capitolo 20

1K 41 14
                                    

devo ammettere che vittoria sia davvero tanto carina, ma è una enorme rompi coglioni.
è tutto il giorno che parla solo e soltanto con arianna, se le diciamo qualcosa fa finta di nulla.
a lei, ovviamente, non frega assolutamente nulla.
ho approvato ad approcciarci tre volte e, tutte le tre le volte, ho avuto voglia di tirarle i capelli.
è antipatica, vanitosa, bipolare e stronza.
"e quindi uno di questi giorni usciamo" dice ambro, facendomi ritornare sul pianeta terra.
io, lui e jenny siamo seduti a tavola e stiamo parlando di michele.
le altre due sono sul divano abbracciate che ridono.
"io vi shippo" dice la bionda felice.
"io pure"
"non fate le sciocchine".
non so perché, ma questa frase mi spezza così tanto che inizio a ridere fortissimo. così tanto da attirare l'attenzione delle due.
quella antipatica mi guarda male, mentre arianna alza un sopracciglio.
ovviamente non do retta a nessuno e inizio a raccontare a jenny di tutte le volte in cui ambro mi ha fatta schiantare.
arriva una certa ora e decido di andarmene, data la noia.
mi alzo e, senza dire niente a nessuno, vado in bagno. mi sistemo allo specchio e guardo l'ora sul telefono. sono ancora le sette. credo che tornerò a casa e mi preparerò la pasta.
"vabbè, vado. ci sentiamo domani" dico, dopo aver preso la mia roba.
ambro e jenny mi salutano lanciandomi dei baci. vittoria sventola la mano. l'ultima rimasta si alza e si avvicina a me.
"dove vai?"
"a casa"
"come mai?". mi sistema i capelli e mi sorride.
"devo sistemare delle cose" mento.
"va bene, se vuoi dopo ti chiamo".
prova a lasciarmi un bacio sulla guancia ma mi sposto ed esco dalla porta, dopo aver risposto con un semplice "ok".
non ho palesemente voglia di tornare a casa a piedi, ma credo di doverlo fare per forza.
per la strada non c'è quasi nessuno. non ne capisco il motivo, dato che è ancora presto, ma comunque credo che sia molto meglio così.
la mia voglia di picchiare qualcuno è alta, molto.

arrivata a casa decido di scrivere a giacomo, per sapere come stia andando laggiù.
"va tutto molto bene"
"sono felice" ammetto.
riempio una pentola di acqua e la metto sul fuoco.
dopodiché vado in bagno e stendo i panni.

mangio la mia pasta al pesto guardandomi how i met your mother, tranquilla e spensierata.
successivamente metto calcutta con alexa e ballo per tutta la casa.
quando mi chiama arianna corro in camera e rispondo col fiatone.
"minchia, hai scopato?"
"stavo ballando e cantando calcutta"
"ah capisco". ridacchia. riesco a vedere il suo sorriso trasformarsi in un'espressione seria.
"beh? perché sei andata via?"
"non avevo voglia di stare lì, semplicemente."
"ma perché?" chiede
"boh, non mi calcolavi"
"oh mio dio, non iniziare"
"arianna, non sto dicendo nulla"
"vabbè, non esisti solo tu"
"non esisto solo io come non esiste solo lei. non mi hai letteralmente parlato e sei rimasta abbracciata a quella per tutto il giorno". alzo la voce un pochetto e me ne pento subito dopo.
"oh, che palle. non volevo, mi dispiace".
sbuffo e resto in silenzio per un po'.
"mi ha dato noia quando ti sei spostata mentre stavo per baciarti"
"vittoria si sarebbe ingelosita"
"ti uccido".

improvvisamente sento il suo profumo, proveniente dal mio cuscino.
"arianna, mi manchi"
"ci siamo viste poco fa"
"mi manchi lo stesso"
"anche tu mi manchi, livia".
inizio a sentire le farfalle nello stomaco.
"vieni qui?" chiedo, provando a non piangere per non so quale motivo.
"arrivo, aspettami"

profumo di rosa // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora