicura, torturandosi le mani. Il biondo la guardó e le rivolse un sorriso, tanto bello da farle battere il cuore velocemente nella cassa toracica
-Loro sono devi fottuti bastardi- disse con scioltezza.
-Luke aiutami a scapp...- la fermó in tempo. La sua mano premeva prepotentemente sulla bocca di lei, facendole bloccare ogni parola
-Victoria non dirlo mai. Mai.- disse duro, lanciandole un'occhiata piena di rabbia. La ragazza ci rimase male. Era stata trattata piuttosto male, le aveva impedito di parlare. Lei non sapeva che Luke le aveva salvato la vita, bloccandola. Ogni tentativo nel fuggire avrebbe portato solo a morte certa e Luke questo lo sapeva bene. Michael, Calum e Ashton lo sapevano bene. Victoria ne era all'oscuro invece, in quel momento, per lo meno
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-Come hai fatto a procurartele?- chiese con ammirazione il ragazzo dai capelli colorati, strappando malamente la carta del pacchetto.
-Alcune guardie ne stavano parlando e ho scoperto dove si trovavano- disse con un sorriso compiaciuto Calum, prendendo una sigaretta nuova dal pacchetto appena rubato
-I tuoi sensi sviluppati del cazzo servono a qualcosa, a quanto vedo- ridacchió Michael, assaporando finalmente quella sensazione che tanto bramava. I due ragazzi stavano bene così. Insultandosi a vicenda e fumando sigarette rubate. Avevano una vita, prima di esser rinchiusi in quel posto. Michael era arrivato da poco tempo e alcune volte gli era permesso andarsene per alcuni giorni. Suo zio era uno degli amministratori del luogo ed aveva privilegi importanti. Aveva una ragazza, che vedeva poche volte l'anno, ma che amava da star male.
Calum invece viveva lì da anni. All'etá dei sette anni era stato portato lì e non ne era più uscito. Non aveva nostalgia del passato, non era mai stata una persona felice. Quel pomeriggi accadde che vennero chiamati in sala mensa. Era un fatto raro, che spaventó i nuovi arrivati. Tutti si sedettero intorno ai tavoli, sentendo il nervosismo crescere in ogni angolo della stanza. La direttrice si mise al centro, guadagnandosi l'attenzione e la paura di tutti.-Oggi vi consegneremo ogni lettera che ci è stata mandata da vostri conoscenti o familiari. Dopo i nostri controlli abbiamo deciso di darvi quello che vi meritate. Lentamente mettetevi in fila e ritirate la vostra posta.- disse con un sorriso. Michael rivolse un'occhiata a Calum, che indifferente scosse le spalle. Appena Michael ricevette la sua lettera quasi strappó la busta. Era da parte sua. Rilesse la lettera piú e piú volte, non potendo credere alle parole impresse in quel piccolo e insignificante pezzo di carta. Le lacrime iniziarono a scenedere quasi automaticamente, non ci credeva, non era possibile. Calum si allarmó, guardando indenne l'amico piangere. Non riconobbe peró la tipologia di lacrime. Erano lacrime di pura gioia quelle che luccicavano sulle guance del ragazzo.
-Camelia è di nuovo incinta- disse tra le lacrime. Calum sorrise, accogliendo l'amico in un abbraccio fraterno.
-Ti auguro il meglio Michael-
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25/30 voti a tutti i capitoli o non aggiorno più. Vi adoro e grazie per aver aspettato tanto. Perdonatemi eventuali errori, a presto❤️
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Flying Angel || Luke Hemmings
FanficErano lì, su quel letto dalle lenzuola candide ad amarsi per la loro prima volta. Le loro labbra si toccavano ed avvertivano il pericolo. Lo avvertivano, era chiaro, ma per una volta non se ne curarono.