Tutto ebbe inizio in una uggiosa giornata di pioggia, quando, uno dei ragazzi più famosi di Parigi, Adrien Agreste, uscendo da scuola, si accostò con tutta la naturalezza possibile alla sua nuova compagna di classe, una giovane graziosa di nome Marinette con cui aveva avuto un piccolo dissapore. Voleva davvero essere un ragazzo normale, con una vita normale e degli amici e lei era stata il primo passo per realizzare il suo desiderio più grande.
Quel giorno, con un banalissimo gesto, Adrien ci riuscì. Aprì il suo cuore a Marinette, le raccontò la verità sul loro screzio e le offrì la sua amicizia tramutandola in un gesto tangibile, offrendole il suo ombrello per ripararsi dalla pioggia. Glielo porse offrendo con esso un sentimento che desiderava provare da tutta la vita, inconsapevole che lei, accettandolo, avrebbe trasformato quell'amicizia in un'emozione ancora più forte: amore.
Quel giorno tutto ebbe inizio.
In quel tedioso giorno di pioggia, la storia di Adrien e Marinette ebbe inizio.
Come tutte le storie, però, avrebbe anche trovato una fine, ma nessuno avrebbe mai immaginato un simile epilogo.
Marinette era paralizzata, terrorizzata dagli avvenimenti che si erano susseguiti davanti ai suoi occhi, senza che lei avesse potuto fare niente per impedirlo. Quando la sua avventura aveva avuto inizio, quando aveva sfidato Papillon, non si sarebbe mai aspettata che sarebbero giunti a quel punto, che la pioggia di quel giorno che le aveva permesso di innamorarsi, potesse diventare così amara. Si sentiva impotente, costretta a osservare in disparte uno scontro a cui nessuno si sarebbe mai aspettato di assistere. Osservava il suo compagno di mille avventure battersi con le unghie e con i denti, rialzandosi sempre, a ogni colpo, a ogni batosta, accusando quelle parole taglienti e fingendo di farsele scivolare addosso come l'acqua che l'aveva inzuppato. Quanto avrebbe voluto essere al suo fianco e combattere, come era sempre stato, come era giusto che fosse. Ladybug e Chat Noir, sempre insieme, sempre alleati.
«Attento!» urlò quando vide il loro nemico scagliarsi su di lui e Chat Noir rotolare sull'asfalto bagnato, ferito nel corpo e nell'animo, esausto, ma deciso ad oltrepassare i suoi limiti.
«Buttami a terra, calpestami, insultami e scherniscimi, ma sappi che è tutto inutile, perché io non mi arrenderò mai! Non smetterò mai di combattere per il bene! Lotterò e metterò fine a questa follia!» urlò a squarcia gola, rompendo il silenzio assordante in cui si era chiusa la città, tornando all'attacco, più agguerrito che mai.
«Adrien...» mormorò Marinette stringendosi le braccia al petto, addolorata e disperata, sentendosi completamente inutile e colpevole. Erano state le sue scelte a portarli a quel punto, una determinazione sbagliata che era sfociata in presunzione. Se solo quel giorno all'acquario gli avesse detto la verità, se si fosse aperta e confidata con lui, invece aveva sviato il discorso, aveva finto che tutto andasse bene.
Se solo avesse saputo la verità, allora...
°°°
Mentre Kagami si era allontanata per andare al bagno, Adrien e Luka si erano offerti di andare alle macchinette a prendere da bere per tutti e Marinette si era attardata per mandare i compiti a Sabrina (in quanto rappresentante di classe), sapendo che Chloè non si sarebbe mai fatta l'onere di farlo. Mentre allegava tutti i file al messaggio per la compagna di scuola, cominciò a camminare finendo per arrivare nella sala delle meduse. La luce degli acquari attirò la sua attenzione spingendola a sollevare lo sguardo su quelle creature che fluttuavano nell'acqua, colorate e luminose, con quei tentacoli che si trascinavano come stupendi veli ricamati.
«Sono bellissime» mormorò a Tikki, rimasta incantata dal loro fascino, ma a risponderle fu una voce più grande e forte, proveniente dalle sue spalle, anziché quella della kwami.
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Rewind
FanfictionLa pioggia sconvolgeva Parigi da giorni. Gocce umide che lavavano l'aria, svelavano parole non detto, amori impossibili, segreti profondi. In un tedioso giorno di pioggia, la storia di Adrien e Marinette aveva avuto inizio. Come tutte le storie, per...