6. Sindrome di Bran

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Oggi...

Joel era disteso sul letto in camera sua a fissare il soffitto, tra le mani stringeva un vecchio peluche che era stato testimone di tutte le crisi depressive avute negli ultimi sei anni della sua vita.

"Cosa sta facendo? Le prove per la bara?" domandò una voce femminile che Joel conosceva fin troppo bene.

"No, la Sindrome di Bran ha preso di nuovo possesso del suo corpo," rispose Ryan.

"Vi sento," borbottò Joel.
"Lo sappiamo. Per questo ti stiamo prendendo per il culo, per farti reagire," replicò il migliore amico di Joel.

Joel sbuffò e, mantenendo ancora il vecchio peluche stretto tra le mani, si mise a gambe incrociate sul letto. Ai piedi sfoggiava i suoi calzini della depressione.

Aveva un cassetto pieno di calzini della depressione.

Quella era una storia curiosa ed affascinante... Ogni qualvolta Joel stava male per colpa di Bran, Ryan gli regalava un paio di calzini con le fantasie più strane, alcuni erano proprio orrendi, ma il suo scopo era quello di provare a farlo sorridere in qualche modo.

Quel giorno Joel aveva scelto un paio di calzini rosa con delle melanzane stampate sopra. Ancora non aveva capito se li trovava osceni o se erano carini.

"Dov'è il mio nuovo paio di calzini della depressione da aggiungere alla mia vasta collezione?" chiese Joel, con voce mogia, al suo migliore amico che era seduto ai piedi del letto.

"Ce li ha Angel nella sua borsa stile Mary Poppins," rispose rivolgendosi a sua sorella che invece era seduta a terra sul tappeto.

Angel si mise a scavare nella sua grossa borsa nera con delle catene al posto dei manici e poco dopo cacciò un paio di calzini che lanciò letteralmente in faccia a Joel. L'etichetta quasi gli ferì un occhio.
"Ehi, piano," si lamentò.
"Non rompere il cazzo, Joel," replicò con voce dura la ragazza.

Angel non era per nulla fedele al suo nome ed era letteralmente l'opposto di Ryan.

Se Ryan era sempre sorridente e vestiva colorato, Angel era sempre imbronciata e l'unica nota di colore che si poteva vedere su di lei era il viola dei suoi capelli.

Vestiva completamente di nero e aveva anche le labbra perennemente colorate di nero.

Che si chiamasse Angel era il più grosso dei paradossi perché gli angeli non erano di certo pieni di piercing e non imprecavano h24.

Joel sospirò e vide che quel giorno Ryan aveva scelto un paio di calzini carini. Erano celesti con delle nuvolette. Erano tra i più carini che gli avesse acquistato in quegli anni.

"Questi sono belli," affermò.
"Te li ho presi un po' kawaii perché oggi mi stai facendo particolarmente pena."
Joel sospirò. "Faccio pena anche a me stesso."

"Cosa ha combinato questa volta quel coglione di un grizzly?" domandò Angel. Joel spostò gli occhi tristi sulla ragazza, la vide cacciare dalla borsa una lima ed iniziare a limarsi le unghie smaltate ovviamente di nero.

Angel se ne andava in giro vestita come se fosse perennemente in lutto, sorrideva circa due volte l'anno e rispondeva male a tutti. Però, teneva a Joel e a suo fratello. Solo che lo dimostrava a modo suo.

"Cosa può aver mai fatto? Non ricambia l'amore incondizionato di questo stolto che continua a piangere su quel peluche consunto a forma di canarino e che ha visto sicuramente giorni migliori," parlò Ryan, facendo sentire Joel solamente peggio.

Le sue parole, anche se dure e crude, erano vere. Erano verissime. Joel era un masochista di prima categoria.

Guardò il peluche a forma di Tweety che Bran gli aveva regalato tanti anni fa. Era scolorito, il giallo non era più brillante e un occhio Joel lo aveva rincollato varie volte perché continuava a staccarsi.

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora