Chapter 9

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Uscirono insieme dalla palestra dopo essersi cambiati.

Inizialmente Atsumu provò ad intavolare una conversazione, ma tutti i tentativi si rivelarono vani, poiché t/n non faceva altro che rispondere a monosillabi e aveva la testa altrove.

Più precisamente la ragazza stava ripercorrendo mentalmente la strada fino a casa sua soffermandosi nei punti in cui ricordava di aver visto Genjo e cercando una strada secondaria che le permettesse di non passarvi davanti.

T/n, tanto era persa nei suoi pensieri, non si accorse che Atsumu non parlava più, finché quel silenzio non iniziò ad essere scomodo ed imbarazzante.

Il ragazzo, quindi, resosi conto che l'altra era tornata con i piedi per terra, iniziò a chiederle delle sue amiche, argomento che pensava avrebbe solo potuto farle piacere.

-Allora t/n, parlami di Ayame e Maki. È così che si chiamano, no?

-Cosa?- t/n non si aspettava che il placido oceano di silenzio che si era creato potesse essere turbato da una tale domanda.

-Dovresti smetterla di cadere dalle nuvole ogni volta che parlo, è snervante.- sorrise divertito il ragazzo per aver preso in contropiede l'altra.

-E tu di fare domande così strane da un momento all'altro.- replicò sbuffando t/n comunque grata del tentativo di conversazione di Atsumu.

-Ho conosciuto Maki, che ora frequenta il terzo anno, al club, il giorno in cui sono arrivata, l'anno scorso. Lei era già l'asso della squadra e l'alzatore si era diplomato, perciò decise tutto ad tratto che saremmo dovute diventare ottime amiche, per amore della pallavolo, capisci.- t/n lanciò un'occhiata di sottecchi al ragazzo che le camminava a fianco in docile silenzio.

-Inizialmente- riprese lei -io non collaboravo minimamente alla costruzione del nostro rapporto, finché un giorno lei non fu l'unica pronta ad aiutarmi e a salvarmi da me stessa. Ma questa è un'altra storia.- le sopracciglia di Atsumu schizzarono in alto, frementi di conoscere anche quella storia, ma comprensivi della decisione di sorvolare l'argomento.

-E invece Ayame?- cambiò soggetto Atsumu per non far sentire t/n in dovere di raccontare ciò che non voleva.

-Con lei non è stato molto diverso. Il primo giorno di scuola arrivai in ritardo e l'unico posto libero era quello accanto ad Ayame. Probabilmente non avrei dovuto, ma iniziai sin da subito ad essere schiva, sfuggente e a tratti anche parecchio intrattabile, in poche parole non avevo alcuna intenzione di farmi degli amici. Ma, come in seguito avrebbe fatto anche Maki, Ayame non mollò l'osso, al contrario ci si accanì, convincendomi, poi, un po' spinta dalla curiosità, un po' per farla tacere, ad uscire con lei. Iniziai, quindi, a trovare sopportabile la sua compagnia e diventai meno fredda nei suoi confronti, così da permetterle di instaurare un rapporto d'amicizia.- la ragazza tacque, aspettando commenti, derisori e non, che non arrivarono.

Allora lei chiese a sua volta.

-Tu, invece? Come hai conosciuto Suna?

Con un sospiro, come se si aspettasse che la sua domanda gli venisse ritorta contro, iniziò.

-In realtà non so bene come Suna sia finito a sopportare Osamu, ma il fatto di diventare mio amico nasce dal loro rapporto, che come sai sono in classe insieme- disse Atsumu alludendo al fatto che t/n, Ayame, Osamu e Suna si trovavano a dover seguire le lezioni tutti insieme -quindi io ho iniziato a parlare con lui un po' per inerzia, iniziando poi a trovare divertente il far perdere le staffe ad un tale apatico.

Semplice, conciso, Atsumu Miya aveva finito il proprio racconto.

Però non ci fu il problema il trovare un altro argomento, poiché la corvina/castana/rossa aveva visto qualcosa, o meglio qualcuno, che l'aveva sconvolta, facendo scivolare in secondo piano l'eventuale silenzio che si sarebbe potuto andare a creare.

Fu così che Atsumu, proprio mentre era in procinto di riaprire bocca e chiedere altro della vita privata della ragazza, si ritrovò una mano ad artigliargli inaspettatamente il braccio, quasi ne dipendesse la sua vita.

Lui girò velocemente lo sguardo sulla ragazza che stava riaccompagnandola a casa, vedendola turbata, per non dire terrorizzata, cercando poi di individuare ciò che l'aveva fatta agitare tanto da bloccarsi nel bel mezzo della strada.

Non faticò molto a trovare il soggetto in questione, un ragazzo alto, biondo e riccio, che, appoggiato ad un lampione, li scrutava con interesse, in particolare i suoi occhi erano posati sulla bassa/alta figura di t/n.

-È lui?- chiese allora il biondo tinto.

L'altra non rispose, semplicemente accennò un debole "sì" con la testa.

Allora Atsumu, riprese a camminare tenendo t/n saldamente per mano, quella stessa mano che poco prima gli stava scavando solchi profondi sull'avambraccio, e superò l'altro ragazzo, senza mancare di fargli pesare il proprio sguardo indagatore.

Sguardo che l'altro sorresse alla perfezione, fino a ricambiarlo, infastidendo e non di poco Atsumu.

Una volta davanti la porta blindata della casa della sorella dell'ormai più calma t/n, Atsumu diede voce ad un pensiero che gli ronzava nella testa da un po' oramai.

-Domani mattina alle sette e mezza fatti trovare pronta, ti accompagno a scuola.

Detto ciò, il ragazzo si avviò, senza aggiungere una parola, verso casa propria, lasciando una turbata, scossa e confusa t/n sull'uscio carminio.

Author
Anche il nono capitolo è uscito e non potrei essere più contenta vedendo che la storia sta piacendo, davvero sono al settimo cielo :)
Anche in questo caso fatemi sapere se vi piace!

AD ASTRA || Atsumu Miya x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora