capitolo 23

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theo's pov

Guardo il sangue scendere dalle mie mani sporcando il terreno.
Non capisco come sia potuto succedere, l'attimo prima eravamo avvinghiati l'uno con l'altro intenti a baciarci sui sedili posteriori della mia auto, l'attimo dopo stavamo scappando via dalla grossa Bestia, che dopo giorni si è ripresentata.
"Margot" sussurro scuotendola delicatamente.
Lei è tra le mie braccia, priva di sensi.
Il sangue esce veloce dalle ferite.
Il battito del suo cuore è lento e irregolare.
Quella scena mi strazia.
"Margot ti prego svegliati" esclamo con le lacrime agli occhi, le stringo la mano cercando di assorbire il suo dolore. Ma mi viene impossibile, non riesco a pensare ad altro che a lei.
"Margot perfavore, sei l'unica cosa bella che ho, non lasciarmi" la mia voce esce come un lamento disperato:"abbiamo troppe cose da fare ancora insieme"
Capisco che non c'è più niente da fare, la prendo in braccio e corro verso l'ospedale.
Non so nemmeno dove sia la mia auto, ma in questo momento non è importante.
Con la mia velocità da chimera ci impiego davvero poco a raggiungere l'ospedale e una volta arrivato spalanco la porta urlando:"È ferita! Serve aiuto!"

//

Le ultimi immagini che ho di lei la rappresentano sdraiata sul lettino, priva di sensi e con un battito del cuore poco regolare.
Ho chiamato suo fratello, come potevo non farlo? Mi ha picchiato, rinfacciandomi che sia tutta colpa mia, ma non ho reagito, perché è la verità. È tutta colpa mia.
Non avrei mai dovuto portarla fuori a cena con una grossa bestia feroce che circola per la città.
Ora sono qui, seduto in sala d'attesa con la testa tra le mani, ad aspettare qualche notizia dai dottori.
Il branco è seduto poco distante da me.
"Tu..." ringhia Malia illuminando gli occhi di azzurro.
Un forte schiaffo colpisce la mia guancia.
"So che l'hai fatto apposta, volevi ucciderla, di la verità!"
A quelle parole la rabbia inizia a scorrermi nelle vene.
"Non lo farei mai" ringhio.
"Si invece, sei un mostro e lo sai benissimo" mi guarda male Stiles.
"Chiudi la bocca Stilinski, sarò anche un mostro come dite tutti voi, ma io la amo e non le farei mai del male." sputo fuori acido.
"Non puoi amare se non hai un cuore" sussurra Scott.
La rabbia scompare, lasciando posto ad un immenso vuoto dentro.
Faccio per parlare ma le parole mi muoiono in gola.
Sento le lacrime pizzicare i lati degli occhi.
Non posso piangere, non voglio mostrarmi vulnerabile davanti a tutti loro.
Mi siedo di nuovo al mio posto, restando in silenzio.

//

Sono passate due ore e ancora non sappiamo niente.
Liam è andato a casa, ma io sono rimasto qui.
Sento le palpebre farsi pesanti, sono stanchissimo.
Guardo l'orario.
Ormai sono le cinque del mattino.
La porta si apre di scatto.
"Sei ancora qui?" sento la voce di Melissa, la mamma di Scott.
"Non l'abbandonerei mai" dico serio.
"Sta bene" mi rassicura lei.
Un sorriso esplode sul mio viso.
"Posso vederla?" chiedo.
"Non si è ancora svegliata" spiega lei.
"Non è importante" dico.
Lei mi sorride e apre la porta.
La scena che mi ritrovo davanti è straziante.
È sdraiata su un semplice lettino bianco, con alcune flebo nel braccio.
Mi avvicino, posandole un bacio sulla fronte.
Riesco a rilassarmi quando sento il suo cuore battere in modo regolare.
"Sei ancora qui" sento un ringhio dietro di me.
Io mi allontano da Margot, lasciandole la mano.
"Melissa ha detto che sta bene, si sveglierà. Dovrà solo riprendersi" spiego freddo prima di abbandonare la stanza.
Non sono ancora molto sereno, non lo sarò fino a quando non si sarà svegliata, ma almeno ora so che sta bene.




*3 giorni dopo*




Raggiungo la scuola.
Alla prima ora ho biologia avanzata.
Entro in classe, occupando il mio posto, poco distante da quello di Scott e Kira.
Margot non si è ancora svegliata e io ho veramente paura.
Scaccio quei pensieri dalla mia testa, continuando a concentrarmi sulla lezione.
Ma non ci riesco, poichè una telefonata interrompe la mia concentrazione.
"Reaken il cellulare" mi rimprovera la prof.
Guardo il numero, è sconosciuto.
"Scusi prof" prendo le mie cose e esco dalla classe.
"Si?" rispondo.
"Theo sono Melissa, lei è sveglia" mi dice la voce dall'altra parte della cornetta.
Io trattengo il fiato, correndo verso la mia auto.
Raggiungo l'ospedale in pochissimo tempo.
Apro la porta infilandomi nell'ascensore semichiuso pur di arrivare in fretta al terzo piano.
Arrivo davanti alla porta della stanza e la apro con cautela.
"Theo..." mi chiama.
Io mi avvicino a lei:"Ei" sorrido prendendole la mano.
"Come stai?" chiedo.
"Ho ancora qualche dolore, ma tutto bene" mi rassicura.
"Mi sei mancata tantissimo" le accarezzo la testa, posandole un bacio sulle labbra:"Ho davvero temuto il peggio" confesso.
"Ti amo" dice nello stesso istante in cui la porta si apre.
"Liam" lo guarda male.
"Come stai?" chiede suo fratello.
"Non ho voglia di parlare con te, puoi anche andartene" sputa fuori acida.
"È colpa sua se sei ridotta così!" ringhia il lupo.
"È meglio se te ne vai Liam" gli consiglio.
"Chiudi la bocca" ringhia di nuovo, cercando di darmi addosso, ma Scott lo tira indietro.
"Stai tranquillo" sussurra portandolo fuori.
"Dove eravamo rimasti?" rido.

Unconditionally||Theo ReakenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora