10. Tre del mattino

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Oggi...

Joel

Joel sobbalzò di scatto dal letto quando sentì qualcosa di poco definito schiantarsi sulla sua faccia.

Il cuore iniziò a martellargli furiosamente e si mise subito in piedi. Sbatté più volte gli occhi per adattarsi alla luce che era stata accesa nella sua stanza.

"Cazzo, non lo senti il campanello suonare? A breve si sveglierà tutto il palazzo!"

Joel spostò gli occhi gonfi e appannati su Ryan. Solo in quel momento capì che la cosa che gli era finita in faccia era un cuscino che era caduto poi sul pavimento.

Si grattò la testa, confuso. "Eh?"
Ryan sbuffò e alzò gli occhi al cielo. "Joel, metti in moto i neuroni, per cortesia," gli disse, scuotendolo per le spalle.

Joel si sentì solo più rincoglionito e non stava capendo comunque cosa stesse succedendo.

"Porca puttana! Quel ragazzo ha bisogno di un esorcismo!"

Joel guardò Angel, che comparve all'improvviso nella sua camera, come un corvo nero minaccioso, scostò le tende e si affacciò dalla finestra.

"Vai da quel coglione se non vuoi che scenda io e gli spacchi la testa con la mazza da baseball che ho sotto al letto," ringhiò per poi andarsene via.

Il telefono di Joel, lasciato sul comodino, iniziò a vibrare.
"Sarà lui," affermò Ryan.
"Ma lui chi?" chiese Joel perché ancora non stava capendo niente.

Quando veniva svegliato di colpo faceva sempre fatica a sintonizzarsi sulla frequenza del pianeta Terra. Aveva bisogno dei suoi tempi.

"Bran, coglione! Sono le tre del mattino, ho dormito solo un'ora, vedi cosa vuole e fallo stare zitto!" esclamò Ryan, spazientito, e se ne andò anche lui via dalla camera di Joel imbestialito come la sorella.

Era sempre più convinto del fatto che avesse sbagliato ad accettare di condividere un appartamento con Ryan e Angel appena finito il college.

Ma pur di andarsene da casa dei suoi genitori, Joel avrebbe accettato di andare a vivere anche sotto ad un ponte.

Joel, terminata una breve meditazione per snebbiarsi il cervello, prese il telefono e vide il nome di Bran lampeggiare sullo schermo.
Senza pensarci ulteriormente rispose alla chiamata. "Bran? Cosa vuoi?" domandò con voce rauca.

Voleva tornare a dormire perché per colpa di Ryan era rincasato anche lui tardi e aveva ancora la testa piena di tutte le chiacchiere di Eddie. Quel ragazzo era logorroico.

"Scendi giù."
Joel istintivamente inarcò un sopracciglio. "Sono le tre del mattino, Bran. Dovresti andartene a dormire," rispose.

Almeno credeva fossero le tre del mattino perché così gli aveva detto Ryan e lui non aveva avuto modo di dare uno sguardo all'orario.

"Joel, scendi. Per favore," gli disse di nuovo.

La voce di Bran sembrò stanca alle orecchie di Joel. Era diversa. Joel non sentiva quel tono di voce sconsolato da un sacco di tempo.

Sospirò e si arrese. "Dammi cinque minuti."
"Sbrigati," parlò Bran e attaccò la chiamata.

Joel era un sottone di prima categorica.

***

Quando Joel uscì fuori si accucciò meglio nella sua giacca perché l'aria era fredda.
Vide Bran appoggiato al cofano del suo pick up, si fissava le scarpe e sembrava avesse la testa da un'altra parte.

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora