21. Rewind

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C'era stata un'inaugurazione, un grande evento a cui avevano preso parte il sindaco e molti giornalisti, ma che Marinette aveva completamente dimenticato, spezzando il cuore del povero artista che aveva finito per essere akumizzato.

Ad Alya si spezzò il cuore ripensando a quei giorni così leggeri e spensierati, quando i segreti della sua amica non le avevano ancora messo sottosopra la vita, quando la loro preoccupazione più grande era come spingere Marinette tra le braccia di Adrien. La ragazza si perse in quei pensieri, mentre, sotto alla pioggia, osservava la statua eretta in onore di Ladybug e Chat Noir e che da settimane era diventata il monumento più visitato della Francia. Ogni giorno, fiori, biglietti e peluche si accumulavano intorno a quell'omaggio agli eroi che avevano salvato il mondo.

In quelle settimane, Alya aveva reagito in modi molto diversi alla tragedia che li aveva colpiti e in quel momento stava provando una rabbia incontenibile. Incolpava Marinette per ciò che era accaduto, perché non le aveva voluto confidare ciò che le stava accadendo, ma allo stesso tempo riusciva a mettersi nei suoi panni e capiva le sue motivazioni.

«Se solo me l'avessi detto...».

In quel caso, cosa sarebbe cambiato? Lei avrebbe mantenuto il segreto, oppure piano piano il castello di carte sarebbe caduto e la situazione sarebbe nuovamente precipitata?

Non poteva saperlo, non poteva rimproverare la sua amica, perché aveva tenuto per sé un segreto così grande. Probabilmente, al suo posto Alya avrebbe fatto lo stesso.

La pace si era ristabilita, ma nessuno dei loro amici aveva potuto fare ritorno. Si erano dispersi tutti nel tempo, alcuni di loro avevano fatto la storia, avevano ritrovato i loro nomi sui libri, ma senza miraculous, fu pressappoco impossibile riportarli indietro.

«Non cominceranno a muoversi, se continui a fissarli», la riscosse dai suoi pensieri, Chloé affiancandola e osservando a sua volta la scultura dei due supereroi.

«Ed essere così acida non ti farà sentire meglio» le rispose di rimando Alya abbassando lo sguardo sulla montagna di peluche.

Non sentì il suono della notifica che arrivò contemporaneamente sul suo cellulare e su quello di Chloé che invece la lesse immediatamente «L'ha trovata» informò anche Alya, spegnendo nuovamente lo schermo, prima di rimetterlo nella borsetta

Pochi minuti dopo, le due ragazze si trovavano nell'androne d'ingresso di Villa Agreste insieme a Nino e ai loro kwami ed entrarono nello studio di Gabriel che in quelle settimane era stato trasformato in un laboratorio in cui ampolle e fornelli riempivano tutti i tavoli che quella stanza poteva contenere e in mezzo, il grimorio. Gabriel, Nathalie e Su-han l'avevano studiato per settimane in cerca di una soluzione, recuperando tutti gli ingredienti necessari a eseguire il rituale di riparazione degli orecchini e dell'anello che per tutto quel tempo erano stati custoditi rispettivamente da Alya e Chloé. Nonostante avesse offerto loro il suo aiuto, ancora non potevano fidarsi abbastanza di Gabriel da lasciare nelle sue mani entrambi i miraculous.

Dopo settimane di ricerche, però, la formula era pronta e i ragazzi avrebbero dovuto rischiare mettendo nelle mani del loro nemico giurato ciò che avevano lottato per custodire e che aveva portato Adrien e Marinette a morire.

«Siete sicuri che funzionerà?» chiese Nino, osservando i tre adulti di fronte a loro.
«Nulla di simile è mai stato documentato, ma ci spero» rispose il Guardiano restando fermo nella sua posa rigida con le braccia incrociate dietro alla schiena.
«Se non ci proviamo, non lo sapremo mai» s'intromise Gabriel prendendo un sacchetto di seta con il suo marchio stampato sopra; conteneva la pelle di una coccinella che, con molta delicatezza, posò su un piattino, proprio accanto a quello che sembrava un artiglio.
«Le ali di una coccinella fortunata e l'artiglio di un gatto sfortunato» elencò l'uomo. Gli ingredienti essenziali per completare la formula che avrebbe riparato i miraculous. Ingredienti non facili da trovare. Scovare una coccinella che avesse portato effettivamente fortuna a qualcuno, attendere che facesse la muta e rubare le sue ali e acciuffare un gatto nero che aveva realmente portato sventura a qualcuno che aveva incrociato il suo cammino, aveva occupato tutti loro per settimane intere, ma alla fine ce l'avevano fatta. Non restava altro da fare che portare avanti il rituale.

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