Sapevo che gli incubi travestiti da sogni potessero esistere ma speravo che non ne avrei più vissuti e invece mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso.
Fisso il soffitto mente un'altra sera come le altre sta passando, dopo una bellissima cena Ale se n'era andato e io mi ritrovavo di nuovo sola in camera, non che la cosa mi infastidisse, in fondo sapevo che non sarebbe stata una vacanza nel vero senso del termine ma eravamo qui da cinque giorni ed erano quattro sere che Ale doveva lavorare.
Odio stare sola, soprattutto in posti che non conosco; erano già cinque mesi che non tornavo a casa e quasi una settimana che non rivedevo la mia famiglia; mi mancavano così tanto.
Se fossi rimasta a pensarci ancora sarei scoppiata a piangere, per certe cose sono ancora una ragazzina, così per distrarmi accesi l'ipod attaccandolo all'impianto e in meno di un minuto le note di "Madre Tierra" invasero tutte le stanze .
Un sorriso si dipinse sul mio viso; adoravo quella canzone mi metteva davvero di buon umore, cominciai a ballare e cantare e per finire in bellezza mi concessi un lungo e rilassante bagno.
Finì per addormentarmi nella vasca e quando uscì era quasi mezzanotte ma di Ale nemmeno l'ombra, corsi a prendere il telefono mentre la preoccupazione pian piano si faceva spazio dentro di me:
" E se fosse successo qualcosa?! Non è da lui non avvisare."
Appena lo trovai, notai che non c'era nessuna chiamata di Ale, neanche un messaggio, nulla.
Prima di perdere completamente la calma decisi di chiamarlo; uno, due, tre, quatto, cinque squilli, niente non mi risponde.
Gli scrivo un messaggio veloce e comincio a camminare avanti e indietro per la stanza ma più il tempo passava, più la mia agitazione cresceva.
All'una persi completamente il controllo; in preda all'angoscia mi vestì in fretta e furia mi feci una coda alta e mi precipitai verso la porta.
Nello stesso momento in cui l'aprì mi ritrovai davanti un ragazzo che ignorando completamente la mia espressione agitata mi chiese pacatamente:
"Buonasera, lei è la signorina Rose?"
"Si ma non ho tempo al momento..." Dissi sbrigativa ma il ragazzone si parò davanti a me:
"Mi hanno detto di consegnarle assolutamente questa busta è importante, gliela manda un'amica."
A quelle parole rimasi ferma immobile, "Un'amica?" Non so perché ma avevo davvero un cattivo presentimento; in ogni caso decisi di correre verso l'ascensore e aprirla una volta li, non mi importava molto di quella busta dovevo trovare Ale.
Una volta salita mi appoggiai alle pareti dell'ascensore e senza esitazione strappai la busta in preda all'agitazione, qualcosa cadde, ma la mia attenzione fu attirata da un biglietto:
Io ti avevo avvertita ragazzina ...
Un'amica xx
Istintivamente raccolsi il restante contenuto della busta, non riuscendo a capire che senso avessero quelle parole e soprattutto per quale stranissimo motivo mi fossero tanto famigliari.
Tutti i miei ragionamenti durarono fin che non vidi il contenuto della busta e mi si mozzò il respiro mentre osservavo scioccata quelle immagini.
Avrei riconosciuto ovunque quelle mani, quei capelli, quelle gambe e quel completo che era lo stesso che aveva indossato la sera che eravamo arrivati qui, nelle altre due foto indossava abiti più sportivi ma quei vestiti erano suoi, ne ero certa ma non volevo crederci.
STAI LEGGENDO
Beyond Us
RomanceC'era una volta una bambina felice, un'amicizia speciale, un legame indissolubile. Si c'era, perché questa è la mia vita non una fiaba... Tutto sta per cambiare, il passato sta per tornare e io ho paura: paura di affogare di nuovo in quell'incubo...