5. Coincidenze

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Sei anni prima...

Bran

"Ciao, papà," salutò Bran suo padre appena mise piede in casa e lo vide seduto sulla sua vecchia poltrona color rosso mattone in salotto, intento a sfogliare il suo solito giornale.

Il papà di Bran, Josh O'Neil, alzò il capo dal suo quotidiano e sorrise al figlio, togliendosi gli occhiali da vista dal naso.

"Ciao, Bran. Oggi hai fatto tardi."
Bran lanciò lo zaino a terra e si buttò a peso morto sul divano, stendendosi nonostante quel piccolo divano non riuscisse a contenere il fisico massiccio di Bran. Si sentiva stanchissimo.

"Il prof Williams mi ha affiancato un tutor tre volte alla settimana per recuperare la mia insufficienza nella sua materia. Devo vederlo dopo le lezioni."

In realtà, alla fine dei conti, quel bastardo del professor Williams gli aveva fatto un piacere ad affiancargli un tutor così aveva una scusa per passare tre ore alla settimana in compagnia di quell'angelo dagli occhi blu di Joel.

Adesso, Bran non è che avesse la conferma che anche a Joel potessero piacere i ragazzi come a lui. Ma ci sperava, ci sperava davvero tanto.

"Se può servirti per migliorare, ben vengano queste ore in più con il tutor," rispose il padre di Bran.

Josh O'Neil era sempre stato un uomo calmo, non si arrabbiava quasi mai, possedeva una quantità infinita di pazienza e cercava sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno nonostante la vita non fosse stata molto clemente con lui.

Bran sbuffò. "Beh, sì," rispose.
"Ho una bella notizia da darti," annunciò suo padre.
Bran lo guardò con attenzione. "Le belle notizie sono sempre ben accette di questi tempi. Sputa il rospo, papà."

"Ho trovato un lavoro, finalmente."
Bran si mise in un attimo seduto. "Sei serio?"
Il papà di Bran annuì, sorridendo. "Sì, è arrivato questo nuovo costruttore edile in città e al Target stamattina ho sentito che cercava operai. Mi ha assunto subito perché ha bisogno urgentemente di manodopera per ristrutturare il vecchio Hotel Venice. Sembra un lavoro grosso."

Bran si passò entrambe le mani tra i capelli. "Cazzo, papà, ma è una notizia bellissima. Qui ci vuole una birra per festeggiare."
Josh O'Neil rise, spensierato, rise come Bran non lo sentiva più ridere da tempo, ormai.
"Non ti allargare, ragazzino. Non hai ancora l'età per bere."

A Bran non gliene fregava proprio nulla della birra, in realtà. Andò ad abbracciare quell'omaccione buono come il pane di suo padre, felice che finalmente fosse riuscito a trovare un nuovo lavoro dopo due anni di inferno e di lavoretti precari e sottopagati.

Due anni prima la madre di Bran aveva deciso di abbandonarli, fuggendo non si sa dove con un uomo conosciuto su qualche sito strano.

Il padre di Bran era caduto nel tunnel della depressione e perse il suo lavoro come magazziniere al centro commerciale. Sono stati due anni pessimi, letteralmente di merda, ma dopo tanti sacrifici e tanta fatica per rimettersi in sesto alla fine Josh O'Neil aveva compreso che chiudersi in una camera buia non serviva proprio a nulla.

Finalmente, sembrò che la ruota della fortuna stesse girando dalla parte degli O'Neil.

"Quando inizi?" gli chiese Bran.
"Lunedì."
"E paga bene?"
"Sì, signor colonnello, paga bene."
Bran inarcò un sopracciglio. "Mi stai prendendo per il culo, O'Neil?"

L'uomo sghignazzò e Bran non riuscì proprio ad evitare di sorridere perché era troppo contento. Soprattutto, si era liberato di un grosso peso che gli gravava sul petto.
"Sì, ti sto prendendo per il culo, O'Neil."
Bran tirò un pugno contro la spalla forte di suo padre. "Bastardo," borbottò.

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora