𝐜𝐚𝐧 𝐲𝐨𝐮 𝐟𝐨𝐫𝐠𝐢𝐯𝐞 𝐦𝐞?

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Dopo la gara a Nürburg i ragazzi avevano deciso di rimanere ancora in Germania, poiché ci sarebbe stata una settimana di pausa prima del Gran Premio del Portogallo. Mick aveva proposto di recarsi nella casa di montagna della famiglia, e gli amici avevano accettato di buon grado.

«Quanto manca per arrivare?» domandò Caterina, in macchina con Charlotte e Loren.

«É la quarta volta che lo chiedi nel giro di cinque minuti!» sbuffò la monegasca, esasperata.

«Credo che manchi poco ormai.» rise invece la sorella di Norris.

Il viaggio si concluse una decina di minuti più tardi. Callum, Marcus e Mick si trovavano già sul posto, così tutti insieme aspettarono Alex, Lando, Charles, Pierre e Daniel, che non tardarono ad arrivare.

«Buongiorno!» Lando si scompigliò i capelli.

«Ciao, ragazzi!»

«Ci siamo tutti?» indagò poi Mick.

«In realtà no, manca ancora una persona.» esordì Alex, mettendosi le mani in tasca.

«Ah, già, avevi detto che avresti portato qualcun altro.» si ricordò il tedesco.

Pochi istanti dopo notarono un'auto avvicinarsi sempre di più; da essa scese George.

«Ciao.» li salutò, mentre Loren cercò lo sguardo di Callum senza nemmeno rendersene conto.

Ilott stava osservando l'altro pilota con un misto tra rabbia e preoccupazione.

«Dai, andiamo dentro, così sistemiamo le valige.» disse il padrone di casa. «Allora, qui al piano terra si trovano la cucina, il bagno e il salotto, dove c'è un divano letto per due persone. Sopra ci sono due stanze con i letti matrimoniali, tre stanze per gli ospiti con due lettini singoli in ognuna e infine ancora un bagno.»

I presenti si organizzarono e si sistemarono nelle camere, poche ore dopo si ritrovarono tutti a tavola. Marcus si era offerto di preparare il pranzo e adesso lo stava servendo.

«Non sapevo che te la cavassi così bene nei panni da chef.» Loren sorrise leggermente.

«Sì, devo dire che sono stato proprio bravo.» scherzò il neozelandese, dopo aver assaggiato gli spaghetti al sugo.

«Ricordi quando hai fatto il barbecue all'autodromo?» gli domandò Callum, divertito. «Stavi per incendiare tutto!»

«Ero ancora alle prime armi!»

«Per non parlare di quella volta in cui Robert e Dino hanno provato a preparare la pizza!» rise Lando, immerso nei propri pensieri.

«Mi ricordo,» Mick lo seguì a ruota. «l'impasto si era spiaccicato sul tetto!»

Dopo aver cenato, i ragazzi discussero su cosa avrebbero potuto fare quel pomeriggio.

«Io direi di andare in città, agli autoscontri,» propose Charles, sorridente. «devo prendermi la rivincita su Daniel!»

«Ci sto!» gli sorrise l'australiano.

*
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«Lo, sta attenta!» squittì Charlotte, sgranando gli occhi.

«Ma sono attentissima!» esclamò lei, alla guida della macchina dell'autoscontro.

Loren scansato appena l'auto di Caterina e Pierre, e adesso era scoppiata in una fragorosa risata.

«Sei matta!» continuò la monegasca, allarmata.

La sorella di Norris notò che tutti quanti si stavano divertendo parecchio, le uniche persone a non partecipare furono George e Alex, rimasti a parlottare lontano dal resto del gruppo.

La biondina si sentì lo sguardo di Russell addosso per quasi tutto il pomeriggio, non riusciva proprio a capirlo. Se prima pensava di conoscerlo, adesso si era resa conto che non era affatto così. George per lei era un libro chiuso, ormai.

Rifletté su quell'assurdo comportamento anche durante il tragitto verso casa.

«Tutto okay, Lo?» le chiese quindi Charlotte.

«Sì, non preoccuparti, mi gira solo un pò la testa.»

«D'accordo, tu riposati, io e Caterina andiamo a preparare la cena.»

L'altra annuì piano e si distese sul letto che condivideva con il fidanzato.

Si sarebbe trovata davvero lì, in montagna, se avesse saputo che George sarebbe stato presente? Lo avrebbe visto ventiquattrore su ventiquattro per quasi una settimana...

«É permesso?» domandò Marcus, sull'uscio della porta.

Loren alzò lo sguardo. «Certo, vieni pure!»

Armstrong prese posto sulla sedia situata di fronte al letto. «Stai bene? É da tutto il giorno che ti vedo strana.»

La giovane abbassò lo sguardo e si tenne il viso con una mano. «Sì, va tutto bene, solo un paio di pensieri.»

«É per via di George?» le chiese l'amico, e lei annuì.

Loren aveva raccontato anche a lui ciò che era accaduto con Russell, senza tralasciare alcun dettaglio.

«Gli altri cosa stanno facendo?» domandò poi, per sviare il discorso.

«Giocano alla Play. In pista saranno pure bravi, ma sul campo da calcio sono un pò negati!» rise Marcus, contagiandola. «Hanno disputato varie partite, tuo fratello ha subito perso contro Daniel. Adesso c'è la finalissima, Callum contro George, chissà chi vincerà...»

«La cena é pronta!» urlò Caterina, dal piano di sotto.

«Su, andiamo.» il neozelandese sorrise.

La bionda lo seguì così fino alla cucina, dove si trovavano già tutti. Marcus si sedette di fianco a Mick, mentre Loren prese posto accanto Callum e di fronte George.

«Domani che si fa?» commentò Pierre, bevendo dell'acqua.

«C'è una pista di pattinaggio, poco distante da qui.» li informò il tedesco. «Se volete, potremmo farci un salto.»

«Tutto pur di vedere mia sorella alle prese con i pattini!» Lando provocò una risata generale.

«Che divertente!» ironizzò lei, alzando gli occhi al cielo.

«Vorrà dire che ti aiuterò io.» Ilott le sorrise dolcemente.

Il gruppetto restò a chiacchierare fino a tardi. Callum era stanchissimo, ed era già andato in camera, la fidanzata, invece, decise di uscire in veranda, nonostante facesse piuttosto freddo. Quando vi mise piede, però, si rese conto di non essere sola.

«Loren.» George si voltò verso di lei.

«Scusami, non pensavo ci fossi tu.» si affrettò a rispondere l'altra. «Vado via.» aggiunse, e fece per tornare indietro.

«Puoi rimanere, tranquilla, non mi dà fastidio.»

Sembrava più una supplica, che un invito. La ragazza accennò un piccolo sorriso e si strinse nel suo maglione, non in cerca di calore, ma in cerca di coraggio.

Regnò il silenzio per circa dieci minuti, durante i quali i due mantennero una certa distanza.

«Mi dispiace, per tutto quanto.» ammise Russell, osservando l'orizzonte. «Il mio comportamento é stato davvero orribile.» proseguì, pensieroso. «So che non ci sono scuse, ma vorrei soltanto che tu potessi perdonarmi, in qualche modo.» rivelò, voltandosi a guardarla.

Loren abbassò lo sguardo, non sapeva bene cosa dire.

«Potremmo tornare ad essere amici?» le chiese lui, pochi istanti dopo.

Ci volle qualche secondo prima che la biondina aprisse bocca. Le era già balenata in mente l'idea di perdonarlo, dopotutto non sarebbe servito a nulla restare ancora in collera con lui.

«Sì, credo di sì.» affermò quindi, guadagnandosi un sorriso sincero da parte del pilota. «Vado, adesso, buona notte.» concluse, prima di lasciare la veranda.

𝐇𝐀𝐓𝐄 𝐓𝐇𝐄 𝐖𝐀𝐘 // 𝘨𝘦𝘰𝘳𝘨𝘦 𝘳𝘶𝘴𝘴𝘦𝘭𝘭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora