T/n piangeva, lasciava che le lacrime le solcassero il viso, rendendo ogni volta tutto più reale, tutto più insopportabile.
Eppure non pensava, provava un acuto dolore ovunque nel corpo, ma la sua mente era libera da qualsiasi tipo di riflessione, completamente soggiogata dall'intensità della sensazione fisica.
Poi, improvvisamente, spiazzandola, qualcosa urtò la sua spalla.
Si girò pigramente, quasi non le interessasse minimamente, o almeno fino al momento in cui i suoi occhi non si posarono sulla figura di Atsumu, seduto accanto a lei in modo che le loro spalle si toccassero.
"Perché, perché tra mille persone proprio lui? Perché?"
Non poteva credere ai propri occhi, la voglia di piangere era aumentata esponenzialmente e non si fece alcun problema a continuare a dare sfogo a tutta la sua frustrazione.
Del resto Atsumu doveva aver già visto le condizioni in cui versava prima del suo arrivo.
-Atsumu, vattene. Non sono in vena di sentire le tue stupide provocazioni- la voce di t/n non aveva tremato, completamente in contrasto con tutto il resto del suo corpo.
-Perché pensi io sia qui per darti fastidio?- Atsumu non aveva sorrisi o ghigni sul volto, fatto abbastanza sconvolgente.
-Vai via. Ti prego vai via, lasciami in pace, fammi piangere in tranquillità, non mi sembra di chiedere tanto.- t/n non avrebbe mai pensato che sarebbe finita a pregare Miya, ma poco le importava della soddisfazione che poteva aver regalato all'altro, voleva solo stare da sola a crogiolarsi nelle sue emozioni negative.
Ma Atsumu non si alzava, non accennava al minimo movimento.
-Io non me ne andrò finché non avrò avuto delle spiegazioni, t/n.-Sentiamo, che cosa puoi voler sapere di così interessante?- oramai non era più disperato il suo tono, iniziava a diventare infastidito.
Il ragazzo si girò a guardarla, la scrutò non perdendosi neanche un singolo dettaglio di quel viso rigato dalle amare lacrime.
-Quando ho segnato l'ultimo punto, perché è sembrato che stessi andando in pezzi? Perché un punto ti ha fatto tanto?- non aveva distolto per un attimo gli occhi cioccolato da quelli della ragazza.
-E dimmi, perché dovrebbe interessarti?
-Perché io voglio un rivale degno di questo titolo, non ne voglio uno che alla prima partita che vinco crolla, non lo accetto.
T/n spostò velocemente il viso dall'altra parte, un'altra stilettata le era arrivata dritta al cuore, altre lacrime le uscivano, bruciando, dagli oramai esausti occhi castani/azzurri/smeraldini.
-T/n, rispondimi- intimò con impazienza il biondo, che, posizionando due longilinee dita sotto il mento di lei, l'aveva fatta rigirare a guardarlo.
Sembrava le volesse trovare l'anima e stritolarla con la sua indelicatezza e spietatezza.
-No... non voglio, Atsumu, per favore vattene.
Questa volta l'altro non rispose, semplicemente rimase fermo, seduto nella stessa posizione scomoda nella quale si era lasciato scivolare.
Dopo interi minuti a pensare, t/n arrivò alla semplice conclusione di rivelargli il vero motivo dell'odio viscerale nei suoi confronti, nonché ragione della sua lenta distruzione.
-Io... non so da dove iniziare- le mani andarono ad intrecciarsi con i capelli ed il capo ad abbassarsi inesorabilmente, voleva nascondersi, scappare, di tutto pur di non sentirsi dare ragione.
-Dall'inizio, è così semplice.
La ragazza gli lanciò un'occhiata parecchio infastidita.
-Ti sei mai chiesto perché ti detesto tanto? Perché solo tu mi fai perdere le staffe in questo modo? Ovviamente no. Sinceramente io sono curiosa delle tue ragioni, però. Comunque, io non ti sopporto perché- la voce le si spezzò -so di essere inferiore.
Aveva sganciato la bomba, si era liberata di quel peso.
Rimaneva solamente da subirne le conseguenze.
Nel frattempo l'espressione del ragazzo subì un cambiamento radicale, ma la giovane non se ne accorse, non osava guardarlo.
-Io non sono come te, io ho bisogno di ore ed ore di allenamento in più, individuale, per poter arrivare a competere. Quindi, vedere con quanta facilità tu riesca a giocare qualsiasi palla, la tua precisione istintiva, mi fa rabbrividire e ricordare ogni singola volta, ogni singolo secondo, quello che tu sei ma che io non potrò mai raggiungere. Io sono invidiosa di te, Atsumu.
Ormai neanche Atsumu la guardava più e lei, giratasi ad osservarlo, non poté reprimere il brivido che le attraversò il corpo partendo dal punto di contatto delle loro spalle.
-Atsumu, parla. Sbeffeggiami, deridimi, inveiscimi contro, compatiscimi, non lo so, ma non startene là impalato senza proferire parola.- il ragazzo però non apriva bocca.
"Quindi non sono degna neanche di una risposta. Bene."
-Va bene, ho capito.
T/n si alzò e, senza girarsi una seconda volta, si diresse verso gli spogliatoi.
Non poteva far a meno di chiedersi perché gli aveva rivelato una cosa del genere, perché gli aveva permesso di darle il colpo di grazia con il suo silenzio, perché non era stata zitta o non si era alzata senza rivolgergli parola.
Quella volta Atsumu Miya aveva raggiunto l'obbiettivo di ben due anni, quello di arrivare a farle rimpiangere di amare la pallavolo.
Author
Vi ringrazio infinitamente per star leggendo la mia storia, non avete idea di quanto io sia felice :)
Come sempre, qualunque errore o dimenticanza non esitate ad evidenziarmela.
Spero vi sia piaciuto, se volete lasciate una stellina!
STAI LEGGENDO
AD ASTRA || Atsumu Miya x reader
FanfictionNon so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare. - Vincent Van Gogh Esiste rivalità più grande di quella tra due alzatori? iniziata: 5/05/2021 12/05/2021: 1° #atsumumiya 17/05/2021: 1° #inarizaki 17/05/2021: 1° #haikyuuxreader ...