Capitolo sedicesimo.

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Pov Bianca.

''Bianca svegliati!''.

Urla Martina, suonando un terribile fischietto mentre comincia a saltare sul letto.

''Cristo, sei pazza?''.

''Oggi è il nove novembre''.

La guardo strana.

''E? Non mi dire che abbiamo lezione con Piton''.

''Ma è il tuo compleanno''.

Me ne ero completamente dimenticata.

''Ah già. Che bello''.

Commento fredda.

''Ma è il tuo compleanno. Oggi ci divertiremo''.

''Speriamo. Fred e George?''.

''Sono usciti con Tom e Draco ieri sera e non li ho più visti''.

Tom.

Impallidisco.

E' dal primo novembre che sto cercando di evitarlo in tutti i modi possibili e immaginabili.

''Tutto bene?''.

Mi chiede Martina, buttando il fischietto per terra.

''Sei bianca come un lenzuolo''.

''Si, cali di pressione''.

Rispondo, dileguandomi in bagno.

''Comunque ti faccio la solita domanda. Dove sei andata la sera di Halloween?''.

''Hogsmeade''.

Mento.

''Con?''.

''Da sola''.

''Ho capito, ritenterò domani mattina''.

Mi risponde, uscendo dal bagno.

E' il nono giorno che mi fa il terzo grado.

Mi lavo velocemente, metto la divisa e un filo di trucco.

Pettino di fretta i capelli, metto un po' di profumo e prendo la borsa, uscendo fuori.

''Ciao Martina!''.

Urlo, facendo sbattere la porta alle mie spalle.

Scendo le scale.

''Fermati immediatamente!''.

Ci mancava solo lui.

Mi prende per un braccio e mi trascina fino alla sua camera.

''Che cazzo fai, mollami, brutto idiota''.

Chiude la porta a chiave.

Sono confusa e irritata.

''Prima cosa, auguri''.

Mi porge un mazzo di rose.

''Grazie, non dovev-''.

''Adesso stai zitta però''.

''Come cazzo ti permetti?''.

''No no, come cazzo ti permetti tu ad evitarmi per giorni?''.

''Io faccio quello che mi pare, soprattutto perchè posso farlo''.

Mi guarda male.

Pov Tom.

La vorrei solo uccidere.

''Non ti devi permettere. Devi parlare chiaro''.

''Mi fa stare male con me stessa questa situazione''.

Mi risponde.

''Oh santo Dio, ma sei idiota?''.

Le urlo, guardandola infuriato.

''Solo questo hai da dirmi?''.

Non so cosa rispondere.

''Bene. Lo prendo come un 'si', adesso vado''.

Urla, andando verso la porta.

''Perchè menti? Lo sappiamo entrambi che sei attratta da me''.

''Piantala, Tom''.

''Dici così perchè sai che è la verità''.

Mi guarda male.

''Dico così perchè mi stai snervando con questi giochetti''.

''Secondo me ti piacciono''.

''Apri questa cazzo di porta''.

La faccio aderire con la schiena alla porta.

I nostri visi sono vicini, mi piace metterla in difficoltà.

Giro lentamente la chiave.

E appena apro la porta, si fionda sulle mie labbra.

Perchè è così lunatica.

''Non volevi andartene?''.

Le chiedo ridendo.

''Oh ma hai scassato tre quarti. Adesso vado''.

Mi risponde arrabbiata, uscendo fuori.

''Ci si becca in giro, R i d d l e''.

Mi sfida.

''Nel mio letto''.

Rispondo, tirandola per un braccio.

''Sei un totale idiota''.

''Tu un'incoerente''.

''La smetti?''.

''No''.

''Sei odioso, insopportabile e idiota''.

Mi guarda concentrata, la vorrei baciare.

''Non voglio ficcarti la lingua in gola''.

''Smettila di leggermi la mente''.

''Questo giochetto sta durando troppo''.

''Concordo, andiamo ai rigori? Vediamo se segno''.

Mi guarda male, bruciandomi con lo sguardo.

Mi fa paura a volte.

''Ma credi di essere simpatico?''.

''No, sono serio''.

''Bene''.

Le poggio una mano sulla coscia.

Adesso è definitivo: è in difficoltà.

Ingoia la sua stessa saliva, un altro po' e suda anche freddo.

''Evitiamocela questa''.

Mi guarda male, mentre toglie la mia mano dalla sua coscia.

''Il tuo corpo parla chiaro Greengrass''.

''Anche la tua mente e i tuoi pensieri parlano chiaro''.

''Adesso vado e non farti vedere in giro, mi urti''.

Continua, andando verso la porta.

''Le rose..''.

''Magari me le porti oggi nella foresta proibita, alle cinque''.

Mi fa un occhiolino, chiudendosi la porta alle spalle.

''Idiota''.

''Ti ho sentito''.

Urla fuori dalla porta, ridendo.

Mi butto sul letto, accendendo una sigaretta.






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