Quelli seguenti furono, sul fronte Atsumu Miya, giorni di calma piatta.
Non ci furono altri scontri tra i due e le loro quotidiane interazioni si erano ridotte al semplice ignorarsi ed evitarsi: durante il pranzo lei evitava il tetto e lui la vecchia quercia del giardino; fuori la scuola se c'era l'uno l'altra andava via e viceversa; in classe, se Atsumu andava a trovare il fratello ed il migliore amico, Rintaro Suna, t/n usciva di corsa dalla stanza.
Atsumu, da quel fatidico giorno della partita, non faceva altro che rivivere il momento della dura confessione di t/n e arrovellarsi il cervello tentando di trovare anche un solo aspetto di quello che pensava lui che coincidesse con la versione di lei.
Le parole della ragazza erano impresse nella memoria del biondo, senza la minima possibilità di sfuggirvi.
La sua espressione e la rassegnazione istillata nel suo discorso lo avevano lasciato spiacevolmente sorpreso.
Non si sarebbe mai aspettato tali pensieri dall'unica persona che considerava realmente una rivale.
Iniziò, così, ad allungare la strada di ritorno a casa, per poter prima fare tappa alla palestra femminile ed osservare l'alzatrice allenarsi, trascinato lì da un'inspiegabile attrazione, che giustificò come curiosità.
Probabilmente, però, era anche senso di colpa per aver deciso di odiarla senza un motivo neanche lontanamente valido quanto quello suo.
T/n, invece, aveva interpretato il messaggio come un chiaro riconoscimento della sua inferiorità e, sentendosi irrazionalmente profondamente offesa, aveva deciso di impegnarsi sempre di più, fino a superare le sue stesse soglie di resistenza, per poter non solo affrontare l'alzatore dell'Inarizaki, ma anche tutti coloro che avrebbe incontrato lungo la propria strada.
L'aveva, quindi, presa come una sfida personale.
Eppure tutto ciò passò in secondo piano quando iniziò a temere anche di uscire da casa propria.
Il fratellastro, Genjo, il protagonista degli incubi che l'avevano tenuta sveglia più notti di quanto volesse ammettere, aveva iniziato a presentarsi fuori dal cancello scolastico, fuori dal Bonsai&Bar, caffetteria dove t/n, Ayame e Maki adoravano passare i loro pomeriggi insieme, e nella via di casa di t/n, seppur sempre senza mostrare la volontà di avvicinarsi.
Piano piano, però, t/n iniziava ad uscire sempre di meno, a farsi accompagnare a casa da Maki o Ayame, che avevano accettato senza problemi di scortarla anche dopo il suo allenamento supplementare, e presto la discussione avuta con Atsumu passò in secondo piano, mentre i crudeli lontani ricordi degli ultimi mesi passati a casa del padre tornavano vividi e sembravano dolorosamente recenti.
Fu a causa di tali pensieri che t/n non si accorse di tutte le volte in cui il biondo dei Miya si fermava fuori dalla porta o sugli spalti ad osservarla, senza farsi vedere, certo, ma anche in modo facilmente sgamabile.
O almeno finché non arrivò il pomeriggio in cui Atsumu uscì volontariamente allo scoperto.
T/n si stava allenando per l'ennesima volta sulle battute, tentando di renderle sempre più forti e precise, quando sentì qualcuno chiudere improvvisamente la porta lasciata aperta per permettere il ricambio d'aria.
Però la ragazza non diede particolarmente peso all'evento, credendo fosse arrivata una delle sue amiche per aspettare finché non avesse finito e poi riaccompagnarla.
Però le sue amiche l'avrebbero salutata, non sarebbero rimaste mute a fissarla.
T/n, quindi, si girò e ciò che vide la scioccò.
-Miya- la sorpresa sul volto della ragazza era più che evidente.
-T/c.
-Cosa ci fai qui?
-Semplicemente passavo e mi sono chiesto: perché non andare ad importunare t/n?- sebbene la domanda di t/n fosse legittima, Atsumu decise di rispondere in chiave irrisoria.
-Bene, ora dovresti sentirti realizzato. Fai dietro front e tornatene ai tuoi sicuramente interessantissimi progetti per la serata- un sospirò lasciò la bocca di t/n.
-In realtà non sono qui solo per quello, volevo chiederti una cosa.- Atsumu aveva capito che se avesse davvero voluto qualcosa sarebbe dovuto andare subito al punto, anche perché a momenti t/n l'avrebbe cacciato.
-E sbrigati allora, come puoi vedere sono abbastanza impegnata.
-Era proprio di quello che volevo parlati. Posso allenarmi con te?- Atsumu aspettava, trepidante, una risposta, possibilmente positiva.
-Cosa?- rispose sbalordita t/n, non credendo alle sue orecchie.
-Hai capito benissimo, non farmelo ripetere. Dammi solo una risposta.
La ragazza ci pensò, ponderò tutte le opzioni ed infine decise che allenarsi con lui non avrebbe potuto che farle bene. Almeno così avrebbe potuto lavorare anche sui passaggi.
-Va bene, Miya.
Atsumu non credeva di aver mai sorriso tanto in vita sua.
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Mi scuso per aver aspettato tanto a pubblicare il settimo capitolo, ma ho avuto due giornate veramente piene.
Spero vi piaccia e, come sempre, sono pronta ad accettare qualunque segnalazione di errori:)
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AD ASTRA || Atsumu Miya x reader
FanfictionNon so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare. - Vincent Van Gogh Esiste rivalità più grande di quella tra due alzatori? iniziata: 5/05/2021 12/05/2021: 1° #atsumumiya 17/05/2021: 1° #inarizaki 17/05/2021: 1° #haikyuuxreader ...