Chat Noir si lanciò in una folle corsa per le strade di Parigi, non aveva molto tempo, perché non era certo che i kwami avrebbero resistito a lungo. Ladybug era diventata davvero più forte e non aveva idea di quale potesse essere il suo vero limite.
Arrivato davanti alla pasticceria, si issò fino al terrazzo ed entrò dalla botola sopra al letto di Marinette. Ancora fradicio e infangato, sgocciolò acqua come uno straccio bagnato lasciando impronte fangose sul copriletto e sul pavimento quando balzò giù dal soppalco. Aveva sempre trovato quella stanza molto pittoresca, gli piaceva, trasmetteva un dolce calore familiare che lo faceva sentire il benvenuto. Guardò la parete davanti alla scrivania tappezzata di foto e ritagli di giornale. Tante immagini con il suo volto, con gli amici e le foto di classe.
Ricordava bene quel giorno, con quanta determinazione Marinette aveva lottato perché la loro amica non venisse esclusa, convincendo il fotografo a ritrarli fuori da scuola. A pensarci bene, ad Adrien sarebbe piaciuto avere una foto da solo con Marinette, invece tutto ciò che aveva con lei, erano brutte ed equivoche immagini scattate durante quel folle giorno in giro per Parigi dai suoi fan impazziti.
Gli scappò da ridere al pensiero di averla trascinata in giro per la città in pigiama e pantofole. Marinette non gli aveva mai spiegato perché fosse conciata in quel modo, ma era stato divertente intrufolarsi al cinema con quei buffi travestimenti.
Il petto iniziò a fargli male quando i ricordi scivolarono al momento in cui lo salvò, alla sua stretta, al suo sguardo carico di preoccupazione e sollievo nel momento in cui riuscì a prenderlo riportandolo a terra. L'aveva salvato così tate volte, che Adrien avrebbe lottato con tutte le sue forze, sfruttato tutte le sue risorse per riuscire a ripagarla.
Aprì un cassetto, in cerca della Miracle Box, invece trovò i joystick.
Altri ricordi dolci e caldi lo distrassero dalla sua missione: quel pomeriggio passato insieme a giocare in cui lei gli regalò il portafortuna che teneva sempre con sé. Istintivamente portò la mano al fianco dove custodiva il charm, sentendo di nuovo il dolore per i torti che le aveva fatto e che li avevano portati a quel punto.
Trovò poi le bambole di pezza chiuse in una scatola sotto alla scrivania: tutti i supereroi e i primi super cattivi affrontati all'inizio della loro folle avventura. Le fissò una per una studiando la cura con cui le aveva realizzate, i dettagli, soffermandosi poi sulla piccola Ladybug che prese dalla scatola. Strinse il pupazzo al petto, cercando di non lasciarsi sopraffare dalle emozioni. Marinette l'aveva sempre amato, eppure la notizia sembrava non averlo sconvolto particolarmente, era come se l'avesse sempre saputo e sempre ignorato. Tornò a guardare le bambole e pensò a Manon, le aveva fatte per lei e più di una volta si erano rivelate un'arma, se davvero il suo Lucky Charm era diventato uno strumento per riportare in vita i poteri degli akumizzati sconfitti, allora avrebbe dovuto fare il possibile affinché nessuno cadesse sotto al suo controllo. A malincuore tese una mano verso la cesta e mormorò: «Cataclisma...». Anche se Ladybug avesse evocato la bacchetta della Burattinaia, tutti loro sarebbero stati al sicuro.
Tornò a guardarsi intorno con aria apatica, in cerca del nascondiglio ideale tenendo ben stretta tra le mani la bambola di Ladybug, finché il suo sguardo non intercettò un altro oggetto del tutto estraneo alla sua ricerca primaria. Sapeva di non doverlo fare, che era sbagliato, ma vedere il diario di Marinette nel cofanetto aperto, fu una tentazione troppo forte.
Basta segreti.
Chat Noir aveva appena toccato la copertina, quando la scatola si richiuse imprigionandogli il polso.
«Ma che scherzo è questo?!» si spaventò saltando indietro, con la mano rinchiusa nella scatola, cominciando ad armeggiare con gli artigli per aprirlo, ma con scarsi risultati. Spaventato come un gatto con la coda pinzata in una trappola per topi, iniziò ad agitarsi sventolando la mano imprigionata qua e là, sperando di far scattare il meccanismo. Non servì a nulla, se non a fare un gran baccano.
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Rewind
FanfictionLa pioggia sconvolgeva Parigi da giorni. Gocce umide che lavavano l'aria, svelavano parole non detto, amori impossibili, segreti profondi. In un tedioso giorno di pioggia, la storia di Adrien e Marinette aveva avuto inizio. Come tutte le storie, per...