Vuoto

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Qualche giorno dopo la conferenza stampa di Art Pakoom a casa Suppasit arriva la convocazione in tribunale e Mew era assolutamente pronto a contrastare una volta e per tutte il suo nemico. La sera prima dell'udienza Mew voleva restare da solo, infatti aveva mandato anche un sms a Gulf dicendo di non fargli compagnia e di non preoccuparsi e che appena finito tutto sarebbe corso subito da lui, ma non aveva fatto i conti con la testardaggine del suo piccolo uomo che qualche ora dopo si era presentato fuori casa sua; i due si guardano sull'uscio della porta e Gulf dice "non ti avrei mai lasciato solo in questo momento, immaginavo che mi avresti tenuto fuori ma per tua sfortuna sarò qui prima e dopo la sentenza!!".
È il grande giorno, Mew insieme alla sua famiglia e Gulf si dirige verso il tribunale con qualche minuto di anticipo; sotto consiglio del suo avvocato decide di aspettare l'orario giusto in una piccola saletta. Mew non sta fermo un attimo, l'ansia lo sta divorando: passa qualche minuto e il suo avvocato lo informa che è tutto pronto e che può andare ma prima di farlo Mew viene accerchiato dalla sua famiglia che gli sussurrano parole confortevoli per poi essere abbracciato dal suo uomo, le loro fronti si toccano e Gulf dice "andrà tutto bene...qualsiasi sarà il risultato io non ti lascio, c'è lo lasceremo alle spalle e costruiremo la nostra vita insieme va bene? Ora vai e spaccagli il culo!".
Le ore passano molto lentamente, Gulf non riesce a stare fermo per un attimo, va avanti e indietro per la stanza, quando si siede le gambe non smettono di tremargli; sta a telefono con la mamma per aggiornarla della situazione quando la porta della saletta si apre e un Mew molto provato entra, Gulf saluta la mamma, guarda il suo uomo e resta fermo per un attimo, non sa cosa fare fino a quando Mew sorride e apre le braccia per avere un abbraccio: è il segno che ha vinto, l'incubo è finito e così mosso dall'adrenalina Gulf corre tra le sue braccia e scoppia in un pianto liberatorio. Dopo aver firmato e chiuso le ultime pratiche tutti insieme si dirigono alla villa dove finalmente possono riposare e rilassarsi per bene, e sopratutto poter festeggiare la fine di questo incubo.
Nel frattempo l'altra parte non è soddisfatta del risultato, purtroppo Art Pakomm e i fratelli manager non avevano messo in conto che c'erano prove che smascheravano il loro stupido piano; così, dopo aver liquidato Art, al ritorno a casa uno dei due fratelli verso l'altro disse "la partita non è ancora finita...chiamiamo quel nostro vecchio amico che mi deve ancora un favore e mettiamo un punto di fine a questa storia, definitivamente...ora faccio una piccola telefonata e domani addio Mew Suppasit!".

POV GULF
Finalmente l'incubo era finito, quello stronzo di Art aveva perso; il mondo sembra un posto migliore adesso, tutti siamo molto più tranquilli, ci stiamo preparando per il nostro grande evento e non nascondo che sto avendo un po' di cacarella. Sto scrivendo il discorso che farò al mondo intero dove dichiaro il mio amore per Mew, ho fogli sparsi ovunque perché non sono mai convinto di quello che ho scritto,vorrei dire tutto e niente AHAHAH.
Stasera Mew sarà a cena da me e dormirà insieme a me, ormai è uno di famiglia tanto che mamma cucina solo i suoi piatti preferiti e spesso mi domando se sono ancora suo figlio oppure no; prima di raggiungermi a casa Mew sarà impegnato in due eventi uno che ha già fatto stamattina e uno che inizierà a breve, subito dopo pranzo...purtroppo da stamattina non lo sento, siamo riusciti a scambiarci solo qualche sms e niente più.
Sono steso sul divano a leggere un fumetto molto divertente quando il mio cellulare, che si trova in soggiorno, inizia a squillare; così mi alzo e mi dirigo nella stanza dove mamma e papà stanno guardando una puntata della loro serie televisiva preferita e controllo chi mi sta chiamando, un numero che non conosco...
"È il signor Kanawut?"
"Si sono io, lei chi è?"
"Sono un agente della polizia, volevo dirle che un certo Mew Suppasit ha avuto un incidente ed è stato trasportato in gravi condizioni all'ospedale! Un attimo che gli dico anche l'indirizzo dell'ospedale..." non lo faccio nemmeno finire di parlare che il telefono mi scivola dalle mani e cade per terra, inizio a piangere e cado senza forze a terra "Gulf tesoro che è successo??" dice mia mamma ma non la sento, nella mia testa rimbomba solo la frase "è in gravi condizioni"...
"pronto c'è ancora qualcuno a telefono?"
"si sono la mamma del signor Kanawut, dica tutto a me e nel giro di qualche minuto saremo in ospedale...avete anche avvisato la famiglia della vittima? Perfetto allora staremo tutti insieme in ospedale...grazie mille agente"
Mio padre mi alza con la forza da terra, non riesco a stare in piedi, il mondo mi è caduto addosso, mi sento morire...
"non posso perderlo mamma, ha promesso di stare per sempre insieme a me, perché a lui?" piango senza sosta, mi viene da vomitare, mi gira la testa non riesco a capacitarmi di quello che sta succedendo "tesoro ascolta, adesso andiamo in ospedale e vediamo cosa è successo e sopratutto come sta Mew...tu devi essere forte, non vuole vederti così lo sai, ha bisogno di te e della tua forza così uscirà presto da questo incubo. Non ti lascerà da solo tranquillo, quando quel testone si mette in testa una cosa lo sappiamo che la porta a termine. Quindi fatti forza e andiamo!"
Arriviamo in ospedale dove la famiglia di Mew mi sta aspettando, ci stringiamo in un forte abbraccio e poi mi dirigo verso il vetro della stanza di Mew.
Si trova in coma farmacologico ed è intubato, ha subìto diversi traumi e per questo i medici hanno preferito monitorarlo attraverso questa terapia farmacologica; è stato investito da un pirata della strada che non lo ha visto mentre attraversava la strada per dirigersi alla stazione radio dove aveva un intervista da fare. Non posso entrare nella sua stanza, posso solo stargli vicino da dietro un fottuto vetro per il momento; la mia fronte e le mani sono appoggiate al vetro "giuro che troverò chi ti ha fatto questo e gliela farò pagare...tu resisti e torna da me amore mio che io ho assolutamente bisogno di te", il tutto accompagnato da lacrime che mi rigano il viso.

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