𝐰𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐧𝐚𝐦𝐞?

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Erano passati due giorni dal secondo Gran Premio d'Inghilterra. Loren aveva assistito alla gara insieme a Charlotte, che adesso era ripartita per Monaco.

L'avrebbe comunque rivista nel weekend, a Montmeló, dal momento che la gara successiva si sarebbe tenuta lì. Loren aveva da sempre sognato di visitare la Spagna, e quella si era rivelata l'occasione perfetta.

La ragazza si trovava nella sua stanza ormai da un quarto d'ora, a sistemare i bagagli. Mise in valigia diversi indumenti, tra cui l'ultimo abito acquistato, che avrebbe indossato alla festa di sabato sera. Inizialmente non era molto convinta di volerci andare, ma Charlotte l'aveva rassicurata, sostenendo che George non sarebbe stato presente.

A dire il vero, adesso che ci rifletteva meglio, anche se avesse dovuto vederlo non le sarebbe importato più di tanto. Negli ultimi giorni era riuscita a non pensare a lui; forse erano state le parole di conforto della madre, o forse le lunghe chiacchierate insieme alle amiche. Forse, invece, si era semplicemente resa conto che non poteva andare avanti in quella maniera.

Si sentiva quasi parte di un libro o di un film d'amore drammatico, dove la protagonista si innamora sempre della persona sbagliata. Quei racconti non le erano mai piaciuti, così eccessivi, sarebbe stato davvero ridicolo trasformare la propria vita in qualcosa di simile.

Quando terminò i bagagli si sdraiò sul letto, affaticata. Avrebbe soltanto dovuto riposare per qualche minuto, ma le sue palpebre si fecero pesanti e la condussero nel mondo dei sogni. Non seppe nemmeno dire per quanto tempo dormì, si risvegliò con il buio della sera.

Fece la doccia, indossò il pigiama e cenò insieme alla famiglia. Passò tutta la notte a vedere serie tv e a fantasticare sull'imminente viaggio in Spagna.

Il giovedì pomeriggio arrivò in un batter d'occhio, e così anche la partenza. Quando atterrò a Montmeló chiamò subito un taxi e si diresse verso l'hotel.

Arrivata in stanza lasciò la valigia e andò a cercare Charlotte che, stando ai messaggi che si erano scambiate poco prima, doveva trovarsi nei paraggi. In realtà fu piuttosto difficile trovarla: se ne stava nel giardinetto sul retro dell'albergo, gremito di gente.

«Lotte!» la richiamò, a gran voce.

La monegasca la individuò e corse a salutarla. «Ah, che bello vederti!»

«É passata soltanto una settimana dall'ultima volta che ci siamo incontrate.» la sorella di Norris rise leggermente.

«Mi sei mancata ugualmente!» la seguì a ruota l'amica. «Comunque sta per arrivare anche Caterina.»

«Qualcuno mi ha nominato?» la ragazza in questione apparve dal nulla.

«Cate!» Loren la strinse in un affettuoso abbraccio.

«É bello essere qui!» ammise l'italiana, sorridendo.

Presero posto sui divanetti e restarono a chiacchierare per un bel pò. A Loren sembrò di essere tornata indietro nel tempo, a quando tutto andava bene.

Quello non era di certo stato un periodo roseo per lei, ma adesso sembrava essersi sistemato tutto, più o meno.

Non parlava con George dalla sera in cui erano usciti insieme, non sapeva neanche se un giorno avrebbero ricominciato a parlarsi sul serio. Per il momento, però, avrebbero dovuto mantenere quelle distanze.

«Io proporrei un'uscita, domattina,» commentò Charlotte, ad un certo punto. «cosa ne pensate?»

Le altre due si dimostrarono subito d'accordo.

«Ci vediamo domani!» esordì Loren, per poi recarsi in camera.

Il viaggio le aveva messo una stanchezza assurda addosso, così non perse tempo e andò a coricarsi.

La mattina successiva fu davvero stravagante. Le tre amiche fecero una lunga passeggiata per le strade di Montmeló e vennero fermate da alcuni fan di Lando, Charles e Pierre, che vollero scattare delle fotografie. Restarono in giro fino a tardo pomeriggio, almeno fin quando non arrivò il momento di prepararsi per la festa.

Loren aveva già fatto la doccia e si era cambiata, ma aveva perso molto tempo a piastrare i capelli, quindi si ritrovò in ritardo. Prese il cellulare e la borsa e in tutta fretta lasciò la stanza. Ebbe la sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma probabilmente non era nulla di importante.

Fortunatamente Charlotte e Caterina l'avevano aspettata nella hall, così raggiunse il locale assieme a loro.

«Che bello vedervi!» le salutò Hanna, non appena arrivarono. «Cosa mi raccontate, ci sono novità?» chiese, quando si sedettero al tavolo.

«Le solite cose.» la monegasca fece spallucce.

«Ciao, ragazze.» Sebastian poggiò le mani sulle spalle della moglie.

Le altre lo salutarono e restarono a chiacchierare con lui e Hanna, per lo meno fino a quando Caterina non trascinò tutte sulla pista da ballo. Loren non si era mai sentita al suo agio a danzare in mezzo alla gente, ma provò comunque a lasciarsi andare, facendosi trasportare dalla musica.

Partì ben presto un lento, per cui la giovane lasciò la pista e si diresse verso il bancone, facendosi servire qualcosa da bere.

«Eccoti,» Charlotte la affiancò. «ti ho cercato dappertutto!» continuò, sedendosi accanto a lei.

«Mi hai trovato.» la sorella di Norris stava giocherellando con la cannuccia che aveva utilizzato per sorseggiare la bevanda, ormai finita.

«Tutto a posto?» le domandò la monegasca, portandosi i capelli da un lato.

«Sì.»

«Sicura?»

«Sì, sicura.» Loren sorrise di sbieco. Era davvero convinta che andasse tutto bene, e forse era così.

Meno di mezz'ora dopo si trovava già in hotel. Era piuttosto stanca, e la festa aveva iniziato ad annoiarla un pò.

Cercò la chiave della stanza all'interno della sua borsa, ma non la trovò, nonostante avesse messo tutto a soqquadro. «Accidenti!» mormorò, fra sé e sé. Ecco cosa aveva dimenticato prima di uscire!

Scese velocemente la rampa di scale e si recò alla reception. Quando arrivò non trovò nessuno, così iniziò a guardarsi attorno freneticamente.

«É inutile, io aspetto da venti minuti e non si é ancora fatto vivo nessuno.» esordì qualcuno alle sue spalle.

La ragazza si voltò di scatto e notò un giovane seduto su una delle tante poltrone color sabbia. Capelli castani e occhi blu, indossava una polo rossa con lo stemma della Ferrari.

D'improvviso Loren udì un rumore di tacchi a spillo. «Buonasera, posso aiutarla?» le chiese una donna sulla trentina.

«Sì, per favore. Ho accidentalmente dimenticato la chiave in camera e non so come entrare.»

«Non si preoccupi, adesso risolviamo. Torno subito.»

La biondina tirò un sospiro di sollievo. Come aveva fatto a dimenticare la chiave?

«Comunque non mi hai ancora detto il tuo nome.» la figura misteriosa la squadrò da capo a piedi, con un leggero sorriso.

Lei fece per replicare, ma la receptionist tornò e la esortò a seguirla. Loren lanciò un'ultima occhiata allo sconosciuto, poi imboccò le scale.

La donna riuscì ad aprire la porta grazie al passepartout, e l'altra la ringraziò.

Appena entrò in stanza si diresse verso il bagno e osservò la sua figura allo specchio. Aveva due borse sotto gli occhi, fortunatamente non troppo accentuate. Una bella dormita sarebbe stata sufficiente a farle sparire.

Non perse tempo e, dopo aver indossato il pigiama, si sdraiò sul suo letto, per poi addormentarsi quasi subito.

𝐇𝐀𝐓𝐄 𝐓𝐇𝐄 𝐖𝐀𝐘 // 𝘨𝘦𝘰𝘳𝘨𝘦 𝘳𝘶𝘴𝘴𝘦𝘭𝘭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora