Capitolo quattordici. Ti amo

2.7K 112 1
                                    

"E io sono Pierluigi"
strinse la mano timidamente anche al padre, dopo essersi presentata alla madre. La tavola era imbandita di cibo e tutto aveva un buonissimo profumo. Lidia, la madre di sangio, invitò entrambi ad accomodarsi al lato opposto al loro.
"Spero sia tutto di tuo gradimento Giulia"
"Sicuramente"
servì della semplice pasta al sugo con della mozzarella e si sedette anch'ella.
"Ci ha detto Giovanni che balli"
"Si, da quando ho tre anni".
"E che stili fai?"
"In realtà un po' di tutto. Ovviamente sono ferrata nel modern e nell'hip hop soprattutto"
E passarono il pranzo a chiacchierare e conoscersi meglio. Giulia aveva un po' d'ansia, ma fu felice di scoprire che i genitori di sangio erano delle persone molto amabili e alla mano, fecero di tutto per metterla a suo agio e questo non potè far altro che rendere sereni entrambi, sia lei che lui.
Dopo pranzo salirono di sopra nella stanza di sangio. Era abbastanza accogliente, ma appena entrata subito si ricordò di ciò che sangio le raccontò quel pomeriggio, di quando lui si chiudeva in stanza e dava a pugni il muro. Si fermò dinanzi alla parete, la toccò e la fissò per qualche secondo.
Dopo spostò lo sguardo verso la mano di sangio e gliela prese accarezzandogliela, per evitare che le dita si muovessero. A quel tocco il ragazzo quasi subito si calmò.
"Allora che ti va di fare?"
"Facciamo un gioco?"
"Un gioco? Io pensavo di guardare un film"
"Perché tu non sei creativo, un film è troppo banale".
"Daje spara, quale gioco?"
"Indovina la sigla dei cartoni animati"
"Eh?!"
"Io canticchio la sigla di un cartone animato e tu devi indovinarla"
sangio scoppiò a ridere e Giulia gli tirò un cuscino.
"Monello, che te ridi"
"Ok vai"
Giulia optò per canticchiare la canzone del suo cartone preferito, Tre gemelle e una strega. Ma sangio continuava a fissarla con uno sguardo interrogativo.
"Ma cos'è?!"
"Ihhh, non conosci Tre gemelle e una strega. Mannaggia"
"Mai sentito neppure nominare"
Giulia subito spalancò gli occhi, facendo una faccia quasi offesa.
"È il mio cartone preferito. In pratica sono tre gemelline che fanno danni e poi a fine puntata risolvono tutto e questo per tutte le puntate. So tipo me però in tre" disse ridendo e stendendosi sul letto di lui.
Sangio fece lo stesso ed iniziò a farle il solletico.
"Com'è che mi hai detto ieri? T'estimo?"
Lei rise ancora di più.
"Me lo dici bene?" e si fermò.
"Mannaggia" cominciò a farle il solletico ancora più forte fin quando lei, rassegnata, sussurrò "ti amo", coprendosi i lati della bocca, quasi come per sussurrargli un segreto.
"Ti amo" e lui fece lo stesso. Restarono con il sorriso stampato in volto a fissarsi per svariati minuti, fin quando lui non riportò entrambi alla realtà.
"Fammene vedere una puntata allora di Tre gemelle e una strega"
Sangio prese il computer e guardarono due episodi del cartone. Più che guardare il cartone lui guardava lei, non facendosi scoprire. Adorava il modo in cui rideva e tornava una bambina quando le gemelle combinavano disastri e sorrideva quando lei sussultava quando stava per accadere qualcosa di brutto.
"Sei una bambolina"
Lei gli sorrise e stettero un po' sul letto, a scambiarsi baci e coccole.
"Ti dispiace accompagnarmi da Sam? È che abbiamo l'incontro con Todaro e quindi non vorrei fare tardi"
si misero le scarpe e scesero di sotto. Giulia salutò i genitori di sangio, ringraziandoli per il pranzo e promettendo loro che sarebbe passata presto.
Usciti da casa, Giulia sussultò e si fermò, facendo spaventare sangio.
"Non sono truccata. Mi sa che devi portarmi a casa"
"Ma vai benissimo così"
"No portami prima a casa, per favore"
"Giulia sei bellissima anche struccata. E poi cosa vuoi che gliene freghi se hai il rossetto o il mascara, lui ti ha scelta per come balli. E te lo ripeto, la bellezza naturale è sempre quella più bella. Ce l'hai ancora lo specchietto che ti ho regalato?"
Lei lo cacciò dalla tasca e lui sorrise.
"Guardati. Sei bella"
Lei si specchiò e gli sorrise per poi salire in macchina.
"Sai che ieri sera in camera ho disegnato una nuvoletta? Dentro ci ho scritto 'confident'. Man mano che mi sentirò più sicura ne cancello un pezzetto"
Sangio le accarezzò il viso e le sorrise: era contento che stesse imparando ad apprezzarsi a piccoli passi e il fatto che fosse lui quello ad aiutarla lo rendeva ancora più fiero.
Sam era fuori ad aspettare Giulia: si sarebbero dovuti incontrare in un bar lì vicino, un incontro molto tranquillo insomma.
"Mind of!"
Lui le sorrise e si incamminarono.
"Come mai non ci vediamo...insomma dove lavora"
"Penso abbia voluto fare così per metterci a nostro agio. Menomale che non è molto lontano il bar"
Infatti dopo cinque minuti a piedi arrivarono e videro il famoso ballerino seduto in un tavolo ad attenderli, vestito tutto di nero con degli occhiali.
Quando li vide, alzò la mano e loro si incamminarono verso di lui.
"Salve signor Todaro" fece Sam
"Salve ragazzi, prego accomodatevi. Mi dispiace avervi fatto venire qui, ma devo badare a mia figlia e, ahimè, odia la sala in cui lavoro, dice che è molto buia"
Indicò una bambina che correva nel giardino da sola, ridendo come una matta. A quella vista Giulia rise.
"Allora: ho contattato Samuele perché sono rimasto veramente colpito dal vostro passo a due, non soltanto da un punto di vista tecnico. Avete una gran bella complicità e questo penso sia evidente. Ballate da molto insieme?
"In realtà no. Ci siamo conosciuti non molto tempo fa, per puro caso. Abbiamo scoperto che entrambi adoravamo danzare e così abbiamo pensato di creare questo passo a due"
"Incantevole. Da quanto tempo ballate?"
"Io da quando ho dieci anni" e così Sam iniziò a raccontare del proprio passato e di come si fosse avvicinato alla danza.
"E tu Giulia?"
"Ballo da quando ho tre anni. In realtà tutto è cominciato in maniera comica, al centro di un ristorante, mi scatenai come non mai. Dissero a mia madre di portarmi in un'accademia di danza. Infatti frequento ancora ora  l'Accademia Buccellato Rossi"
"Ah si, ho presente. Ho fatto uno stage lì parecchio tempo fa. Che stile studi?"
"Emh, un po' di tutto in realtà. I miei cavalli di battaglia sono il modern e l'hip hop, ma me la cavo anche molto con il neoclassico"
"Non dire che te la cavi, sei molto brava anche in quello" Sam le strinse la mano e le rivolse un timido sorriso.
"Se non vi dispiace...Jasmine! Vieni in braccio"
"Non vogliono giocare con me papà" la bambina arrivò di corsa quasi piangendo, sedendosi sulle gambe del papà. Giulia subito si rattristò: come potevano non voler giocare con una bambina così adorabile e sorridente?
Le ricordava qualcuno...
"Se non vi dispiace, vorrei vedere dei video dove vi esibite. Non so se ne avete, me ne bastano anche due"
Sam mostrò due esibizioni che aveva pubblicato sul suo blog e poi fu il turno di Giulia.
Mostrò 'Malokera' e 'Territory' e la piccolina, Jasmine, si agitava sulle gambe del padre quasi come per imitare Giulia.
"Anche io voglio ballare con te"
Giulia scoppiò a ridere insieme a Samuele e Raimondo Todaro.
"Allora ho una proposta da farvi: siete due ballerini davvero convincenti, sia tecnicamente che dal punto di vista emotivo. Oltre ad eseguirvi con il passo a due, riuscireste a preparare delle coreografie? Samuele tu mi hai detto di essere un coreografo, giusto?"
"Si, ho già delle coreografie inedite per me. Potrei crearne una su Giulia."
"Benissimo. Oh, che imbarazzo. Posso offrirvi qualcosa? Mi ero completamente dimenticato di chiedervelo"
I ragazzi declinarono l'offerta molto educatamente e quando fecero per alzarsi, la bambina tirò Giulia per la maglia.
"Puoi salutarmi con un bacino?"
Giulia rise e subito si abbassò per lasciarle un bacino sulla guancia.
"Tu ridi sempre come me! Che bello"
"Mannaggia, che belloo"
"Allora ci vediamo tra sei giorni per le prove generali. L'indirizzo del teatro ve l'ho dato. Se avete problemi contattatemi pure, oramai il mio numero lo avete. A presto!"
"A presto!"
Lo salutarono e, non appena furono lontani, risero e iniziarono a parlare a vanvera, super emozionati.
"Sam come farai a creare due coreografie in così poco tempo?"
"Per me non ci sono problemi, è da una vita che creo. Piuttosto tu dovrai organizzarti tra maturità e accademia. Pensi di riuscirci?"
"Farò il possibile. Scusa che dici se ci mettiamo al lavoro per Primavera?! Avevamo detto di posticipare ma-"
"Si! È l'occasione giusta. Facciamo così. Quando hai l'orale?"
"Lunedì"
"Perfetto, lo spettacolo è mercoledì giusto? Allora: domattina studi e poi il pomeriggio...aspetta a che ora hai accademia?"
Giulia rise: non aveva mai visto Sam così intraprendente ed eccitato; era bello conoscere un nuovo aspetto di lui.
"Alle 18:00. Vengo da te prima?"
"Subito dopo pranzo, va bene"
Si salutarono e Giulia subito chiamò Chiara per raccontarle tutto.
"Ama che bello!! Cavolo Raimondo Todaro. Come ti è sembrato?"
"Ma è proprio bello sto Raimondo. Comunque molto gentile e disponibile, si"
"Sarà un po' complicato adesso gestire tutto. E lo hai detto a sangio?"
"Ancora no. Adesso stacco con te e chiamo lui"
"Allora non ti rubo altro tempo. Contattami dopo!"
Si salutarono e Giulia subito chiamò sangio per avvisare anche lui della splendida notizia.
"È grandioso Giulia, davvero. Tu sei contenta?"
"Si molto. Ho solo un po' paura di non riuscire a conciliare i mille impegni capito?"
"Io ti aiuterò a farlo, tranquilla. Adesso vai dai tuoi e festeggia. Con me ci vediamo quando hai tempo"
"Sangio?"
"Che c'è?"
"Mica ti offendi se in questa settimana ti dedico meno tempo?"
Lo disse talmente piano e sottovoce che a sangio fece una tenerezza impressionante.
"Non pensarci nemmeno. La tua arte viene prima di tutto. Lo sai vero? Io ti sosterrò sempre"
"Anche io. Grazie per tutto, sempre"
"Rispondimi in facetime"
"Eh?"
"Fai facetime"
e subito si videochiamarono, Giulia ancora per strada e lui in studio seduto.
Le sussurrò con il labiale "Ti amo" e lei fece lo stesso.
Non importava urlarle quelle parole, per far si che qualcuno le sentisse. Non erano ragazzi dai grandi gesti d'amore. Sangio sapeva che Giulia difficilmente gli avrebbe urlato "Ti amo" davanti a tutti e Giulia sapeva che sangio non le avrebbe mai fatto una dichiarazione come fece Aka per Martina.
Ma a loro andava bene così: senza gesti eclatanti, dirsi con il labiale "ti amo" era la dimostrazione d'affetto più bella che entrambi potessero desiderare. Tenere quelle paroline solo e soltanto per loro.

In punta di piediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora