17. La dimenticata

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Gabriel non poté credere ai suoi occhi, il cuore gli esplose nel petto alla vista di quella spada che fendeva l'aria puntando al petto di suo figlio. Non era Emilie a spaventarlo e nemmeno i miraculous, il suo peggiore incubo era quello di trascinare suo figlio nei suoi errori e perderlo e si stava concretizzando.

Adrien trattenne il respiro, i suoi occhi erano fissi sulla ragazza sotto di lui, incredulo, sudato, ma con una sensazione di gelo che gli arrivò fino alle ossa. Nemmeno Ladybug riuscì a credere a quanto accaduto, non poteva distogliere lo sguardo da Chat Noir, ponendosi una sola domanda: "Perché? ".

La sua mano serrata intorno all'impugnatura della spada era umida, fredda e rigida. Si sentiva male, un dolore all'altezza dello stomaco che non voleva andarsene. Più lottava contro se stessa e più il suo corpo tremava.
Voleva davvero che quella punta affilata bucasse e trapassasse quel corpo che la sovrastava, ma il suo braccio non rispondeva più ai suoi comandi, la sua mano si rifiutava di spingere oltre.

«Marinette?» capì Adrien sgranando ancora di più gli occhi, se possibile, di fronte a quella possibilità, di fronte a quelle lacrime che rigarono il viso della ragazza.

Ladybug si sentì ribollire il sangue nel sentirsi chiamare in quel modo e tornò a contrastare quella forza. Non ci riuscì e mentre ancora tentava, Chat Noir toccò l'arma richiamando sottovoce il suo potere, disintegrandola.
Un urlo di rabbia e frustrazione uscì dalla bocca della ragazza che iniziò a invenire e dimenarsi, scacciando Adrien con un pugno in faccia.

«Perché?! Perché?! Perché?!»
«Perché non lo vuoi davvero» le rinfacciò lui strofinandosi lo zigomo arrossato dal colpo.

Ladybug aveva avuto infinite occasioni per prendergli l'anello, ma non l'aveva mai fatto, non ci era mai davvero riuscita, perché dentro di sé sapeva di non poterlo fare e quelle lacrime né erano la prova.

«Certo che lo voglio! Io ti odio! Vorrei non averti mai incontrato! Vorrei trasformarti in cenere!» sbraitò contro di lui, rendendosi conto di quanto il suo corpo si stesse battendo per impedirle di fargli ancora del male. Incapace di sfogare la sua frustrazione in violenza fisica verso il supereroe, evocò l'ennesimo Lucky Charm: un'immensa spada zambato che puntò contro il suo nemico.

«Stavolta non mi sfuggirai»
«Non è con quella che contrasterai la tua vera coscienza» la sfidò.
«Io giocattoli troppo grandi fanno solo più rumore quando si rompono» commentò sarcasticamente Ryuko affiancando il suo amico insieme agli altri supereroi che, uno alla volta, atterrarono intorno al ragazzo vestito di nero, pronti allo scontro. Tutti meno una.

°°°

I supereroi si ritrovarono nel raggio d'azione dell'enorme spada zambato brandita da Ladybug.
Nello stesso momento, un'ombra si gettò sotto ad essa. Era Carapace che, alzato lo scudo, intercettò la spada, il rumore dell'impatto fu assordante e il peso gli fece cedere per un momento il ginocchio, prima di riprendersi e reagire, respingendola.
Ladybug non demorse e usò lo scudo come appoggio per saltare e lanciare un fendente laterale. Fu la spada di Ryuko a impedirle di colpire Purple Tigresse e Pigella.

«Sei troppo prevedibile Ladybug» la prese in giro la schermitrice.

Parare quel colpo era stato difficile, sebbene non fosse esperta, Ladybug si stava dimostrando estremamente forte, infatti rincarò l'attacco con un secondo affondo che mise a dura prova la resistenza di Ryuko, spingendo la sua lama verso il basso e avvicinandosi alla sua testa, mentre la supereroina scivolava sull'asfalto bagnato.

In quello stesso istante, tracciando un lampo luminoso nella notte, un'altra spada colpì la zambato dal basso verso l'alto. Il peso della grossa lama si fece meno opprimente e Ryuko ne approfittò spingendo con tutte le sue forze. Al suo fianco c'era Papillombre che le rivolse un solo fugace sguardo, prima di tornare a concentrarsi sullo scontro.

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