9. Ti fidi di me?

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Sei anni prima...

"Mi stai fissando."
"Ti sto fissando."
"Smettila."
"E perché dovrei?"
"Perché mi imbarazzi."
"Posso darti un bacio?"
"Bran!"

Bran scoppiò a ridere e si beccò uno sshh dalla signorina Peterson, la bibliotecaria. Bran si scusò con la donna e tentò di calmarsi.

Joel era talmente carino da essere quasi illegale.

Lo guardò male e gonfiò le guance arrossate come uno scoiattolo perché Bran lo aveva infastidito, ma era tenero anche da arrabbiato.

"Quando finiamo di studiare questa roba super pallosa e usciamo da scuola, però, un bacio te lo dò. Anzi, facciamo più di uno."

Joel abbassò lo sguardo e scarabocchiò qualcosa sul suo quaderno degli appunti. "Mi manderai in autocombustione," borbottò.

Bran sorrise fino a farsi dolere le mascelle.

Erano passati due giorni da quando Bran aveva baciato Joel sulla ruota panoramica e aveva vissuto quei due giorni come se si trovasse sospeso su una nuvoletta di zucchero filato.

Bran aveva molto rivalutato il sapore di quella robaccia zuccherosa dopo aver assaporato le labbra dolci di Joel. Quel ragazzo gli piaceva così tanto da risultare stucchevole ai suoi stessi occhi.

In realtà, Joel piaceva molto anche al cazzo di Bran, che si metteva sugli attenti non appena il
ragazzo entrava nel suo radar.

Joel era dolce come lo zucchero filato, ma era anche sexy come il peccato, con quegli occhioni immensi, le ciglia bionde chilometriche e il culo da mordicchiare.

Non voleva passare per pervertito e sapeva di dover procedere gradualmente con lui, per questo si stava facendo più seghe del normale.

In un'altra situazione avrebbe chiesto a Simon di scopare, ma adesso che c'era Joel non lo avrebbe mai fatto.

Bran era una testa di cazzo. Ma era una testa di cazzo perennemente arrapata fedele.

***

Quando furono al sicuro nel suo pick up sgangherato, Bran racchiuse tra le mani il viso un po' spigoloso di Joel e schiantò poco delicatamente le labbra contro le sue.

Aveva bisogno di contatto, aveva bisogno di baciarlo, aveva bisogno di fare tutto quello che non aveva potuto fare a scuola.

Joel gemette, quando le loro lingue entrarono in contatto, e il povero uccello trascurato di Bran iniziò a pulsare dolorosamente. Era come se stesse urlando a gran voce di voler entrare anche lui in azione.

Joel rabbrividì e gemette nuovamente.

Bran si staccò dalla bocca di Joel, ansimando. "Sto cercando di fare il bravo, Tweety, ma se gemi così io non ce la faccio," mormorò, cominciando a baciargli il collo.

Joel continuò a mugolare e Bran gli morse l'orecchio. "Tweety..."
Era quasi sull'orlo dell'orgasmo senza nemmeno esserselo toccato.

"Bran... per favore," ansimò Joel che si aggrappò con le mani ai lembi della giacca di jeans di Bran.

"Per favore, cosa?" sussurrò Bran, continuando a torturagli la pelle candida del collo. Joel profumava di buono. Bran non era mai stato tanto bravo ad identificare i profumi, ma di sicuro la pelle di Joel aveva un odore fantastico.

"Non... ti fermare..." bisbigliò Joel e fu come se avesse regalato a Bran un biglietto d'oro per la Fabbrica di cioccolato.

Poi, all'improvviso, quando Bran stava per intrufolare una mano sotto al maglioncino di Joel, l'unico neurone in suo possesso dotato di buon senso fece ricordare a tutti gli altri neuroni arrapati il luogo dove i due ragazzi si trovavano in quel momento: il parcheggio del liceo.

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora