Capitolo 9 "Non dimenticarti di me"

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Elizabeth's Pov

L'ultima cosa che ricordai fu il largo sbadiglio che prese posto sulla bocca di Chris.
Ricordai l'infinita polvere presente sul pavimento che si alzava ad ogni spazzata, poi una leggera stanchezza che aumentò con il passare dei minuti e che finì per farci addormentare su un vecchio divano con numerose molle fuori dalla copertura. Chiusi gli occhi esausta nonostante sapessi che il lavoro da fare era ancora tanto, ma mi lasciai andare del tutto quando, anche se ad occhi chiusi, vidi una luce bianca offuscarmi la mente. Quella luce che piano piano andò ad affievolirsi mostrò un elegante giardino, calmo e...paradisiaco.
Il silenzio veniva spezzato dal rumore dell'acqua che cadeva nella spaziosa fontana grigia in pietra posta ad un lato del giardino e dal ronzìo delle api agganciate nervosamente alle margherite che crescevano sull'erba. Numerosi alberi circondavano il luogo proteggendolo da qualche minaccia che avrebbe potuto invadere quel piccolo paradiso, ad esempio un essere demoniaco.

C'erano delle donne vestite interamente di giallo, chiacchieravano e camminavano per il giardino. Sul prato, invece, i bambini correvano ridendo e le loro voci divertite arrivavano rimbombanti alle mie orecchie. Poi c'erano gli uomini, alcuni di loro vestiti elegantemente e di bianco, che sedevano sulle panchine intorno al giardino e parlottavano tra di loro in una lingua che mai, neanche in un sogno avrei potuto capire, data la mia scarsa conoscenza delle lingue straniere.
Sembravano non essersi accorti della mia presenza.
Ero lì, in mezzo a tutti loro ferma a fissarli cercando di capire dove mi trovassi e la mia testa continuava a girarsi da ogni lato guardando i bambini rincorrersi e abbandonarsi con il fiatone l'uno nelle braccia dell'altro. Sembravano fidarsi l'uno dell'altro senza esitazioni o dubbi. Quelle erano sensazioni che da piccola non avevo mai provato verso nessun bambino della mia età.
Fiducia, amore, simpatia....felicità.
Uno dei piccoli alzò lo sguardo verso di me ed io, credendo che finalmente qualcuno si fosse accorto di me, lo salutai. Quando sorrise cominciando a correre nella mia direzione mi abbassai sulle ginocchia sorridendo a mia volta e aprendo le braccia pronta a stringerlo in un affettuoso abbraccio. Ma lo vidi passarmi attraverso, come un fantasma valica i muri infestati della propria dimora, così tornai seria e anche un po'...triste vedendolo abbracciare la donna alle mie spalle a cui stava sorridendo poco prima per davvero.
Mi guardai le mani e i piedi, quest'ultimi nudi su quei soffici e lucidi fili d'erba.
Le gambe, le braccia e gli altri arti erano leggermente trasparenti, tanto da poterci vedere attraverso.

"Ma cosa..." sussurrai tra me e me
"Elizabeth!" disse una voce alle mie spalle, ed io mi voltai sgranando gli occhi nel vedere chi avessi davanti.
"Non ci credo....n-non è reale vero?" delle lacrime cominciarono a cadere sulle mie guance, testimoni di ogni mia sensazione.
"No che non è reale tesoro, è un sogno. Ma ciò non significa che tu non debba credere in quello che stai vedendo adesso, anzi." la sua voce calma mi ricordava gli anni passati insieme, tutte le volte che da piccola riusciva a consolarmi facendomi delle sagge lezioni di vita.
"Dove mi trovo? E...perché ci sei anche tu Maries?" sorrise passandomi accanto e appoggiando i gomiti sul muretto di un grande terrazzo che poco prima era sostituito dal giardino pieno di persone sorridenti. Più confusa che mai, entusiasta e malinconica raggiunsi lentamente e titubante Maries, impegnata ad osservare qualcosa che dalla mia posizione non riuscivo a scorgere.
"Beh...si può definire il paradiso. Su, vieni." Mi porse la mano invitandomi a fare qualche passo più avanti e permettendomi così di scrutare quel posto magico. Palazzi si ergevano sulle colline circostanti al terrazzo, e con essi monumenti, statue, giardini, grandi fontane e lunghi ponti che attraversavano fiumi d'acqua cristallina e pura.
"Wow..." sussurrai con occhi grondanti di lacrime.
"Questo posto...dove si trova?"
"Lontano...molto lontano, Beth. Si trova dove l'uomo ancora in vita non è mai arrivato. Dove non ha mai immaginato di poter arrivare." e subito dopo rise dicendo
"Tu sei la prima persona ancora in vita ad aver messo piede qui."
"Queste persone, sono tutte..." chiesi lentamente
"Morte? Beh...si, me compresa." continuò a ridere mentre io in quelle parole, di divertente, non trovavo proprio nulla. Così dopo averla guardata per pochi secondi tornai allo splendido panorama che si ergeva in lontananza.
"Perché...perché mi trovo qui?" chiesi
"Lo hai voluto tu, no? È stato un tuo volere arrivare qui." disse sicura
"Un mio volere? Come avrei potuto desiderare di arrivare qui se fino a due secondi fa non sapevo dove mi trovassi?"
"Perché adesso lo sai?" mi chiese
"Si, questo è il Paradiso. Me lo hai detto tu" dissi ovvia
"Non ho detto che sia quel famoso Paradiso di cui parlano i credenti e i libri sacri, Beth."
Sospirai appoggiandomi al muretto in marmo.
"Quando tornerò nella...realtà?"
"Quando ti sveglierai, tesoro."
"E, quando mi sveglierò?"
"Quando vorrai, oppure quando il tuo amico si sveglierà e sarà costretto a svegliarti."
"Come sai di Christopher?"
"Oh Beth...io so tante cose."
"Ad esempio?"
"La data di oggi." sorrise
"Cavolo, tu e Robert siete proprio uguali."
"Già...a proposito" disse voltandosi verso di me
"Quando ti sveglierai fai in modo di non dimenticarti di me, voglio che ricordi Beth. Ricordati di quei bambini che corrono sul prato, di questo bellissimo panorama. Ricordati di me. Fa' in modo di ricordarti così che tu possa raccontarglielo. Non devi tenere nascosto nulla a Robert."
continuò
"Di solito quando si ci sveglia e si prova a ricordare ciò che si ha sognato, i sogni stessi ti impediscono di farlo. Più provi a creare nella tua testa un'immagine chiara di ciò che hai visto o vissuto, più velocemente essi svaniscono.Trova un modo per non dimenticarti di tutto questo." concluse
"Non potrei mai dimenticarti Maries, lo sai." Sorrise scrutandomi il viso e come se si fosse ricordata di qualcosa si voltò di spalle.
"Seguimi" disse cominciando a camminare
"Dove andiamo?" chiesi
"Devo darti una cosa"

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