Capitolo ventisei. La fidanzata di sangiovanni

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"Vi allenerete tre giorni a settimana la mattina, scegliendo postumo gli orari e i giorni. Ed eventualmente potrebbero esserci lezioni il pomeriggio, ma questo è tutto da vedere. Ultima cosa, lavorerete insieme a Simone, Andreas ed Elena. Saranno loro i tre ballerini professionisti. Tutto chiaro?"
Veronica aveva spiegato per filo e per segno il programma settimanale a Marco e Giulia, che erano a dir poco emozionati.
"Incontrerete Alessandra nei giorni a seguire. Le lezioni inizieranno dalla prima settimana di settembre, quindi avete ancora sette giorni di relax"
I due ballerini ringraziarono e rivolsero lo sguardo ai tre professionisti che, per rassicurarli, sorrisero.
Veronica salutò e andò a prendersi un caffè, mentre i due restarono a chiacchierare con i professionisti.
"Vuole fare la rigida, ma tanto piano piano si scioglie. Lo so perché anche con me ha fatto così" sussurrò Andreas rivolgendosi a Giulia, che di tutta risposta rise.
"Vogliamo andare a prenderci un caffè? Giusto per conoscerci meglio tra noi, visto che dovremmo lavorare insieme per un mese" propose Simone e tutti si dissero d'accordo. Arrivati al bar Giulia si sedette di fianco a Simone e Andreas. Chiacchierarono e raccontarono tutti un po' di sé e del proprio percorso.
Simone rimase colpito dal racconto di Giulia, il cui obiettivo era essere confident sia fuori che in scena, trovare il giusto equilibrio tra Giulia ballerina e Giulia persona.
"Ce la farai" le sussurrò all'orecchio dopo che la ragazza terminò.
"Eh, speriamo"
"Vabbè, hai una squadra di tre campioni ai tuoi piedi. Ti aiuteremo noi" disse sorridendole, senza farsi ascoltare però dagli altri.
Dopo un'oretta si alzarono tutti dal tavolo e se ne andarono. Giulia chiamò subito Chiara, per raccontarle dell'incontro. Quando terminò il discorso, però, sentì Chiara un po'...triste.
"Oh ama che hai?"
"Non c'entra con te giu, anzi questa notizia mi ha rallegrato. Ha a che fare con Deddy"
"E che ha combinato mo?"
"Ma niente, fa gli occhi dolci a una"
"E chi"
"Non so neppure il nome, pensa te. So solo che è un'amica di Martina"
"Oh ma tra Martina e Aka?"
"No ma tu non lo sai... Martina si sta frequentando ufficialmente con Raffaele"
"Urca"
"Assurdo oh. Comunque ora devo andare, ci sentiamo dopo. Un bacio giu"
"Ok, ciao!"
Terminata la telefonata, chiamò sangio per sapere se avesse da fare oppure avrebbe avuto del tempo per lei.
"Prooooontoooo?"
"Oh. Ehi ocho! Ma sanjuan?"
"È qui, siamo in studio. Se vuoi raggiungici, così ti comunichiamo una cosa mooolto importante"
"Va bene, ci metto un po' però ad arrivare eh"
"Noi non ci muoviamo da qui"
"Poi me spieghi perché rispondi sempre al posto suo" rise e attaccò. Si incamminò verso la fermata del bus e, dopo dieci minuti, finalmente arrivò.
Seduta al suo posto, si accorse che delle ragazze chiacchieravano tra loro e la guardavano.
Dopo un po' si avvicinarono, un po' intimorite.
"Scusa, sei la fidanzata di sangiovanni?"
"Emh...si"
"Possiamo farci una foto?"
Giulia esitò un momento, poi però annuì e accontentò le ragazze.
"Grazie mille davvero! Siete bellissimi insieme"
"Grazie, troppo gentile" sorrise e tornò ad indossare le sue cuffiette e ad ascoltare la musica.
Amava tanto sangio, non aveva mai provato per nessuno quei sentimenti. Ma lei non era solo quello, non puntava ad essere solo la fidanzata di sangiovanni. Lei voleva essere riconosciuta per essere una grande ballerina, che piano piano cresceva sempre più.
Scesa dal pullman, per tutto il tragitto verso lo studio della Sugar pensò a ciò che era accaduto. Non era la prima volta che succedeva. La gente doveva capire che lei, prima di essere la fidanzata di un cantante famoso, era semplicemente Giulia, la piccola ballerina un po' buffa e impacciata, ma con grande spirito di volontà.
Immersa nei pensieri, neppure si accorse di aver percorso tutto l'edificio in maniera automatica. Bussò nella sala registrazione, all'interno della quale trovò sangio con falso intenti a chiacchierare. Appena lo vide gli andò incontro per abbracciarlo e lui l'accolse amorevolmente tra le sue braccia.
"E quindi ocho, qual è la cosa che dovete comunicarmi?"
"Sangio glielo dici tu?"
Sangio guardò Giulia e sorrise
"Inizierò gli instore"
"Veramente?! Urca che bello!" scoppiò a ridere, congratulandosi con il ragazzo.
"Già, tra poco pubblico il post con le date e le varie tappe. E non è tutto"
"Ah no?"
"Se vuoi potrai venire con me a qualche instore, così quando finisco possiamo visitare insieme la città"
Giulia era entusiasta al solo pensiero, fiera di lui e del successo che stava avendo.
"La prossima settimana inizio le prove per i concerti di Alessandra Amoroso, quindi non so se potrò venire a tutti gli instore"
"Vabbè, quando puoi verrai"
Le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrise.
"Vabbè dai ho capito, io vado di là. Ci vediamo sangio. Ciao giulietta"
"Ciao ocho"
"Ciao fa"
"Allora? A te invece com'è che è andata?"
"Bene, ho conosciuto anche i ballerini professionisti. Sono contenta"
"E quel Marco?"
"Ma che ne so, non parla più di tanto"
"Boh daje daje"
"Ma che sei geloso?"
"No, che dici"
"Ah, sanjuan"
"Ma perché sanjuan"
"È la traduzione"
"Tu e i tuoi soprannomi" le diede un bacio sulla fronte, facendola arrossire.
"Vuoi che ti chiami gio?"
"Gio non mi chiama nemmeno mia madre. Ti va se ti porto a cena fuori?"
"Stasera?"
"Stasera"
"Urca, si. Avrei voglia di mangiare pesce"
"Che pesce sia allora. Ti porto a casa così ti prepari, va bene?"
"Va bene capo"
Accompagnò Giulia a casa e alle 20:00 andò a riprenderla. Appena la vide non potè fare a meno di pensare a quanto bella fosse nella sua semplicità. Indossava dei tacchi neri, un jeans bianco con dei dettagli rosa, molto simile alla giacca di jeans che portava sopra a un top rosa.
"Sangio ma non abbiamo prenotato" disse appena salita in macchina senza neppure salutarlo.
"Ci ho pensato già io, vai tranquilla"
Arrivarono in un ristorante molto tranquillo, appartato.
Si sedettero e iniziarono a leggere il menù.
"Io voglio gli spaghetti. Tu?"
"Aspetta, dammi un minuto per decidere" rise lui. Giulia aveva sempre le idee chiare su cosa ordinare, mentre sangio ci metteva sempre un po' di più.
Ordinarono e mentre aspettavano Giulia gli spiegò meglio dell'incontro che aveva avuto quel pomeriggio, fin quando non furono interrotti da una ragazzina.
"Sangio scusa se ti interrompo, possiamo scattarci una foto?! Sei bravissimo, ascolto sempre tutte le tue canzoni"
"Oh grazie, daje" acconsentì e Giulia lo guardava sorridendo, felice che qualcuno apprezzasse la sua musica come lo faceva lei, che era la fan numero uno e nessuno le avrebbe tolto quel primato.
"Tu sei la fidanzata di sangiovanni giusto? Posso farmi un selfie anche con te?"
Giulia restò qualche secondo a fissarla, con lo sguardo perso. Era accaduto di nuovo.
"Si" si limitò a dire, sorridendo.
"Tutto bene? Avevi perso la lingua poco fa?" le chiese sangio non appena la ragazza si allontanò dal loro tavolo.
"È che oggi mi è capitato di nuovo. Una ragazza mi ha fermato per chiedermi una foto. Mi ha riconosciuta come la ragazza di sangiovanni"
"E beh, un onore no?"
"Ovvio, figurati se non lo è" rispose accennando un sorriso, ovviamente non vero. Tant'è che sangio se ne accorse; in realtà capì la reazione della ballerina ancor prima che lei lo dicesse.
"È che io sono tanto altro, capito? Tra virgolette mi piacerebbe essere ricordata anche per altre cose. Però non parliamo di me dai, piuttosto raccontami degli instore"
Sangio esitò, ma poi cominciò a raccontarle di come i suoi incontri con i fans si sarebbero svolti. A Giulia sarebbe piaciuto prendere parte almeno a uno dei suoi instore, avrebbe solo dovuto organizzarsi meglio con le prove.
Terminata la cena, andarono nel loro posto, Sant'Angelo. Presero un gelato e sangio prese in giro Giulia per essersi sporcata il naso con il cioccolato, così lei premette il naso contro il suo, per sporcarlo anche a lui.
"Che scemi che siamo"
Risero all'unisono.
"Sei proprio bella stasera. Lo sei sempre eh, però stasera..." disse toccandole i fianchi. Mentre camminavano, Giulia si sentì toccare e si girò.
"Sei Giulia?"
la ragazza annuì
"Ti ho vista allo spettacolo di Todaro e ti ho iniziato a seguire su instagram. Ho visto tutti i video dove balli, sei davvero brava"
"Grazie mille"
"Ci facciamo una foto?"
"Certo!"
Sangio scattò la foto alle ragazze e dopo Giulia fece lo stesso con loro due, visto che la ragazzina sosteneva molto anche sangio.
"Mi fai venir voglia di riprendere a ballare. Dai ora vado, non voglio disturbarvi. Siete gentilissimi, ciao!"
"Ciao!!"
Quando si incamminarono nuovamente Giulia guardò in basso, e sorrise orgogliosa. Sangio riconobbe quel suo sguardo: era felice, emozionata di essere riconosciuta e apprezzata da qualcuno non solo per essere la sua fidanzata. Lo guardò e rise, ancora felice e contenta. Non doveva capitarle spesso.
Sangio si innamorava ogni volta a guardarla, soprattutto quando dal nulla cominciava a sorridere. Era davvero bella, spontanea, vera. Riusciva a percepire tutta la sincerità di quella ragazza. Meritava il mondo.
"Giulia"
"Sangius"
Il ragazzo la fece girare versò sé e le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, accarezzandole le guance.
"Diventerai una grande ballerina. Sarai un esempio"
Lei gli sorrise semplicemente, abbracciandolo. Non c'era bisogno di altre parole, aveva già capito tutto.
Tornarono a casa e sangio decise di dormire da Giulia, passando l'intera serata stesi sul divano a giocare a the sims.
"Cioè tutti Santo? La famiglia santo?"
"Oh vedi che è figo. Anche gas approva" disse alludendo al cane che abbagliò, scodinzolando, per poi sedersi in braccio a sangio.
"Juan Santo"
"Voglio un cane e voglio chiamarlo ocho"
"Che scema che sei"
La ragazza rise, anche più del dovuto.
"Che c'è che ridi così tanto?"
"Non ti fa ridere che due diciottenni anziché stare in giro a fare festa stiano seduti su un divano, morendo di caldo a giocare a the sims?"
"No"
"Vabbè, siamo noi"
"Siamo noi?"
"Hai sempre detto che noi non siamo come gli altri. Siamo semplici"
"Sangiovanni e Giulia. All'anagrafe diciotto e diciannove anni, ogni tanto cinque ogni tanto ottanta"
"Me lo ha detto anche aka, l'altro giorno"
"Anche a me, eravamo insieme"
"Vero" rise lei, ricordandosi.
"T'estimo" disse sottovoce, guardandolo per un momento.
"Ti stimo anche io" disse lui ironico, beccandosi una cuscinata dritta in faccia dalla ragazza.
Sangio lo aveva sempre detto: loro non erano ragazzi da discoteca e bevute fino a tarda notte. A loro bastava essere insieme, che fosse su un letto o su un divano, a giocare e coccolarsi. E sinceramente, ad entrambi andava bene così.

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