11.Rinuncia

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Adrien uscì dalla doccia strofinandosi i capelli umidi e rivestendosi molto svogliatamente, aveva la mente lontana, assorta nei suoi pensieri, negli accadimenti dell'ultimo periodo. In poco tempo, erano successe troppe cose: Ladybug, Marinette, sua madre... possibile che la ragazza che aveva sempre amato, fosse la stessa che si era accorto da poco di amare? Certo, sarebbe stato davvero meraviglioso se fosse stata davvero Marinette, avrebbe significato che l'incontro di quella sera non era stato casuale che, a prescindere da tutto, lei amava Luka e Adrien avrebbe dovuto farsi definitivamente da parte, perché era convinto che non sarebbe mai riuscito a competere con lui.

«Plagg, è possibile che Marinette e Ladybug siano la stessa persona?» chiese all'amico. In verità non si aspettava alcun tipo di risposta, al massimo una battuta con cui il kwami avrebbe cambiato argomento e che gli avrebbe risollevato il morale. Plagg, invece, sembrava assorto in pensieri ben diversi dal solito camembert, era preoccupato come Adrien non l'aveva mai visto, ma prima che potesse chiedergli qualcosa a riguardo un'edizione straordinaria del telegiornale calamitò l'attenzione di entrambi.

Le telecamere si erano tenute lontane dallo scontro tra Ladybug e il misterioso akumizzato che, come sottolineato da Nadja Chamack più volte, era reale, aggiungendo anche un rimprovero ai colleghi, accusandoli di aver portato scompiglio nella coppia di eroi, motivo per cui Chat Noir non era sul posto a dare man forte alla sua collega in evidente difficoltà. La giornalista fece la radiocronaca di ogni singolo movimento dell'eroina, ma non riuscì a trattenere lo sgomento quando l'ultimo fulmine scaraventò giù dalla torre Ladybug e il suo urlo giunse chiaramente ai microfoni della giornalista, mentre la troupe teneva l'obbiettivo puntato sulla macchia rossa che precipitava.

«CHAT NOIR!»

L'asciugamano sulla testa di Adrien scivolò per terra, mentre i suoi occhi si spalancavano per la paura e il respiro gli venne a mancare. Provò ad urlare, ma la voce gli rimase incastrata in gola per lo shock. Era colpa sua, lui era l'unico e solo responsabile di ciò che stava guardando, di ciò che stava accadendo a Ladybug.

«Cos'ho fatto...» bisbigliò, mentre il senso di colpa irrigidiva il suo intero corpo. Si scrollò a forza quel torpore, deciso a intervenire.

Era pronto a trasformarsi, sebbene fosse consapevole che non sarebbe servito a salvarla, quando accadde qualcosa di incredibile. Uno sciame di farfalle bianche frenò la caduta di Ladybug, lasciando tutti senza parole. La stessa Nadja tacque di fronte a quella nuvola bianca che sostenne l'eroina portandola via, lontano da tutti.

°°°

Papillombre non l'avrà vinta. Si disse Chat Noir, mentre saltava di tetto in tetto, serrando la mascella furioso con se stesso per aver fatto prevalere i suoi sentimenti sui suoi doveri di eroe.

Al suo arrivo sul posto, il ragazzo trovò le forze dell'ordine già sul posto e la zona recintata e transennata.

Chat Noir atterrò al centro della scena del crimine dove giaceva ancora lo yo-yo di Ladybug; senza di esso appresso, sarebbe stato pressappoco impossibile trovarla.

«Da che parte è andata?» chiese ai testimoni stringendo l'arma di Ladybug tra le mani.

Molti indicarono direzioni opposte, tutti molto confusi, ma furono i borbottii della folla che insinuava nuovamente che quella fosse una truffa ad accendere la scintilla che fece scoppiare Chat Noir.

«Mettiamo le cose in chiaro. Nulla di tutto ciò che accade ed è accaduto fino ad ora è mai stata una finzione! Abbiamo sempre difeso Parigi da problemi veri e reali, abbiamo sacrificato le nostre vite per tutti voi! Pensate davvero che ci interessi la gloria dell'essere supereroi?! Con tutto quello che abbiamo passato, le perdite, i sacrifici... voi ci accusate di aver finto tutto?! Di aver portato avanti una battaglia che non vediamo l'ora di terminare? E ora Papillombre ha preso Ladybug. L'avete istigato a dare il peggio di sé» sbottò in diretta tv, con la rabbia stampata sul volto mascherato. «E per ultimo, siete così sciocchi da credere che coinvolgerei una civile in questa lotta! Ancora di più se l'amassi. Continuate a credere a quello che vi fa più comodo, noi continueremo sempre a difendere la nostra città».

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