Capitolo 4

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Sto raggiungendo la scuola  insieme a mio fratello Liam.
Oggi alla prima ora ho il test di matematica, e nonostante abbia studiato abbastanza da prendere un voto alto, dopo quello che è successo ieri sera non riesco a pensare ad altro.
Le maschere di quegli uomini appaiono come ricordi sfocati nella mia mente.
"Stai bene?" Domanda Liam vedendomi pensierosa.
"Si." Annuisco.
In realtà non sto bene.

Entro in classe e trovo il banco di Josh vuoto.
Probabilmente dovrà farsi passare la  sbronza di ieri.
Ci sediamo, pronti a fare il test ma la voce del professore ci interrompe.
"Buongiorno ragazzi, ieri sera un vostro compagno, Josh, è scomparso." Dice.
Nella classe cala il silenzio:"L'ultimo avvistamento è stato al locale Sinema. Se qualcuno di voi lo vede in giro, avvisi subito la polizia."  Conclude.
Un turbine di pensieri attraversa la mia testa, io e Theo siamo stati gli ultimi a vedere Josh. Devo parlare assolutamente con lui.

Sapevo benissimo di poterlo trovare in palestra, avevo sentito da Scott che oggi sarebbe andato ad allenarsi.
Avrei potuto chiedere un passaggio a Liam, ma con il suo udito da licantropo avrebbe probabilmente ascoltato l'intera conversazione. E poi non mi ci avrebbe comunque mai portato da Theo.

Aspetto la fine delle lezioni e poi, invece di tornare a casa, mi dirigo verso la palestra di Beacon Hills.
Apro la porta ed entro.
Deglutisco quando lo vedo senza maglia.
"Dunbar? Non riesci proprio a starmi lontano vedo." Ghigna.
"Piantala." Sbuffo:"Io e te dobbiamo parlare."
"E di cosa dovremmo parlare esattamente io e te?" Inarca un soppraciglio.
"Josh è scomparso, ieri sera."  Spiego.
"E perché dovrebbe interessarmi?"
"Perché io e te siamo stati gli ultimi a vederlo ieri sera!" Quasi urlo.
"E quindi?" Chiede continuando ad allenarsi.
La sua calma inizia veramente a darmi sui nervi.
Mi avvicino a lui, bloccando ogni suo movimento.
"Smettila di fingere. So che sai cosa sta succedendo, sai chi sono loro. Tu sai tutto!" Gli grido.
Lui ghigna.
"Smettila di avere quell'aria da strafottente!"
Ho voglia di prenderlo a pugni, ma non lo faccio solo perché probabilmente vincerebbe lui.
"E va bene. Effettivamente so qualcosa che voi non sapete, se è questo quello a cui volevi arrivare." Esclama irritato.
Io rimango a guardarlo, incredula.
"Stai mentendo." Sussurro solamente.
"Puoi andartene ora? Oppure non vuoi andartene perché non riesci a smettere di fissare i miei muscoli?" Mi chiede.
Io lo guardo male:"Scott e gli altri sapranno tutto. Dirò loro tutto." Lo minaccio.
"Uh che paura." Alza gli occhi al cielo.
"Fottiti Reaken." Faccio per andarmene ma lui mi blocca per un polso:"E tu pensi che crederanno ad una come te? Chi sei tu per loro?" Io cerco di staccarmi ma lui stringe ancora più forte:"Non sei nessuno per loro, sei solo una stupida ragazzina. Smettila di negare l'evidenza, io e te siamo uguali. Non saremo mai niente per il branco, non si fideranno mai di noi." Sussurra a pochi centimetri dal mio volto.
Mi lascia andare:"Noi due non siamo uguali." Dico a denti stretti, uscendo dalla palestra e sbattendo la porta.

Torno a casa e mi blocco vedendo Liam davanti casa.
Avrei dovuto farmi almeno una doccia prima di vederlo.
Avrebbe sentito l'odore di Theo.
"Hai un odore strano." Dice guardandomi male.
"Non so a che cosa ti riferisci, ora è meglio se vado a fermi una doccia." Butto fuori tutto d'un fiato.
Lui alza un sopracciglio, confuso.

Salgo velocemente le scale che portano al piano superiore, apro la porta del bagno, chiudendola poi. Mi appoggio con la schiena e mi lascio cadere seduta a terra.
"Maledizione." Esclamo, tirando un calcio alla porta.

"Stasera il branco viene qui a casa, tu fai qualcosa?" Mi chiede Liam.
Non ho nessuna intenzione di farmi un'intera serata a casa con loro.
"Ehm, penso che uscirò." Sorrido.
"Va bene." Mi dice mio fratello mettendo a bollire l'acqua per la pasta.
"Arriveranno dopo cena." Mi avvisa.

Quando l'acqua bolle ci butto la pasta e quando questa è pronta la divido in due piatti.
Nessuno parla.
Anche se siamo fratelli, io e Liam non abbiamo un bel rapporto.
Litighiamo spesso, e adesso che lui è lupo mannaro la cosa si è amplificata.

Mando giù l'ultima forchettata di pasta quando sento il campanello suonare.
Metto il piatto nel lavandino e poi vado in camera a cambiarmi.
Indosso un semplice paio di Jeans con una felpa.
Mi infilo le cuffie e dopo aver salutato il branco esco di casa.
L'aria frasca autunnale mi accarezza la pelle.
C'è poco vento, e in cielo splende la luna, che stavolta però non è piena.
Mi guardo intorno.
La strada è piena di macchine.
Un senso di ansia mi pervade.
Mi stringo ancora di più nella mia felpa, concentrandomi sulle parole della canzone.

In lontananza riesco a vedere un ragazzo.
Ma più si avvicina e più capisco che in lui c'è qualcosa di strano.
Sul suo corpo viaggiano scosse violacee.
Gli occhi hanno assunto un colorito viola.
Non ha i denti, ma solo zanne.
Lo guardo meglio.
"Josh?" Dico incredula.
Lo hanno trasformato. È anche lui una chimera ora.
"Ciao Margot." Ringhia.
"Josh calmati." Indietreggio.
"Non posso." Fa scattare i suoi artigli.
Indietreggio ancora, ma inciampo in un piccolo sasso e finisco a terra.
Ormai è vicinissimo e per poco non riesco  sentire l'odore del sangue e il dolore.
Ma non lo sento.
Alzo lo sguardo e Theo è davanti a me.
Con una mano tiene fermo il polso di Josh, mentre l'altra è davanti a me. Come a volermi difendere, a volermi fare da scudo.
Theo stringe ancora di più il polso di Josh fino a quando un rumore di ossa spezzate non rieccheggia sulla strada.
E poi di nuovo i soliti passi metallici.
"La sua condizione è terminale." Un'ago viene infilato nel suo collo.
Josh cade a terra, vomitando un liquido grigio. Lo stesso che aveva vomitato Tracy.

Theo mi guarda:"Stai bene?" Mi chiede.
Io annusco poco convinta.
"Non farlo mai più." Mi ordina:"Potevi morire."

Unconditionally||Theo ReakenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora