Chapter 18

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Quando la mattina successiva alla serata in discoteca t/n si svegliò, il mal di testa e la consapevolezza di meritarselo la colpirono in pieno, così come il ricordo di ciò che aveva fatto la sera precedente.

Non riusciva a capacitarsi delle sue azioni, della facilità con la quale aveva ignorato il non considerarla di Atsumu.

Come aveva potuto passare sopra ad un tale trattamento?

Inoltre, come se non bastasse, tremava al solo pensiero di quante persone il giorno prima, volenti o nolenti, l'aveva toccata.

Esagerata, fuori luogo, anacronistica sarebbe potuta sembrare la sensazione, ma non per la ragazza che, tra un mal di testa lancinante e tremori persistenti, si preparava per il faticoso lunedì che la aspettava.
Esagerata perché era stata solamente toccata, probabilmente.

Fuori luogo perché in discoteca è impossibile tenere la distanza interpersonale, probabilmente.
Anacronistica perché il trauma l'aveva subito settimane prima, probabilmente.

Ma per t/n dolorosamente adatta, sicuramente.

Quando arrivò a scuola, notò una chioma chiara voltarsi di scatto verso di lei, ma, rindossando la maschera di assoluta incuranza, l'alzatrice la ignorò, dirigendosi verso la sua aula senza rivolgere parola a nessuno.
E passò tutta la giornata in uno stato d'animo che la rendeva prigioniera dei suoi stessi pensieri e che lasciava poco spazio ad una Ayame che tentava di risollevarle il morale.

O almeno fino all'allenamento individuale.

T/n sapeva benissimo che da quando aveva ripreso quelle sessioni, Maki ed Ayame avevano perso quel barlume di allegria che portava loro la consapevolezza che loro migliore amica aveva qualcuno che almeno si accertasse che lei non arrivasse a casa stremata e capace solo di collassare sul letto.

Eppure ora che era sola per la stupida e, dal suo punto di vista, insensata decisione di Atsumu, lei era dovuta tornare alle vecchie abitudini.

Fu proprio mentre ripensava al bacio nel locale, che l'altro protagonista dell'episodio varcò la soglia della palestra.

E, mentre t/n non aveva intenzione di proferire parola, Atsumu la osservava in silenzio eseguire dei semplici palleggi al muro.

Poi il ragazzo parlò.

-Abbastanza inutili quei passaggi, tu non trovi?

-Evidentemente no, visto che è la terza ripetizione. In più quale peso dovrebbe avere la tua opinione ora per me?

-Poco più di una settimana fa la prendevi in considerazione, almeno.

-Esatto, poco più di una settimana fa, non ora.- dopo una pausa, riprese - Perché sei qui? Vuoi il bis di ieri sera? Se è per questo la porta è quella e sbrigati a varcala, perché ho cose molto più degne di attenzione di te da fare.

-Non mi aspettavo tu fossi così diretta.- il famoso ghigno sulle labbra.

T/n si fermò per guardarlo in faccia, indossando la migliore delle sue facce scocciate.

-Sentimi bene, Atsumu Miya. Se non hai intenzione di dirmi entro dieci secondi per quale cazzo di motivo sei qui, ti ci caccio io di forza dalla palestra.

Il ragazzo, come la prima volta che si trovarono in una situazione simile, capì che se voleva ottenere qualcosa doveva parlare subito.

-Va bene, va bene. Sono venuto per chiederti di aiutarti con gli allenamenti.

-Cosa? Perché?

-Perché mi manchi, t/n. Ecco, l'ho detto. Mi manca così tanto la tua presenza che ieri, in discoteca, non sopportavo che gli altri potessero starti vicino ed io no.

Dire che la ragazza rimase sconvolta sarebbe un eufemismo.

Aveva un turbinio in testa mentre tentava di elaborare una risposta e mentre tentava di capire perché il suo cuore aveva mancato un battito.
Una domanda premeva più delle altre.

-È allora perché te ne sei andato?- t/n tentò di essere il più fredda possibile, ma con scarsi risultati, perché la voce le uscì quasi in un sussurro.

-Perché sono uno stupido, ecco perché. Quasi non lo so neanche io il motivo, credermi. Ma voglio rimediare, seriamente.

Però ciò che quelle semplici parole le avevano scatenato dentro l'aveva profondamente scossa ed turbata, quindi fece la cosa più semplice: rifiutò.

Con il cuore in pezzi, le lacrime che premevano per uscire, lo cacciò.

Diede la colpa all'amor proprio, ma la nuda e cruda verità era che aveva avuto semplicemente paura.

Author
Perdonatemi davvero davvero tanto per l'assenza, non sono ASSOLUTAMENTE giustificabile.
Avevo bisogno di un attimo di stacco da tutto, con la fine della scuola, però da ora sarò sicuramente più costante, anche perché non vedo l'ora di scrivere il continuo.
Devo dire, infatti, che pur essendo passato parecchio tempo da quando l'ho iniziata, l'interesse per questa storia non è calato minimamente.
Spero vi sia piaciuto il capitolo e se vi va lasciate una stellina :)

AD ASTRA || Atsumu Miya x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora