Chapter 17

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Please leggete la nota d'autore

Quando il giorno dopo Atsumu si svegliò e arrivò in cucina, non gli ci volle molto per capire che qualcosa decisamente non andava.

La tavola era già apparecchiata per la colazione, il profumo dell'omelette che inondava la stanza ed il fratello ai fornelli mentre canticchiava qualcosa probabilmente di molto famoso ma che replicato da lui faceva veramente schifo.

Ovviamente non era strano che Osamu gli preparasse da mangiare, infatti se non lo avesse fatto a quel punto Atsumu sarebbe morto, dovendo contare sul proprio istinto di autoconservazione.

La cosa strana era il fatto che fosse già apparecchiato, perché, Osamu cucinava, ma adorava anche far sgobbare il fratello, così gli faceva sistemare la tavola e lavare tutte le stoviglie ad ogni singolo pasto.

E al biondo, finché avesse mangiato, non importava granché.

Quindi, trovare quella sorpresa voleva dire solo una cosa: interrogatorio.

Su quale argomento poi non ne aveva idea.

Fatto sta che circospetto si sedette ancora mezzo assonnato al posto che aveva reclamato come suo.

Il gemello gli rivolse un'occhiata priva di qualunque interesse ed il ragazzo si concesse di rilassarsi, forse l'altro aveva semplicemente fame e non voleva aspettare che lui si svegliasse per mettere due piatti, due bicchieri e due tovagliette.

Il più scuro dei due, appena giudicò come decenti le due porzioni di uova, portò i piatti in tavola ed iniziò a mangiare senza degnare l'altro di uno sguardo.

Sparecchiò tutto in meno di cinque minuti e, appena ebbe finito, si mise a fissare intensamente il fratello.

Quello, sentendosi uno sguardo addosso, alzò gli occhi dalla deliziosa colazione ed incontrò quelli della "sua copia più brutta".

-Senti lo so che sono fantastico e tutto il resto, ma mangiare con tu che mi fissi è piuttosto inquietante.

Osamu ignorò bellamente il commento del fratello.

-Atsumu, dobbiamo parlare.

Allora il biondo non si era sbagliato, sarebbe davvero dovuto andare al patibolo.

Considerò che poteva evitare le sue domande accampando una scusa qualunque, ma in quel caso il supplizio sarebbe semplicemente stato rimandato a dopo.

-E allora parla dai, sono tutt'orecchie.

-Cosa c'è tra te e t/n?

Atsumu si aspettava qualunque cosa, dal perché aveva lasciato la festa così presto il giorno prima, fino a per quale motivo si ostinava a reputate il ramen migliore degli origini, ma mai quella domanda.

-Perché dovrebbe interessarti?- il tono più aspro di quanto avesse voluto.

-Perché se mio fratello inizia una rissa, almeno vorrei conoscere il motivo scatenante prima di aiutarlo.

-Mi sfugge il nesso.

-Semplicemente ieri sembravi voler spaccare la faccia a tutti quelli che le si avvicinavano.

Gli occhi indagatori di Osamu scrutavano Atsumu in cerca in una risposta.

-Non è vero... - il tono troppo poco convinto.

-Sul serio credi che non mi sia accorto del tuo volto corrucciato, dei pugni stretti con forza e della direzione dello sguardo? Davvero, Atsumu, non so se considerare stupido te o considerare il tutto come un'offesa.

L'alzatore non replicò a quell'affermazione, già immaginava che l'altro l'avesse notato.

-E in più mi reso conto che hai smesso di parlarle da un momento all'altro. Perché?

-Osamu dove vuoi arrivare?

-Sto tentando di farti capire che stai facendo una cazzata.

-E perché mai?

-Perché è la prima ragazza con la quale ti ho visto dormire vestito, quindi la prima per la quale provi un minimo di intessere.

-E se anche fosse?

-Allora lo ammetti.

-Non ho ammesso proprio nulla, ho solo ipotizzato.

-Atsumu sei una battaglia persa, non ti sopporto. Però da bravo fratello quale sono devo impedirti di rovinarti la vita. Quindi, per quale motivo l'hai allontanata?

Il più esuberante dei due non rispose, ma abbassò gli occhi.

L'altro sembrò afferrare il concetto.

-Davvero mi stai dicendo che è per papà?

-Forse.

-Allora la situazione è peggiore di quel che pensavo.

Atsumu iniziava ad infastidirsi.

-Perché?

-Perché per una tale sciocchezza ti stai lasciando sfuggire una grandissima occasione.

-Ti sembra "una tale sciocchezza" non voler finite in una clinica di recupero per alcolizzati? Davvero Osamu? È così stupido voler evitare di essere così dipendente da qualcuno che appena si allontana si finisce inevitabilmente con una bottiglia in mano dalla mattina alla sera? Osamu io non voglio fare la fine di mamma e papà!

Quasi glielo grido.

Volveva sfogarsi di tutto quello che lo faceva star male, che gli impediva di stare con la persona che aveva imparato a voler far star bene, con quella che lo faceva sentire al settimo cielo solo guardandolo.

Il gemello rimase interdetto su ciò che sarebbe stato meglio dire, quindi Atsumu continuò, in un monologo che di senso per l'altro ne aveva ben poco, ma che per lui sembrava la chiave a tutti i problemi.

-Però così sto facendo il loro stesso gioco, mi sto deprimendo e sto lasciando andare la mia impressionante bellezza per una stupida paura. No, non finirò alcolizzato. Si, lei ricambia.

Sull'ultima aveva seri dubbi, ma tentar non nuoce, giusto?

Author
Allora ho una notizia: ho pubblicato una one shot su Ryomen Sukuna di Jujutsu Kaisen.
Se ne avete voglia andate a leggerla, ne sarei molto contenta :)
Comunque spero il capitolo vi sia piaciuto!
Happy pride month!

AD ASTRA || Atsumu Miya x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora