Capitolo quindici. Matura

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"Giugiulola è matura!"
Sangio abbracciò Giulia e in quel momento percepì tutta la tensione di lei dissolversi nell'aria.
"Lo sapevo che avresti spaccato" disse Chiara abbracciandola. Lei e sangio decisero di accompagnare Giulia all'esame per poi aspettare fuori. La sera prima era un fascio di nervi, e in quel momento era contenta come non mai.
"Chiama subito Susi e Carlo che stavano in panico peggio de te!" fece Chiara staccandosi dall'abbraccio e spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, come di solito faceva sangio.
"Devo andare da Sam ad allenarmi. Loro lo sanno già, mi aspettano stasera per cena"
"Ma come, nemmeno uno spumantino? Niente?"
"No, dopodomani c'è lo spettacolo e ho bisogno di provare. Chiara ci vediamo oggi pomeriggio a danza, grazie di tutto" Giulia l'abbracciò di nuovo per salutarla e subito si rivolse a sangio
"Mi accompagni da Mind of?"
"Io ti accompagno, ma vorrei restare anche io. In questi giorni sei un sacco stressata ed è meglio che ci sia anche io con voi"
"Come vuoi sanjuan, ora però andiamo" gli afferrò il braccio e lo trascinò verso la macchina di lui.
Quando arrivarono da Sam, Giulia lo strinse forte in un abbracciò, urlandogli in un orecchio di essere matura e tutti e tre scoppiarono a ridere.
"Sam se non è un problema posso restare?"
"Si certo, siediti pure".
Sangio si sedette per terra, non molto distante da loro.
Provarono prima il passo a due: fu la prima volta che sangio lo vedeva dal vivo e li trovò sensazionali. Era proprio vero, avevano una gran bella chimica quei due. Sapevano completarsi a vicenda, c'era una connessione particolare tra loro.
Quando terminarono, sangio applaudì con tanto di urla e i due ballerini risero.
"Let's go mind of"
Sam provò la sua coreografia, ispirata al quadro di Van Gogh. Sia Giulia che sangio guardavano Sam estasiati. Era un grande, grandissimo artista. Una di quelle persone che va compresa, con una grande sensibilità d'animo. Quando terminò, ovviamente, entrambi applaudirono.
Fu il turno di Giulia. Era un po' in ansia, non aveva ancora mai mostrato la coreografia a Sangiovanni. Dispose al rispettivo posto tutti gli oggetti di scena e guardò per un momento sangio negli occhi. Lui le sorrise e lei guardò Sam, per cercare maggiore sicurezza anche nello sguardo dell'amico.
"Ricorda che ti ho detto: lasciati andare del tutto, ok? Ci siete solo tu e Marius"
prese il pupazzetto e glielo poggiò in testa, per poi porlo nuovamente al suo posto.
Iniziò a ballare, mettendoci tutta se stessa. In sottofondo si sentivano anche delle voci
"Prima di sorridere sistemati i denti"
Tutte le parole, tutte le offese fatte alla ragazza le sentì forti dentro di sé quella volta come non mai. Si domandò come faceva a ballare continuando a sentire quelle parole che tanto l'avevano fatta star male, lacerandola dentro.
Vedendola distesa piccola e indifesa, con gli occhi chiusi che teneva stretto a sé Marius, sangio pensò fosse finita. Fin quando non senti un'altra voce. Era lei.

"Hello diario, oggi è andata meglio. Finalmente sto cominciando ad apprezzarmi e a fregarmene delle persone che mi fanno stare male e devo smetterla di dare alle loro parole tutta questa importanza. Sto iniziando a capire che sono diversa, forse anche strana, ma perché sono unica"

Si alzò e tolse il lenzuolo dalla superficie, lasciando intravedere pian piano uno specchio, sopra il quale si distese. La musica si fermò e né Samuele né sangio applaudirono. Stettero in silenzio ad ammirarla, ad ammirare lei che imparava ad accettarsi.
"Mannaggia" stroncò lei il silenzio, ridendo. Guardò sangio e si accorse che aveva un po' gli occhi lucidi. Un po' tanto in realtà. Gli andò incontro, si sedette davanti a lui e si rifugiò tra le sue braccia.
"Bravissima"
Si staccarono dopo svariati minuti e corse da Sam per abbracciare anche lui.
Terminate le prove, Giulia e Sangio andarono in un bar, così che la ballerina mangiasse e recuperasse le forze per le lezioni del pomeriggio.
"Perché non parli?"
"Cosa?"
"Non hai detto niente da quando abbiamo salutato Sam"
"Mi hai un po' spiazzato"
Lei rise, visibilmente in imbarazzo.
"Sei forte giu, dico davvero. Ho sentito tutto il male che ti hanno fatto in un solo colpo e mi ha fatto stare di merda. Mi ci sono rivisto un po' in te. Io mi sfogo componendo musica, tu ballando"
"Vedi che allora siamo molto simili, anche più di quanto tu pensi"
"Mh, giá"
Lei gli sorrise e lui la strinse in un abbraccio. Quando si abbracciavano Giulia era pervasa da bollicine per tutto il corpo. Si ricordava ancora la prima volta che lui le prese la mano e la trascinò verso di sé. Per la prima volta si sentì protetta e si portò quella sensazione sempre. Anche quando stava crollando, quando tutto sembrava non avere un senso, a lei bastava incontrare le sue braccia e rifugiarsi tra queste per stare meglio.
"Dobbiamo organizzare una vacanza" disse sangio, riportando Giulia sulla terra ferma
"Sii ti prego" fece lei ridendo
"Daje, io, tu, Deddy, Chiara. Vogliamo dirlo anche a Samuele?"
"Aka e Martina?"
"Una big vacanza praticamente"
"Urcaa"
"Boh daje, si potrebbe organizzare"
Continuarono a fantasticare sulla vacanza ideale, dove l'avrebbero passata e cosa avrebbero fatto.
"Mi sa che devi accompagnarmi a danza, altrimenti faccio tardi"
Si avviarono verso la macchina e sangio l'accompagnò. Ormai era diventato il suo tassista, ma quella cosa non pareva recargli fastidio, anzi semmai il contrario. A lui faceva piacere esserle sempre d'aiuto.
Uscita da danza, arrivò a casa e subito sentì un buonissimo profumo di pizza fatta in casa. Cenarono tutti insieme, ridendo e scherzando.
"E c'è anche il gelato!"
"Ah si?"
mangiarono il gelato tutti e tre sul terrazzo, con Gaston che scorrazzava da una parte all'altra, come un matto. Tale e quale alla padroncina insomma.
Dopo essersi fatta una bella e fresca doccia, decise di postare il video della coreografia hip hop registrata quel pomeriggio.
Mentre si scambiava messaggi con sangio e Chiara, ascoltava la musica sul letto. Era rilassata e finalmente felice: non avrebbe più messo piede in quella scuola e non avrebbe più avuto niente a che fare con quei compagni.
Andò su Instagram e vide molti commenti positivi sotto il suo video: da parte di Chiara, Deddy, Aka e Samuele. Sangio si era limitato a mettere un semplice like.
Dopo un po' commentarono anche alcuni ragazzi dell'accademia e lei rispose con tono scherzoso. Addirittura uno le commentò di essere "elegante come il sushi e bona come la carbonara".
Andò a dormire, con il sorriso stampato in volto per i bei messaggi riservatigli da molte persone.
Martedì mattina si svegliò, non troppo tardi, e notò che sangio le aveva commentato la foto.
Era tornato sotto il suo post? Subito le spuntò un sorriso in viso al solo pensiero.

'Che hit💣'

La felicità, però, non sarebbe durata ancora per molto: aprì i Direct di Instagram e vide che il bulletto delle medie le aveva inviato un messaggio.

'Ancora che posti i video dove balli? Quando lo capirai che non andrai da nessuna parte famme nfischio. E posta na foto decente come le persone normali aridaje 'npo'

Prima che potesse pensare qualsiasi cosa, qualcuno bussò alla porta. Pensava fosse la madre, ma in realtà si trovò davanti sangio. Che ci faceva lì?
"Ehi" disse tutto d'un pezzo, quasi come una bimba
"Giugiulola"
"Ma che ci fai qua?"
"Avevo pensato di portarti a fare colazione fuori. Mi ha aperto tua mamma"
Si sedette con lei sul letto, o meglio, sul suo cellulare.
"Aoo attento"
Lui rise e, prendendolo, non potè fare a meno di leggere. Subito la guardò e lei mosse gli occhi verso il basso, rossa dalla vergogna in volto.
Lui le tirò su il mento e le fece una carezza.
"Come stai?"
"Normale"
"Perché non lo blocchi sto coglione?"
"Sangio zitto! Non dirle queste parole"
Subito le era spuntato il sorriso, e fece come le consigliò lui.
"Come fai a non chiamare coglione uno così?!" disse lui facendola ridere. Poi prese la sua mano e la tirò verso di se, abbracciandola.
"Sto bene. Dico davvero"
Ed era così. Si fece forza: non poteva abbattersi. Sangio la stava aiutando tantissimo per farle acquisire maggiore sicurezza di se stessa: non poteva deluderlo, ma soprattutto non poteva deludere se stessa e la bambina che c'era dentro di lei. Doveva farlo per se stessa. Non avrebbe più permesso che qualcuno le dicesse cosa fare o meno. Nessuno le avrebbe più tolto il sorriso dal viso, nessuno.

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