Buonasera! Scusatemi tanto per questa lunga latitanza, il natale e il lavoro mi hanno impedito di editare gli ultimi capitoli, ma siccome oggi sono stata un po' più libera, sono riuscita a finire almeno questo capitolo. Buona lettura!
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Per giorni Marinette aveva sofferto di terribili mal di testa. Lo stress, si diceva, ma andavano e venivano senza un motivo. Una parte di lei sapeva che in qualche modo il suo malessere era legato al miraculous, ma non aveva mai voluto ammetterlo veramente.
Quando aveva consegnato i suoi orecchini a Papillombre, si era sentita liberata da un peso e quando ne era tornata in possesso aveva percepito che qualcosa non andava, ma li aveva indossati comunque.
Al sussulto del suo cuore, alla vista di Adrien che veniva ferito dal padre, qualcosa in lei aveva finito per rompersi aprendo la porta a un'entità malvagia che l'aveva avvolta strappandola dal mondo esterno, inghiottendola nel buio. Il distacco era stato doloroso, ma solo per pochi secondi, poi era stato il silenzio, la pace più assoluta. Marinette si era sentita avvolta da una coperta di tenebre che l'aveva cullata fino ad acquietare i suoi sensi, perdendosi in un fiume di pensieri confusi e insensati.
Silenzio, pace, calma, buio.
Buio, sonno, sogni.
Sogni, letto, notte.
Notte, stelle, luce.
Luce, bianco.
Bianco, nero.
Nero, gatto.
Gatto, Chat Noir!
Erano state le grida del ragazzo a risvegliarla.
Marinette l'aveva visto rotolare in mezzo al fango, stritolato dallo yo-yo e calpestato dal suo piede.
Perché stava facendo una cosa del genere?
Improvvisamente si era resa conto di non essere lei a muovere il suo corpo, a fare e dire quelle cose, Marinette stava osservando ogni cosa da uno specchio. Uno di centinaia intorno a lei, tutti diversi, tutti proiettati su momenti della sua vita.
In quale incubo era stata catapultata?
Ogni volta che spostava lo sguardo su una superficie vedeva un diverso momento della sua vita, da quando era nata agli ultimi giorni, sentiva la sua voce, le voci dei suoi genitori, dei suoi amici.
Si era soffermata a osservare il suo primo ricordo riflesso in uno specchio poco più avanti, la prima cosa che aveva visto e poco più in là aveva assistito ai suoi primi passi e poi il suo primo brutto voto in terza elementare, il primo litigio con gli amici...
Migliaia di eventi per migliaia di specchi e tutti in continua ripetizione.
Un loop infinito che aveva catapultato la ragazza nel suo passato, finché le urla di Chat Noir l'avevano riportata al presente dove quell'altra Ladybug stava torturando il ragazzo. Si era lanciata contro lo specchio battendo i pugni, chiamandolo, ma lui non l'aveva sentita e aveva implorato la ragazza che lo intrappolava, ignaro che quella non era la vera Marinette.
«Devo aiutarlo» aveva realizzato, non volendo starsene con le mani in mano. «Tikki, trasformami!»
Non era accaduto niente, Tikki non era con lei e non indossava nemmeno gli orecchini. Era sola, sommersa dai frammenti della sua vita e Chat Noir era là fuori a combattere da solo, a difendersi da una Ladybug che sembrava godere nel fargli del male.
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Rewind
FanfictionLa pioggia sconvolgeva Parigi da giorni. Gocce umide che lavavano l'aria, svelavano parole non detto, amori impossibili, segreti profondi. In un tedioso giorno di pioggia, la storia di Adrien e Marinette aveva avuto inizio. Come tutte le storie, per...