Capitolo 13 "Binarie Ottiche"

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"Lei e io ci siamo scontrate come due stelle predestinate e in quel brevissimo istante ho sentito cosa si prova ad essere immortali."
(Lang Leav)


Finnick's Pov

"Aspettami!" continuava a ripetere una voce alquanto fastidiosa alle mie spalle.
"Potresti fermarti un secondo soltanto?" la ignorai, come ormai da svariati minuti continuavo a fare, ma se volevo liberarmene allora avrei dovuto prendere in considerazione l'idea di ascoltare ciò che aveva da dirmi.
Così mi fermai, facendola scontrare con la mia schiena.
"Ti concedo cinque minuti del mio tempo per parlare, la tua voce mi ha già infastidito abbastanza." cominciai voltandomi
"Oh, Dio ti ringrazio. Ti piace farti rincorrere eh." sorrise maliziosa
"Va' al dunque." sbottai
"E va bene, non agitarti. Volevo farti delle domande su Elizabeth."
"E perché? A cosa ti serve sapere di Beth?"
"Oh beh...nulla di importante. È che...ultimamente in classe la vedo solo un pò...distratta, ecco." disse avvicinandosi
"E poi...non credo che a Kristen piacerebbe sapere che mi tratti male." mise su un leggero broncio ed io dovetti trattenermi con tutte le forze per evitare di risponderle con parole non proprio carine.
"Cosa vuoi sapere?" chiesi stringendo i pugni, qualunque cosa avesse voluto sapere riguardo ad Elizabeth non l'avrebbe ottenuta.

La conoscevo abbastanza bene da sapere che quando si trattava di lei essere un bugiardo ti avrebbe salvato la vita, essere un veritierio invece, ti avrebbe portato alla rovina.

"Siediamoci qui." mi indicò due poltrone abbastanza lontane dai gruppetti di ragazzi che parlottavano tra di loro.
Lei li osservò, come analizzandoli, scrutava i loro dettagli lasciandosi trasportare dai piccoli movimenti che molti trovavano insignificanti.
"Tengo molto a quei ragazzi. Sono come dei figli per me...provo per loro un grande affetto, anche se spesso mi rendono nervosa. Altre volte invece mi fanno arrabbiare." ridacchiò
"Se non sbaglio tu e Maries sognavate di avere dei figli, ricordo come le brillavano gli occhi quando-"
"Joanna...va' dritta al punto se non vuoi che me ne vada." la bloccai.
Sbuffò mentre io cominciai ad innervosirmi più del dovuto.

Era il suo punto forte, quello.
Sottrarre tempo alle persone e allo stesso tempo istigarle.
Le piaceva far soffrire chiunque le mettesse i bastoni fra le ruote, e soprattutto, chiunque osasse metterli alla Roy.
Si consideravano sorelle sin da quando erano piccole, erano cresciute insieme e Kristen era sempre stata un passo avanti a Joanna.
Erano completamente diverse l'una dall'altra ma, insieme, perfette per qualsiasi cosa.

Joanna era bella, attraente ma non abbastanza per sedurre chi le importava davvero.

Si dice però che chiunque possegga un'elevata quantità di bellezza non sia degno di possedere un'altrettanta quantità d'intelligenza, e infatti, Joanna Perez ne era la prova vivente.
Il suo essere troppo convinta la portava ad essere stupida, con spesso qualche rotella fuori posto e comportamenti del tutto infantili.
Kristen, invece, era il suo opposto. Sin da piccola era sempre stata la ragazzina intelligente a cui non importava di piacere ad un ragazzo oppure di essere o meno invitata al ballo della scuola.
Lei studiava.
La sua testa era sempre piegata su un libro o qualsiasi cosa che potesse insegnarle delle nuove parole che le avrebbero permesso di esprimersi.

La cosa strana di Kristen, però, era sempre stato il suo animo.
Non sorrideva mai.
Non osava farlo.
Riteneva che sorridere fosse uno spreco di felicità continuo, soprattutto se veniva fatto con qualcuno che della sua felicità non meritava di vedere nemmeno l'ombra. Lei riteneva che la felicità fosse come un contenitore che presto, se non se ne fosse limitato l'uso, sarebbe rimasto vacuo. Era quello il motivo del suo comportamento spesso frigido ma a volte anche comprensivo verso quei bambini che le ricordavano lei. Che le ricordavano una bambina sola a cui i genitori non avevano mai dato importanza, ma che allo stesso tempo, era riuscita a crearsi un mondo indipendente tutto suo in cui gli unici non ammessi erano gli stolti.

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