𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐬𝐨 𝐰𝐫𝐨𝐧𝐠

436 21 5
                                    

La vacanza era purtroppo giunta al termine. Quel sabato sera i ragazzi avrebbero dovuto prendere l'aereo che li avrebbe portati direttamente a Portimão, dove si sarebbe tenuta la gara successiva.

«Non posso crederci!» esclamò Loren, in preda al panico.

«Che succede?» le domandò Charlotte, allarmata.

«Ho dimenticato il cellulare a casa!»

«Non preoccuparti, possiamo tornare indietro.» continuò la monegasca, pronta a fare retromarcia.

«Ma così arriveremo in ritardo, non voglio che perdiate l'aereo per colpa mia! Voi andate, io chiedo a mio fratello di farmi compagnia e poi vi raggiungeremo all'aeroporto.»

«Sicura?»

Loren annuì e scese dall'auto di tutta fretta. Avvisò Lando tramite messaggio e percorse la strada all'indietro.

Quando arrivò presso l'abitazione si meravigliò nel trovare George nel salotto. «Cosa ci fai qui, non eri già con gli altri?»

«Sì, ma avevo dimenticato dei vestiti dentro l'armadio e, dal momento che anche io dovevo tornare qua, tuo fratello mi ha chiesto di aspettarti.»

«Oh, d'accordo.» mormorò lei, per poi salire al piano di sopra.

Cercò il suo cellulare per almeno cinque minuti, fin quando non lo trovò dietro ad una cornice sul comodino.

«Possiamo andare?» chiese il pilota, quando la vide tornare in salotto.

«Sì.» l'altra lo seguì fuori casa.

Il tragitto in auto fu molto silenzioso, se non fosse stato per le canzoni alla radio quel viaggio sarebbe stato terribilmente noioso.

«Cavolo, c'è troppo traffico oggi!» sospirò Russell, rendendosi conto che ormai erano rimasti bloccati in un ingorgo di macchine.

«L'aereo parte fra dieci minuti.» esordì la ragazza, controllando l'orario.

«Non arriveremo mai in tempo.» sbuffò George, scocciato.

E non si sbagliava, affatto. Arrivarono all'aereporto con almeno mezz'ora di ritardo, così dovettero cercare un ulteriore volo.

«Qui dice che non ci sono voli disponibili per i prossimi tre giorni.» affermò Russell, con gli occhi incollati allo schermo del suo cellulare.

«E come facciamo?»

«Non ne ho idea... credo che ci tocchi restare qui. Adesso chiedo a Mick se possiamo rimanere a casa sua.» sentenziò lui, chiamando il tedesco.

La giovane si allontanò di poco e scrisse un messaggio a Lando, nel quale lo metteva a corrente della situazione.

«Hey, Mick mi ha detto che non c'è alcun problema.» spiegò George, avvicinandosi a lei. «Andiamo, adesso, quando arriveremo a casa prenoterò i biglietti per il primo volo disponibile.»

Loren annuì e lo seguì verso l'uscita. Non appena si ritrovarono nell'abitazione, il suo cellulare iniziò a squillare. «Vado un attimo in camera.» disse, sparendo su per le scale.

Sul display lesse il nome di Callum, così si affrettò a rispondere. «Pronto?»

«Lo,» esclamò Ilott, piuttosto preoccupato. «Mick e Lando mi hanno detto cos'è successo, va tutto bene?»

«Sì, é okay, mi dispiace solo che non potremo vederci per qualche giorno.»

«Già, e in mi fa molto piacere che tu sia lì da sola con George.»

«Dai, Cal, sta tranquillo.»

«Io mi fido di te, Lo, é di lui che non mi fido più.»

«Non devi preoccuparti, davvero.» lo rassicurò la fidanzata, sorridente. «Ora devo andare, dobbiamo prenotare i biglietti e preparare la cena.»

𝐇𝐀𝐓𝐄 𝐓𝐇𝐄 𝐖𝐀𝐘 // 𝘨𝘦𝘰𝘳𝘨𝘦 𝘳𝘶𝘴𝘴𝘦𝘭𝘭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora