8. Ghiaccio al sole

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Niente scuola per quel giorno, era sabato e il cielo grigio e l'aria fredda avevano tolto a Marinette ogni voglia di fare qualsiasi cosa, disegnare, cucire, uscire con gli amici...

Aveva detto ad Alya di dover aiutare i suoi genitori in pasticceria, ma la verità era che aveva voglia di stare per conto suo e con i suoi pensieri.

Tikki non aveva tutti i torti a insinuare che Chat Noir si stesse facendo spazio nel suo cuore rischiando di affiancare Adrien, era un pensiero che l'aveva tenuta ferma a rimuginare tutto il giorno. Distesa sulla sua chaise-longue, aveva letto e riletto le sue avventure appuntate sul suo diario, i suoi pensieri e le emozioni che aveva iniziato a provare da quando era diventata Ladybug, da quando si era innamorata di Adrien e Chat Noir era entrato a far parte della sua vita.

«L'amore è quando senti il tuo cuore battere così forte, che ti fa male il petto» lesse ad alta voce. Aveva scritto quelle righe il giorno in cui aveva capito che non avrebbe mai potuto avere l'amore di Adrien, quando, rientrata da quell'uscita di gruppo, dopo aver ascoltato la canzone composta da Luka esclusivamente per lei, si era interrogata su cosa fosse realmente l'amore ai suoi occhi. Ogni passo di quei pensieri la riconducevano ad Adrien. Quando pensava a lui il cuore batteva così forte da far male, insieme avevano giocato e si erano divertiti come bambini, avevano dormito vicini e condiviso sogni, aspettative e passioni, l'aveva aiutato ad avverare il suo desiderio di poter andare al cinema e anche se avevano litigato per la partenza di Chloé, alla fine avevano fatto pace.

Dopo cena, ancora avvolta da quel torpore portato dalla noia e dai mille pensieri che le vorticavano nella testa, Marinette si arrampicò sul soppalco issandosi sul terrazzino, dalla finestrella sopra al letto. Il pavimento di mattonelle era gelido e leggermente bagnato di umidità. L'aria che la accolse la fece rabbrividire dal freddo, portandola a stringersi nella spessa felpa che aveva indosso, coprendosi il collo con il cappuccio.

Doveva trovare assolutamente altro a cui pensare che non fossero i suoi problemi di cuore, ma cos'altro c'era nella sua vita? Essere Ladybug, essere la nuova Guardiana dei miraculous, essere una frana nella vita amorosa e anche con i suoi amici a cui mentiva continuamente. Sempre colpa di Ladybug, sempre colpa dei miraculous e di Papillombre. Era più che certa che se non fosse mai diventata una supereroina avrebbe avuto più possibilità con Adrien, perché lui non si sarebbe mai innamorato di lei e Marinette avrebbe avuto sicuramente più chance. O forse no, prima di Ladybug, era convita che il cuore di Adrien fosse rivolto verso Kagami. Lei era una ragazza orgogliosa e molto sicura di sé, accanto a lei, le sembrava che Adrien appassisse, troppo gentile per opporsi alle decisioni della ragazza. Eppure, li aveva sempre visti bene insieme, Marinette aveva sempre invidiato la loro complicità e avrebbe di gran lunga preferito sapere che il cuore di Adrien era della sua amica, piuttosto che della sua alter-ego.

«Marinette?» pigolò Tikki dall'interno del taschino della sua felpa. La ragazza era rigida, qualunque fossero i suoi pensieri, erano oscuri e non la facevano stare bene. Poteva percepirlo chiaramente.

La piccola kwami avrebbe voluto uscire e coccolare la sua amica, ma un fruscio la spinse a desistere e a ben ragione.

Chat Noir si presentò sul suo tetto poco dopo.

«Buonasera», la salutò cordialmente attendendo il suo permesso per poter atterrare sul terrazzo.

«Ciao Chat Noir...» lo accolse un po' incerta. Non si aspettava la sua visita, ma lo invitò subito ad accomodarsi.

«Scusa l'improvvisata, ma ti ho dato buca qualche sera fa e mi sentivo in colpa...» le spiegò scompigliandosi nervosamente i capelli sulla nuca. In verità quella sera, alla fine, aveva raggiunto la casa di Marinette, ma l'aveva trovata già assopita sotto alle coperte e aveva preferito andarsene senza disturbarla.

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