Capitolo 2 "Lacrime d'amore"

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Elizabeth
La porta della biblioteca si aprì ed io essendo nel reparto Fantascienza non potei vedere chi fosse entrato.
Di sicuro non era qualche ragazza o ragazzo, il loro interesse per la lettura e per i libri era a dir poco inesistente.
Così mi limitai a fare silenzio e sfogliare il libro che avevo tra le mani.
Sistemai gli altri due libri che avevo preso e mi girai per tornare sulla poltrona accanto alla finestra, la stessa su cui Finnick, quando ero piccola, mi leggeva le favole prima di tornare a casa.
Ma appena svoltai l'angolo qualcosa, o meglio qualcuno, me lo impedì.

"Buh!!" mi urlò una voce
"Porca Miseria!" sobbalzai subito dopo lanciando per aria il libro che avrei voluto leggere in santa pace.
"Finnick, ma cosa ti salta in mente" dissi cercando di mostrarmi arrabbiata portando le mani sui fianchi, ma pochi secondi dopo la sua forte risata riuscì a contagiare anche me
"La tua faccia!!" continuò a ridere, sbattendo una mano sul legno della libreria mentre con l'altra si teneva la pancia
"Finalmente sono riuscito a farti spaventare Beth" disse asciugandosi le lacrime
"Già, ti faccio i miei complimenti, questa volta mi sono spaventata davvero" dissi raccogliendo il libro che avevo fatto volare via.
"Quindi 1 a 54 per me?" chiese seguendomi verso la poltrona e muovendo i fianchi a ritmo di una melodia che non c'era.
"Esatto, ma non credere di potermi raggiungere, ne hai di strada da fare" dissi ridacchiando
"Mai dire mai signorina, tutto è possibile" continuò sistemando dei libri nel reparto di Letteratura.
"Allora come mai qui a quest'ora? Non dovresti essere in mensa?" chiese
"Lo sai che odio il chiasso in mensa di prima mattina, e poi non ho molta fame." Passai le dita sul libro posato sulle mie gambe e osservai i dettagli della copertina.
"Mh, non hai fame oppure non c'è nulla che ti faccia venire il languorino?".
Sbuffai
"Non dico che non sappiano cucinare ma potrebbero cambiare ogni tanto, sono stufa di quei pancake con marmellata di fragole." e lui sorrise.
"Ma come, le fragole non sono il tuo frutto preferito?"
Feci spallucce.
"Comunque...ho sentito che la Roy ha qualcosa da comunicare oggi. Secondo te di cosa si tratta?" mi chiese dopo poco
"Sarà una delle solite lamentele o forse qualcuno sarà stato adottato."
"E non ne sei felice?"
"Certo...certo che lo sono" sussurrai
"Non sai niente oltre questo? La Roy non ti ha detto nulla?" cercai di cambiare discorso, non mi piaceva parlare di felicità quando si tirava fuori l'argomento Adozioni e Famiglie.
Non mi piaceva proprio.
"Ragazza mia tu sai che qui valgo meno di questi libri, è già un miracolo che io sia ancora qui" ridacchiò
"Oh ma andiamo, non ti licenzieranno finché non ti dimetterai, sei qui da anni. Questo posto è come una seconda casa per te"
"Già, ma credo che darò le dimissioni quando tu avrai compiuto i diciotto anni, non riuscirei a stare qui senza darti fastidio, biscottino" disse pizzicandomi il naso ed io mi bloccai di colpo.
Non avevo ancora parlato con lui della fuga che stavo pianificando; ancora non sapeva che i miei diciotto anni li avrei compiuti fuori dall'orfanotrofio.
In quel momento mi sentii tremendamente egoista.
Volevo andarmene abbandonando l'unica persona che era riuscita a farmi ridere e sorridere davvero in tutti quegli anni. La persona che mi aveva trattata come una figlia e che mi aveva vista crollare sulle mie preoccupazioni e insicurezze, e neanche lo sapeva.
Volevo abbandonare colui che mi aveva cresciuta ed educata in un luogo in cui tutti, da sempre, erano stati per me estranei.

Mi alzai velocemente e mi gettai fra le sue braccia
"Hey tesoro, capisco che sono bellissimo anche da vecchio ma-" si fermò quando sentì il mio corpo tremare a causa dei singhiozzi e strinse la presa dietro la mia schiena.
Lacrime d'amore continuavano a scivolare sulle mie guance senza sosta, lasciando una scia d'affetto e sentimenti verso colui che da sempre, anche se non biologicamente, era stato per me un padre.

"Beth che succede? Perché piangi?" disse assumendo un'aria seria
"Ti voglio bene" sussurrai
"Anche io biscottino, tanto"
Mi sciolsi dall'abbraccio e lo guardai con gli occhi che versavano lacrime. Finnick lentamente le asciugava ogni qual volta esse cadessero, facendone scomparire traccia sia dal mio viso, sia da quegli occhi grandi ma allo stesso tempo un pò bambini.
"Non rimarrò fino ai miei diciotto anni" dissi dopo qualche secondo
"Cosa? Ti hanno adottata?" mossi la testa in segno di negazione
"Voglio solo andarmene da qui. Sono stanca di guardare il mondo da una finestra, se aspettassi fino a diventare adulta mi perderei troppe cose e so che mancano soltanto due anni ma io davvero non riesco più a stare qui dentro. Mi sento soffocare, mi sento...in trappola.
Voglio scappare Finnick".


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