Capitolo venti. Malibù

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Era passato un mese da quella stranissima, se così può essere definita, vacanza. Le cose tra Luca e Martina non avevano fatto altro che peggiorare, e ogni volta che si vedevano a stento si salutavano. Martina soffriva, ma mai quanto Luca. Fortunatamente aveva instaurato un bel rapporto di amicizia con Deddy e sangio, i quali gli rimasero vicino.
Giulia e Chiara, invece, avevano scoperto che Martina continuava a sentirsi con Raffaele, ogni tanto si scambiavano qualche messaggio. Però avevano deciso di non dire niente ai rispettivi fidanzati, d'altronde non erano questioni che le riguardassero.
Era mattina presto e Giulia e Chiara erano a Termini, aspettando arrivasse il freccia rossa per Milano. Avrebbero trascorso tre giorni stupendi, uno stage pazzesco con dei professionisti straordinari, il tutto grazie a sangio: non aveva mai ricevuto regalo tanto bello e azzeccato per il compleanno.
"Dennis ha detto che gli manco già. Non è così tenero?" Chiara sorrideva come una scema allo schermo del telefono, seduta sulla panchina.
Giulia rise, quando parlava di Deddy si trasformava completamente, andava in brodo di giuggiole.
"Dennis?"
"Dennis giu, il nome. Perché tu sangio ogni tanto non lo chiami Giovanni?"
Giulia scosse il capo: non le era mai passato neppure per la mente.
"Ma davvero?!"
"Sanjuan, sangio, cretino, sangius...Giovanni no. Mai fatto" ed entrambe scoppiarono a ridere.
Dopo mezz'ora si trovavano in treno, seduta una di fronte all'altra. Mandò un messaggio alla mamma per avvisarla e anche uno a sangio.
"Giu posso farti una domanda?" chiese Chiara all'amica, posando il cellulare in tasca.
"Certo"
"Quando hai capito di essere innamorata di sangio? Cioè, nel senso: perché lo ami?"
Giulia scoppiò a ridere: con Chiara era raro affrontare quei discorsi, soprattutto con un tono così serio.
"E dai, sono seria"
"Che ne so quando l'ho capito, l'ho capito e basta" disse ridendo
"Perché lo ami?"
Capendo che l'amica non stesse scherzando, tornò seria anche lei.
"Perché è diverso. Non mi piace solo perché è bello, ha la mente un sacco aperta. È apprezzato da tutti proprio per questo. Lo sai è anche molto sensibile, ma non tutti lo sanno" avrebbe potuto continuare per ore ad elencare tutti i motivi per cui si era follemente innamorata di quel riccio, ma preferì tenerseli per sé e vagare con la mente.
"Ma che c'hai" Chiara schioccò le dita davanti gli occhi di Giulia, per farla tornare alla realtà, facendola ridere.
"Ma perché questa domanda?"
"Deddy. Mi ha detto che mi ama e io ho risposto anch'io, istintivamente. Ma se ti sapessi dire perché lo amo e quando l'ho capito non saprei dirtelo. Credimi"
"Prima che me lo chiedessi seriamente anche io avrei avuto difficoltà nel rispondere. Dai tempo al tempo"
Passarono il resto del viaggio a pensare a quanto si sarebbero divertite allo stage, quanto avrebbero appreso. Erano tutte emozionate alla sola idea di condividere la propria arte con dei grandi professionisti come la Peparini, Muller e Kadiu.
Dopo un bel po' arrivarono, recandosi prima in hotel per sistemarsi e posare le valigie, tanto le lezioni sarebbero iniziate solo il giorno dopo.
Fecero un giro in centro, per poi tornare in hotel e videochiamarsi con i rispettivi ragazzi. La situazione faceva abbastanza ridere, così Giulia si mise la felpa azzurra di sangio e andò in balcone, sedendosi sulla poltroncina.
"Oi, che fai?"
"Eh, ti sto videochiamando"
"Scema"
"Tu che facevi?"
"Io sono tornato da un'ora a casa, ero in studio. Falso ha detto che a breve posso annunciare l'uscita dell'ep"
"Urca! Che figata!"
"Vero, devastante. Tu sei contenta per domani?"
"Si molto"
"Daje daje"
"Gio?"
"Chi è gio?"
"Tu"
"E da quand'è che mi chiami per nome?"
"Infatti, non mi piace per niente chiamarti così. Preferisco i soliti soprannomi"
entrambi a quell'ultima frase scoppiarono a ridere.
Il giorno dopo passò in fretta, le due amiche si avviarono la mattina presto nel luogo dove si sarebbe tenuto lo stage: fecero lezione tutta la giornata con Andreas, divertendosi tantissimo. Impararono davvero molto da lui, soprattutto entrambe rimasero contente del fatto che lui avesse speso ottime parole per loro. Più in particolare rimase estasiato da Giulia.
"Ci metti passione in quello che fai, ci metti la grinta, quella vera. E gasi un sacco" così le disse, facendola arrossire e sorridere.
Il giorno dopo incontrarono Kledi, il grande Kledi Kadiu, e trascorsero l'intera giornata in sua compagnia. Giulia non si creò tante aspettative, già non sapeva come avesse fatto colpo su Muller. E invece, con sua grande sorpresa, Kledi le fece i complimenti, consigliandole di restare sempre se stessa, con quell'aria da bambina fuori dal palco e donna in scena. Era raro trovare persone così. Quel giorno erano tutte ragazze, così prepararono un assolo, "Giulietta". Quel pezzo entrò nel cuore di Giulia, lo sentì subito suo. Appena sarebbe tornata a Roma, avrebbe chiesto a Sam di poterlo girare nella sua sala prove.
E infine, l'ultimo giorno fu il turno di Veronica. Giulia era fomentata alla sola idea di incontrarla, figurarsi passare un'intera giornata a fare lezione con lei. La realtà superò l'aspettativa: Giulia rimase estasiata dal suo modo di approcciarsi alla danza, tant'è che non era mai stata così concentrata come in quelle ore.
"Sei molto brava Giulia" Veronica a fine lezione si avvicinò a Giulia, come fece anche con altre ragazze tra cui Chiara, riservando a tutte grandi complimenti.
"Grazie mille" rispose semplicemente, accennando un sorriso.
"Ho parlato anche con Andreas, ho visto il video della coreografia che avete girato. Sei molto brava anche nell'hip hop. Sei una ballerina molto eclettica, non perdere mai questo aspetto. È una delle cose che ti rende ballerina al 100%"
Giulia le sorrise e le venne quasi voglia di abbracciarla, ma si trattenne. Erano delle parole molto importanti, poi dette da Veronica Peparini assunsero tutt'altra valenza. Non poté che sentirsi fiera di se stessa, anni e anni di sacrificio finalmente stavano per essere ricompensati.
Quando le giornate di stage terminarono, tornarono a casa, a Roma.
"Sicura di non volere un passaggio?"
"Si, sangio sarà qui a momenti" le aveva scritto un'ora prima, dicendole di star tranquilla, che lui sarebbe andato a prenderla per poi portarla a casa sua. Ma di sangio non c'era traccia.
Dopo cinque minuti le arrivò un messaggio.

'Sono fuori, esci'

Uscì dalla stazione e riconobbe la sua auto. Si fiondò dentro e lo abbracciò forte, senza neppure dirgli 'ciao'. Tra le sue braccia, finalmente, si sentì a casa.
"Mi sei mancato tanto"
"Sei proprio una bambolina. Anche tu"
Lo stage le aveva occupato molto tempo durante le tre giornate, tanto è vero che i due riuscivano a sentirsi solo la sera. Per quello sentì la sua mancanza particolarmente.
"Mi porti a casa?" fece lei, staccandosi da lui.
"Si, però ti avviso. Ti dò tre ore di tempo, poi dovrò portarti in un posto"
"In un posto? Che posto?"
"È una sorpresa. Tu riposati un po' e poi ti prepari"
E così fece: arrivata a casa per circa un'oretta chiacchierò con i genitori, raccontandogli di come fossero andate le cose a Milano, in maniera anche piuttosto dettagliata, il tutto mentre accarezzava il suo amico a quattro zampe, Gaston.
Poi andò un po' in camera sua, stendendosi sul letto per riposarsi un po', e poi si preparò: non sapeva dove sangio l'avrebbe portata, così mise dei jeans lunghi e una maglietta rosa molto semplice a maniche corte. Decise di non truccarsi e si fece due piccoli codini lateralmente, lasciando i capelli sciolti. Un'acconciatura che era solita fare per recarsi in accademia.
Le fece uno squillo e subito capì di dover scendere.
"Allora dove mi porti?"
"Al luna park"
"Ma davvero?!" scoppiò a ridere e iniziò a saltellare sul suo posticino, tutta eccitata. Era da quando era piccola che non ci andava e si chiese come mai sangio volesse portarla proprio lì.
"E cosa ci facciamo al luna park?"
"Ti piace giocare?" fece lui, distaccando per qualche secondo gli occhi dalla strada per guardarla.
"Con te si".
Arrivati, scesero dalla macchina e si guardarono intorno. Giulia rideva e saltellava di qua e di là, afferrandogli la mano e trascinandolo a destra e a sinistra.
In realtà l'intento di sangio era portarla sulla ruota panoramica per poi andarsene e portarla a fare un giro per Roma, semmai a Sant'Angelo, ma vide Giulia talmente emozionata e felice come una bambina che non avrebbe voluto rovinarle quel momento. Così si fece trascinare a destra e a manca, fecero un sacco di giochi. Presero anche lo zucchero filato, scattandosi dei selfie molto buffi mentre lo mangiavano.
Poi, finalmente, sangio riuscì a trascinarla verso la ruota panoramica. Fecero la fila e, quando salirono, lui era abbastanza in ansia, infatti iniziò a muovere frettolosamente le dita delle mani.
"Vertigini?" gli afferrò le mani, mettendosi di fianco a lui anziché di fronte, per rassicurarlo.
"No no"
Era ormai notte. Sangio aspettava il momento in cui si sarebbero fermati per cinque minuti in cima per poi farle la sorpresa. Era curioso di sapere cosa la ragazza ne pensasse.
Quando finalmente arrivarono nel punto più alto e la cabina si fermò, subito cacciò dalla tasca il cellulare con le cuffiette. Senza dirle una parola, gliele porse e lei rise, non capendo il perché di quell'azione.
"Tu mettile e basta"
e lei eseguì. Partì una canzone. Era lui, era sangio. Era un pezzo diverso dagli altri, un beat estivo ma non quello del classico tormentone. Uno di quei beat che ti rimangono in testa, pronti a diventare parte della tua estate nonostante non siano in linea con il resto delle hit.
Parlava di due ragazzi innamorati, o meglio, di due bambini. Quanto bello è ridere, scherzare e divertirti con la persona che ami. Quel brano era la fotografia della spensieratezza. Era vero, ogni volta che stavano insieme anche Giulia si sentiva sulle giostre, tutta l'adrenalina e le bollicine le pervadevano sempre il corpo.
Dopo averla ascoltata gli rivolse un sorriso a trentadue denti.
"Mi hai portata su una ruota panoramica solo per farmi ascoltare il tuo nuovo pezzo e poi la matta sono io"
"Io faccio solo cose originali e diverse. Allora, ti piace giocare?"
Lei annuì e scoppiò a ridere, abbracciandolo forte.
"È l'ultimo pezzo dell'ep. Dovrebbe uscire tra due settimane"
"È fantastico. Oh come fa? Siamo sulle giostre...
salgo io poi sali pure tu!" canticchiò per poi scoppiare a ridere, causa le sue doti canore alquanto scarse.
Quando scesero dalla ruota panoramica, sangio decise di riportare Giulia a casa. Era comunque tornata da un viaggetto impegnativo, e aveva bisogno di dormire.
"Mi fai riascoltare Malibù?" gli chiese una volta arrivati in auto.
E la riascoltò, solo lei con le cuffiette per circa tre volte di fila. Era contento ogni qual volta presentava un suo nuovo pezzo a Giulia. Vedere che lei apprezzasse e comprendesse la sua arte lo rendeva felice e sicuro di sé.
"Me la compri davvero tutta Malibù?" gli restituì il cellulare e si tolse le cuffie, aprendo il finestrino.
"Se vuoi ti compro tutta Malibù" cantò lui, facendola sorridere.
"Posso collegare il tuo telefono con il bluetooth? All'auto dico, capito?"
"Fai pure" sorrise.
Una volta fatto, Giulia fece partire "Malibù"
Alzò un sacco il volume e iniziarono entrambi a cantarla a squarciagola, di tanto in tanto indicandosi anche.
Quel frammento era esattamente la rappresentazione del rapporto perfetto secondo sangio e secondo Malibù: riuscire a ridere, giocare ed essere spensierati con la persona che ami è tanto. Come si suol dire, spensieratezza e spontaneità prendono il sopravvento quando sei con le persone giuste. E per "Malibù" e i due innamorati, non poteva esserci frase più azzeccata.

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