Capitolo 15

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Pov's Niccolò

Io e Alice eravamo appena rientrati nel mio appartamento. La serata, se non all'inizio, dove vi era stato un po' di trambusto, era proseguita tranquillamente.
Alla fine del lavoro, io senza curarmi di nessuno, presi la mano di Alice e mi incamminai versa la macchina, facendo solo un cenno ad Adriano.

N: "Hai fame ?" chiesi ad Alice dato che nessuno dei due aveva cenato
A: "No Nì"
N: "Sei sicura?" dissi con il mio solito tono apprensivo che riservavo solo a lei
A: "Sicurissima" disse abbandonandosi sul mio divano
N: "Scusa ancora per tutto" dissi accomodandomi vicino a lei
A: "Scusa?"
N: "Si, scusa per stasera . Non avrei mai voluto portarti con me"
A: "Non ti devi scusare di niente, sono io che te l'ho chiesto" disse sorridendomi, ed io in quel sorriso ci vidi tutto l'amore che il mio corpo sprigionava per lei

Alice per me era fonte di amore puro, non avevo mai provato per nessuno un amore così forte ... solo per lei.

N: "Adriano ti ha detto altro?" chiesi alla bionda che un po' titubante scosse il capo
N: "Te conosco Alì, nun me mentì"
A: "Niente di cui tu ti debba preoccupare, davvero" disse facendomi rilassare
N: "Mi dirai mai cosa è successo?" chiesi con un po' di timore ma con la voglia di sapere
A: "In che senso?" rispose Alice non capendo bene a cosa mi riferissi
N: "Perché sei venuta qua ? Deve esser successo qualcosa di rilevante per te. Ti conosco abbastanza bene, dopo il nostro confronto di oggi non ti saresti mai presentata qui, sei troppo orgogliosa"

Anche se non vedevo Alice da quattro anni, anche se l'avevo frequentata solo per pochi mesi, la conoscevo davvero bene . In quei mesi Alice si era mostrata a me per quella che era. Una ragazza testarda, orgogliosa, permalosa quasi quanto me, puntigliosa, bella , anzi bellissima, solare, sincera ,schietta, raggiante, e con un sorriso da far invidia al mondo.

A: "Sai Nicco in quattro anni le cose non sono cambiate molto. Mia madre mi usa sempre come un burattino, è sempre fissata con l'apparenza e mai con la sostanza" disse chinando il capo quasi a vergognarsi delle parole che aveva appena pronunciato
N: "Non è colpa tua" dissi avvicinandomi un po' più a lei per alzarle il mento e far scontrare i nostri occhi
N: "Sei di una purezza disarmante, e se i tuoi genitori ancora non lo capiscono non puoi fartene una colpa pariolì"
A: "Io invece penso di non essere adatta a questo mondo, al mondo di mio padre e di mia madre"
N: "È un bene Alì, tu non sei come loro, tu non sei come me. Tu sei speciale"

I suoi occhi blu iniziarono a brillare ed inumidirsi, e a quella visione avrei voluto prendermi io carico di tutti i suoi problemi e di tutte le sue lacrime solo per farla sorridere.

A: "La gente mi usa"
N: "Io non ti userei mai" confessai con il cuore in mano
A: "Tu non sei la gente Niccolò per me" disse provocandomi un brivido lungo la schiena, un brivido che non sentivo da anni
N: "E cosa sono per te?"

Una lacrima solitaria abbandonò gli occhi di Alice per scendere sulla sua guancia. Con un po' di timore ma tanta voglia di avvicinarmi, baciai quella lacrima, baciai quella guancia, baciai quella pelle che da quattro anni sognavo la notte.

N: "Vorrei prendermi carico io di tutto ciò che ti fa stare male, vorrei avere sulle mie spalle i tuoi problemi" dissi ancora una volta lasciandomi andare
N: "Io non ti ho mai dimenticato Alì, e mai lo farò. Tu sei l'unica che mi fa battere il cuore. Ma sei anche l'unica persona che non vorrò mai e poi mai mettere in pericolo. Anche dopo quattro anni non è cambiato nulla...sono sempre il solito teppista di San Basilio, sempre però innamorato di te"

Le avevo aperto per la seconda volta in ventiquattro ore il mio cuore.
Ero il primo ad essere, come sempre, contrastante in quello che dicevo.
Dicevo ad Alice di amarla ma allo stesso tempo non volevo coinvolgerla nella mia vita.

A: "A Milano ho passato quattro anni bellissimi. Ho finalmente incontrato una vera amica, e so che a te Carola non piace" disse facendomi ridere, perché in realtà era vero
A: "Ma ti posso assicurare che lei oltre te è l'unica persona al mondo che mi capisce. Tu e lei siete i fari che illuminano il mio cammino" disse con le gote rosse
N: "Anche dopo quattro anni senza vederci sono il tuo faro?" chiesi con in volto uno di quei miei sorrisi che piacevano tanto ad Alice
A: "Si" rispose senza esitare
A: "Forse ti amo più della mia stessa vita Niccolò, sarai sempre il faro del mio cammino e del mio cuore. È un posto che nessuno può toglierti"

E come sempre, ci eravamo confessati amore sul divano di casa mia.
Chissà se questa volta sarebbe stato diverso..

A: "Puoi farti aiutare Niccolò? Puoi farti salvare, da me?" mi chiese sussurrando , per paura forse che io la respingessi o che mi offendessi.. lei non poteva sapere che io questo momento lo aspettavo da quattro anni. Da quattro anni io aspettavo di essere slavato da lei.

N: "Tu con me puoi fa quello che vuoi principessì" dissi facendola ridere, smorzando un po' l'imbarazzo che aveva
N: "Però me devi parlà pure tu, perché so che oltre al litigio con tua madre è successo altro" dissi facendola paralizzare sul posto
N: "Fidati di me"

Mi avvicinai e le lasciai un bacio sulla fronte, per farle capire che io ero lì.

N: "Se tu salvi me, io voglio salvà te"

Vorrei soltanto amarti - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora