capitolo 5

1.1K 43 10
                                    

finisco la pasta di mamma alle 14:30, circa.
"com'è milano?" chiedo curiosa. devo ammettere che mi manca un po', adesso.
"ah sì milano" dice giacomo, sbuffando.
"nulla di che, ho trovato un ragazzo".
rimango scioccata dalla sua affermazione e quasi mi metto ad urlare.
"mantieni la calma!" dice mio fratello, provando a calmarmi.
giusto.
"sono felice".
"invece come va da ambro?"
"tutto bene, circa. cioè sì, è figo"
"ambro?"
"giacomo sono lella. no, intendo stare con ambro."
"ahhh, capisco. e... arianna l'hai mica vista?"
"no" rispondo.
"menomale, dai".
non voglio far preoccupare mio fratello. odia arianna, davvero tanto.
è molto protettivo nei miei confronti, nonostante quello piccolo sia lui. ha solo due anni meno di me.
"quando dovresti andare via da casa di ambro?"
"credo che verrò via oggi. sai, dovrebbe tornare arianna stasera."
"dobbiamo andare a prendere le valigie?" chiede mamma, entrando in stanza.
"sì, è meglio che vada ora".
"allora ti accompagno, ti aiuto"
"no mamma, è solo una borsa"
"vabbè, veniamo lo stesso, così non vai a piedi". accetto l'offerta e usciamo di casa. entriamo in macchina ma prima di partire decido di scrivere ad ambro.

ambro, posso passare
a casa per prendere
la borsa o interrompo
qualcosa?

la sua risposta non tarda ad arrivare, fortunatamente. fa caldo in macchina e non ho voglia di restarci per troppo.

sisi amo, puoi venire.

vai via?

sì amo, mamma e
giac sono a roma e
vado da loro per non
disturbare

a me fa piacere averti qui, cosa dici

sì, ma dai vado, sono
stata abbastanza

una notte amo?

ambro<3

che palle!! va bene passa.
però vieni a trovarmi

alessandro, dove vuoi
che vada? sono sempre
a roma

👺👺👺

do il permesso a mamma di avviarsi presso casa ambrosino e del giaccio. che cosa filosofica.
"possiamo salire pure noi?" chiede giac.
"mi manca ambro"
annuisco, non penso ci sia alcun problema.
arriviamo lì dieci minuti dopo, per colpa dei mille semafori. casa mia non è tanto lontana dalla loro.
suono il campanello e una voce allegra risponde al citofono.
"chi è?"
"sono io, apri"
apre il portone. mia madre mi guarda, forse divertita dalla scena.
"mi aspettavo un sono lillo da te" dice giacomo.
gli faccio la linguaccia ed entro.
"amo ciao" dice ambro.
saluta mamma e mio fratello, mentre io vado a prendere la borsa.
mentre cammino verso camera di ambroje vedo arianna uscire da camera sua.
"ciao, stavo per scriverti. tutto bene?"
"sì?"
"ah ok, perfetto. entri un attimo?"
"dove?"
"in camera"
la seguo confusa ma non faccio domande.

mi fa cenno di sedermi sul letto e, naturalmente, lo faccio. lo avrei fatto anche senza il suo consenso.
si mette di fronte a me a gambe incrociate e inizia a fissarmi.
"beh?"
"dovremmo parlare di quello che è successo"
"oh madonna, è successo mesi fa. stai ancora lì?" chiedo, come se io non fossi rimasta lì.
"no. cioè sì. insomma, se non fossi venuta non ti avrei mai scritto"
"ecco"
"vabbè quindi mi hai perdonata?"
"ti pare?"
"lo speravo"
alzo gli occhi al cielo. sto iniziando ad innervosirmi.
"dai insomma, lo hai detto tu che è successo mesi fa"
"sei stata una stronza"
"non ti ho mai tradito e tu lo sai" dice.
"come, scusa?"
"ho solo detto ad alice che la amavo. era un semplice ti amo. sai la storia che c'è stata tra di noi."
"wow, vuoi un applauso?" chiedo, ironicamente.
"livia, io e ali ci siamo lasciate in un modo del cazzo. è ovvio che provassi qualcosa per lei. ma non volevo nulla di più, solo dirle che nel mio cuore ci sarebbe stata sempre, in un posto piccolino. le ho pure detto quanto amassi te e..."
non la lascio finire e rispondo "ho capito".
questa storia me l'ha ripetuta almeno ottocento volte.
"se hai capito perché mi odi?"
"per tutte le cose che mi hai detto quando l'ho scoperto. mi hai offesa in tutti i modi possibili, mi hai rinfacciato le cose, mi hai pure fatto odiare il mio corpo"
"se fossi stata lucida non avrei mai detto niente del genere , sai che non lo farei mai".
"lo hai fatto lo stesso" rispondo.
"sì, ero nervosa"
"wow, bel modo per giustificarsi, complimenti."
sbuffa. l'unica cosa che riesce a fare è sbuffare. davvero?
"senti. ti amavo davvero, non sai quanto."
sento mio fratello chiamarmi.
"ari, devo andare"
"dove?"
"a casa" dico.
"casa qui a roma, spero."
"sì"
"allora possiamo continuare a parlarne?"
scrollo le spalle e mi alzo dal letto.
"aspetta".
corre vicino al mobile bianco, afferra il profumo e me ne spruzza un po'.
"a quale scopo?" chiedo.
"non lo so, ti piace il mio profumo."
"bello, adesso la mia felpa sa di rosa e gelsomino" rispondo sbuffando e uscendo dalla camera.

🌹rawr🌹

profumo di rosa // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora