capitolo 17

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mi sveglio con un centinaio di baci da parte di arianna. non mi alzavo così da troppo tempo, che bello.
"buongiorno, svegliati".
dalle mie labbra esce solo un mugolio confuso, mentre mi metto seduta a gambe incrociate.
mi passa una maglia e dei pantaloni corti, mi vesto e scendo dal letto.
"tutto bene?"
annuisco e mi avvicino a lei. decido di abbracciarla senza un serio motivo, semplicemente ne ho bisogno.
inizialmente rimane pietrificata ma poi ricambia dolcemente mettendomi le mani attorno ai fianchi.
mi era mancata.
"cos'è questo affetto di prima mattina?" chiede ridendo.
"non so, è il tempo" rispondo.
le lascio un bacio veloce e usciamo dalla stanza. ci dirigiamo in cucina, dove vediamo un ambro in piedi con una vestaglia lunga fino ai piedi. ha una faccia neutra, fredda.
"tutto ok alessandro?" gli chiede arianna, avvicinandosi.
"sì, più o meno".
"cos'è successo?" domando preoccupata.
"nulla, solo che michele non mi risponde da giorni, quando l'ho incontrato sulle scale mi ha ignorato. in più stanotte non ho dormito per colpa vostra."
mentre ci versa un po' di tè si brucia la mano. fa volare la teiera in terra e si brucia anche il piede.
lo sentiamo urlare per la prima volta. è arrabbiato, nervoso,  triste,  e freddo e sta per esplodere.
"ambrosí, tutto bene?". ari si alza di scatto e va a prendere uno straccio per pulire in terra.
io nel frattempo lo faccio sedere su una sedia e provo a calmarlo. gli accarezzo la mano, mentre lui si lamenta per il dolore.
"vuoi dormire?" chiedo.
"sì, voglio dormire".
lo accompagno in camera e lo faccio sdraiare lentamente. gli levo la vestaglia e gli metto la coperta.
"amo, mi vai a prendere del ghiaccio?"
ovviamente acconsento e vado a prenderlo.
"ari, hai del ghiaccio?"
"amore non lo so, non credo".
la guardo mentre si sposta verso il freezer.
mi ha chiamata amore, inutile dire che mi ha migliorato il mood.
"no, non ho del ghiaccio"
"potresti andare a prenderlo?" chiedo, facendole gli occhi dolci.
"sì va bene ma non potrò farglielo usare subito".
decido di prendere una busta di spinaci congelati e gliela metto sul piede destro.
"grazie amo, ti voglio bene".
è quasi buffo quando è triste.
è sempre e comunque così dolce.
"vado a prendere il ghiaccio al supermercato, torno subito ok?".
la salutiamo e se ne va, lasciandoci soli.
mi sdraio accanto a lui per fargli compagnia e lo coccolo un po'. per me è un bambino da proteggere e nessuno mi farà mai cambiare idea.
"quindi con michele niente?" domando, provando a farlo sfogare.
"nulla, niente di niente. va bene così, non mi stava poi così tanto simpatico".
"se vuoi ti faccio conoscere un amico. se vuoi eh, magari lo faccio venire un giorno". scoppiamo a ridere.
"e te con arianna? come va?"
"non lo so" dico, sorridendo imbarazzata.
"stanotte vi ho sentite, la prossima volta provate a fare più piano, ok?"
"scusa, non volevo"
"no, tranquilla. non è un problema. l'importante è che voi siate felici. lo siete, no?"
"non stiamo insieme" dico per rassicurarlo.
"vi auguro di ricongiungervi, siete perfette insieme. è inutile da negare".
fender si stende sopra di lui. iniziamo entrambi ad accarezzarlo.
"sicuro che ne vale la pena?"
"di mettervi insieme?" domanda.
"sì" rispondo semplicemente, sistemandomi i capelli.
"certo che ne vale la pena. sicuramente non è solo amicizia la vostra e si vede da tre chilometri di distanza"
"ma sei miope" dico scherzando.
mi tira una botta sulla spalla e scoppia a ridere.
sono felice che stia meglio.
dopo pochi minuti si addormenta, lasciandomi sola tra i miei pensieri.
mi addormento anche io poco dopo.
appena arriva ari si mette di fianco a me e inizia ad accarezzarmi i capelli.
mentre faccio finta di dormire penso a quanto sia fortunata ad averla di nuovo al mio fianco, anche se non è niente di serio.
fender continua a girare sul letto e a saltare, rischiando di svegliare il poro, ma non ci faccio tanto caso.
in fin dei conti sono tra le braccia della persona a cui tengo di più al mondo.

profumo di rosa // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora