Capitolo 16

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Pov's Alice

Avevo appena finito di raccontare a Niccolò ciò che era successo alla cena. Gli avevo detto tutto per filo e per segno, ormai non aveva più senso nascondersi.
Gli avevo raccontato della conversazione con mia madre nel pomeriggio e delle cena che susseguì la sera. Gli avevo detto che Luca come sempre aveva avuto degli atteggiamenti e dei comportamenti nei miei confronti sbagliati.

N: "Per questo poi hai deciso di venire da me ?" mi chiese il moro appena conclusi il mio discorso
A: "Si. Potevo tollerare delle battutine, ma nel momento in cui mi ha sfiorato non ci ho visto più e sono uscita di casa."
N: "Mi dispiace che dopo anni quel coglione non abbia ancora imparato a comportarsi" disse accendendosi una sigaretta, mostrando però molta maturità ...
A: "Sei cambiato Nì" gli dissi dando voce ai miei pensieri
N: "In che senso?"
A: "Sei maturato. Anni fa ad un racconto del genere avresti fatto il pazzo"
N: "E chi te lo dice che non lo faccia anche adesso?" disse ridendo
N: "Solo perché sto cercando di essere tranquillo con te non vuol dire che io dentro non stia morendo" continuò seriamente la sua frase
A: "Lo sai che Luca non mi fa nè caldo nè freddo"
N: "Non ho detto questo. Ho solo detto che la lezione che gli ho dato probabilmente non gli è bastata"

In quel momento non capii la frase pronunciata dal moro che era  seduto al mio fianco.
Di che lezione parlava ?

A: "Che lezione?" dissi accigliando il mio sguardo
N: "Quella che gli ho dato" mi rispose, come se io sapessi di cosa stesse parlando
A: "Cosa hai fatto Nì?"

Pov's Niccolò

Stavo morendo dentro. Il mio corpo avrebbe voluto, come l'anno scorso, vedere Luca tumefatto.
Ancora una volta quel ragazzo aveva infastidito Alice, ed io ancora una volta non l'avevo salvata.
Dinnanzi a lei cercavo di essere tranquillo e composto, ma dentro la mia testa vi era una guerra in atto.

N: "Appena uscito dal carcere so andato a fargli na visita" dissi spegnendo la sigaretta per poi voltarmi verso Alice

La bionda al mio fianco aveva uno sguardo misto tra il terrorizzato e lo scioccato.

N: "Stai tranquilla, non ci so andato giù pesante"
A: "Perché ?" mi chiese sussurrando
A: "Perché lo hai fatto?"
N: "Perché me aveva mandato in carcere, perché aveva fatto soffrire mia madre e la mia famiglia. Perché per tre anni aveva fatto dannare i miei amici, perché mi aveva allontanato da te" confessai senza nessun filtro

Ormai nascondere anche la minima cosa ad Alice non aveva più senso.
Avevo paura che lei potesse scappare di nuovo da me? Si, tanta... ma continuare così non ci avrebbe portato da nessuna parte.

N: "Perché troppe volte ti ha toccato senza il tuo consenso, ed io troppe volte ho lasciato correre. Troppe volte sono stato nell'angolo e non ti ho protetto.. ed io ti avevo promesso solo una cosa, quella di proteggerti."
A: "Niccolò.." disse lei avvicinandosi ancor di più a me ,facendo toccare le nostre gambe
A: "Te l'ho sempre detto che con la violenza non si risolve nulla, e poi non ti colpevolizzare. Tu mi hai sempre protetto, lo hai fatto in passato e lo stai facendo adesso"
N: "Bhe se quel tipo ti ronza ancora intorno non ho fatto un buon lavoro"
A: "Ma che dici" disse ridendo forse per smorzare un po' la situazione
A: "È la prima volta che lo vedo dopo quattro anni, e sarà anche l'ultima"
N: "Lo spero" dissi lasciando andare la testa sullo schienale del divano
N: "So che odi la violenza e tutte ste cose qua, ma io avevo bisogno di farlo. Dovevo sfogare il mio dolore con qualcuno, dovevo prendermela con qualcuno. Uscito di prigione Luca mi sembrava la persona più adatta, anche se poi negli anni ho capito che l'unica persona con cui dovevo prendermela ero io stesso"
A: "Non hai colpe Niccolò" disse Alice iniziando ad accarezzarmi i capelli

Le sue mani nei miei capelli mi fecero riaffiorare troppi ricordi.
Mi voltai verso di lei cercando ancor di più di avvicinarmi.
L'unico posto in cui mi sentivo davvero a casa era lo stesso in cui si trovava Alice.

N: "Si che ho colpe pariolì, ne ho tante." dissi appoggiando la mia fronte sulla sua
A: "Del tipo?" mi chiese Alice con la voce tremante...era imbarazzata dal nostro contatto
N: "La mia colpa più grande è non essere cambiato per te"
A: "Puoi ancora rimediare"
N: "E come ?"
A: "Scegli me Nì. Scegli di amare me. Scegli il tuo bene e quello dei tuoi amici." disse lasciandomi di stucco..avevo sempre amato la sua sincerità

N: "Non me lo perdonerebbero mai Alì" dissi, ed era vero
A: "Tu provaci" disse avvicinandosi sempre di più alle mie labbra
A: "Come dicesti? Se mi baci ti bruci?"

"Se te bacio ora, rimarrai scottata"

Ricordavo quella frase alla perfezione, il nostro primo bacio da ubriachi a Trastevere.

N: "Te vuoì scottá di nuovo?" dissi stando al suo gioco
A: "Si"

E dopo quel si, l'unica cosa che riuscii a fare fu impossessarmi di quelle labbra che non assaporavo da quattro anni.
Quelle labbra che sapevano darmi vita come niente al mondo.
Le nostre lingue che si intrecciavano completarono uno scenario perfetto già di suo, uno scenario in cui io e Alice ci eravamo ritrovati, uno scenario in cui quel bacio affermò che il nostro amore non era mai morto, anzi forse era più vivo che mai.


Ciao a tutti, siete felici di come sta proseguendo la storia ?

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