"io ti ucciderei" urla jenny contro ambro, che abbassa lo sguardo pieno di sensi di colpa.
"aveva detto che sarebbe tornata venerdì" ribatte lui.
do un morso alla mia pizzetta, mentre guardo i due urlarsi addosso.
in queste situazioni divento una bambina e non riesco a proferire parola.
dopo un dibattito, durato circa mezz'ora, finalmente mi guardano.
io sto in silenzio, camminando dietro di loro.
"buona la pizzetta?" mi chiede ambro, guardandomi dolcemente.
lo guardo male per la troppa dolcezza usata nei miei confronti, ma annuisco in risposta.
"potevi darmene un po" dice jenny, ridendo.
"no" dico solo, continuando a camminare.
quando arriviamo davanti casa chiudo gli occhi per qualche secondo, respiro profondamente e accelero il passo.
ho bisogno di sdraiarmi, sperando non ci sia arianna.
se ci fosse arianna probabilmente non riuscirei ad addormentarmi, tantomeno a mangiare.
ambro apre la porta lentamente, entra in casa e rimane fermo per qualche secondo.
"beh?" chiede jenny, guardandolo storto.
"entrate".
mi accomodo sul divano, tremando dal freddo e pensando alla mia pizzetta, ormai finita.
tutto d'un tratto mi viene sete e mi alzo per andare a prendere un bicchiere.
sul tavolo della cucina vedo un post-it giallo e, curiosa, lo leggo.
"non sono in casa. non aspettatemi, vado da ale, perché è il compleanno di un nostro amico. ciao, buona giornata. ari<3".
sento improvvisamente caldo e mi appoggio ad una sedia, passandomi una mano sulla fronte.
"perché sei rossa?"
jenny mi risveglia dai miei pensieri e, facendo finta di nulla, inizio a cercare il bicchiere.
"devo bere" dico.
"i bicchieri sono nel secondo sportello in alto".
ormai conosce più questa casa che la sua, ed è abbastanza buffo.
"Jenny, cazzo" urla ambro, dopo essere entrato in stanza e aver aperto il frigorifero.
"non abbiamo cibo".
rischio di sputare l'acqua per il modo in cui l'ha detto.
"ma letteralmente nulla, è vuoto cazzo!"
"ordiniamo qualcosa, no?" chiedo.
"non ho soldi nella carta, devo ricaricarla. credo che andrò a fare la spesa, una grande spesa.". si gratta la testa, penso per il nervoso.
"qualcuno deve venire con me, però".
non ho palesemente voglia di uscire e faccio andare jenny.
appena usciti cerco di ricordarmi dove sia camera di ambro. ha messo il mio borsone là dentro. giro per il corridoio esaminando ogni porta.
no, non mi ricordo dove stia ambro.
apro una porta totalmente a caso ma capisco di aver sbagliato dalla presenza di un gabinetto, una doccia e un lavandino.
ridacchio e apro un'altra porta.
un profumo di rosa mi avvolge le narici. capisco di essere entrata in camera di ari dal quadro appeso al di sopra del letto. ho sempre amato quel quadro.
so che odia quando le persone le entrano in camera ma, sinceramente, non mi interessa. un po' come a lei non interessa di me.
non capisco come faccia ad essere in ordine. quando venivo qui il letto era sempre disordinato, il comodino era pieno di bicchieri, fazzoletti, cartacce...
mi avvicino al mobile bianco. è pieno di accendini, vinili e cd. c'è anche pora. credo che dovrebbero cambiarle l'acqua.
vedo la boccetta del profumo che usa da un po'. l'ho sempre amato. glielo rubavo ogni volta.
ok, rubavo anche quello di ambro.
vedo una scatolina piena di anelli e bracciali.
tra questi vedo, in particolare, un braccialetto. eravamo andate insieme a Porta Portese e le avevo preso un bracciale e un anello, solo che quest'ultimo non è presente. ammetto che da una parte spero che lo stia indossando.
aveva detto che avrebbe buttato tutti i ricordi che avesse con me, ma a quanto pare non è così. ci siamo lasciate letteralmente cinque mesi fa e ancora la sua camera è piena di me.
a me non piace per niente questa cosa.
esco dalla stanza e chiudo la porta. credo di non aver lasciato tracce. appena trovo la camera di ambro apro la borsa, prendo una felpa e mi cambio. quando sento la porta aprirsi, però, mi nascondo. sono sicura che non siano ambro e jenny. li avrei sentiti e sono appena usciti. arianna, però, doveva essere da alessio.
i miei occhi diventano lucidi, ma cerco di mantenere la calma. non ho due anni e se mai dovesse vedermi dovrò mantenere la calma. devo stare calma. sono abbastanza matura per farlo. vedo con la coda dell'occhio un gattino. ambro me l'aveva detto e me lo sono completamente scordato. non so se sentirmi una merda o una cretina. non ricordo mai nulla. nel dubbio entrambi.
siccome la porta della camera è chiusa mi siedo sul letto di alessandro e accarezzo il meraviglioso gattino, come se non ci fosse una persona in casa e quella persona fosse, probabilmente, arianna. beh, primo step per mantenere la calma.
"ambroje?" urla qualcuno.
sì, è lei.
"ambroje? ci sei? dove cazzo sei ambroje".
la sento borbottare qualcosa di indecifrabile.
"FENDER?".
improvvisamente la porta si apre e mi ritrovo, per la seconda volta, arianna davanti.🌹aia🌹
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profumo di rosa // ariete
Hayran KurguLivia e Arianna non credevano di rincontrarsi dopo essersi lasciate mesi prima. per colpa di un equivoco tra ambro e arianna le due si trovano una di fronte all'altra. il loro incontro potrebbe confermare o ribaltare la situazione. cit. il magico a...