Capitolo trenta. Finalmente bene

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*Penultimo capitolo*
1.
"Respira"
2.
"Dai il meglio di te"
3.
"Balla balla ballerina"
Sangio strinse a sé Giulia in un tenero abbraccio, baciandole la fronte, accarezzandole più volte il viso.
Era quel giorno. La prima tappa del concerto di Alessandra Amoroso, a cui Giulia avrebbe preso parte in veste di ballerina del corpo di ballo. Dietro le quinte sangio era riuscito a passare, fortunatamente conosceva molto bene gli addetti al microfono e alle luci. Più che lui ocho in realtà.
"Se va male? Se me viene il panico?"
"Giulia di che ti preoccupi? Te lo ripeto sempre, sei bravissima e sono certo che brillerai"
"Ok dai, ce la faccio. Sono brava. So tutto" la ragazza gli sorrise, tranquillizzata, e gli diede un bacio rapido.
"Tre minuti e si parte, tutti ai posti prestabiliti" Veronica chiamò a rapporto tutti i ballerini e Simone strinse la mano a Giulia. Aveva preso molto a cuore la piccoletta, e lei non poteva esserne più che contenta. Era un po' un punto di riferimento, l'aveva aiutata tanto.
Era pronta. Lo era da una vita, da quanto sognava di trovarsi in un posto del genere? Appunto, una vita.
Non poteva deludere nessuno: sangio suo "fan numero uno" come si faceva chiamare, colui che aveva sempre una parola di conforto per lei; Chiara, che da sempre credeva in lei; i genitori, perché è a loro che doveva tutto, ai loro grandi sacrifici; agli insegnanti che in lei avevano visto quella luce particolare, che avevano saputo cogliere e coltivare l'essenza della ragazza.
Ma c'era una persona che assolutamente non poteva permettere di deludere, una persona che ha lottato tanto: se stessa.
Partì la musica, partì lei. Per tutto il concerto non ci fu un momento, un singolo attimo in cui Giulia fosse stata male, si fosse sentita insicura su qualche passo. Era lei a guidare le sue sensazioni, i suoi istinti. Per la prima volta, forse, Giulia ballerina e Giulia persona si erano incontrate, capendo che insieme avrebbero potuto rendere di più. Non si sarebbero mai lasciate.
Canzone dopo canzone, sentiva qualche urlo, delle ragazze che urlavano il suo nome per congratularsi. "Fenomeno": così l'aveva definita Ocho, un fenomeno. Era raro trovare una ballerina che avesse tutto questo grande potere mediatico. Ringraziò falso per quelle parole, ma lui le rispose che solo una persona e una cosa avrebbe dovuto ringraziare: se stessa e il suo talento.
Sentirsi padroni di se stessi è bello, pensò mentre ballava. Sangio aveva davvero ragione, è una sensazione appagante. Quando ti senti padrone di te stesso automaticamente ti rendi conto poter fare tutto. Tanta paura di salire sul palco, tanto timore di non rendere per poi scoprire che era lei stessa la sua ancora di salvezza, la sua stessa forza, la sua stessa passione. Quando lo spettacolo terminò dopo due orette circa, Giulia aveva i piedi distrutti. Mille applausi per Alessandra Amoroso, che ringraziò tutti i ballerini, chiamandoli per nome. Al pronunciare "Giulia" tutti applaudirono fortissimo, facendo addirittura dei cori. Era entrata nel cuore della gente perché Giulia era, è e sarà sempre così: come la vedi, trasparente e limpida con tutti, pura.
Quando terminò andò nei camerini e tutti si abbracciarono tra loro. Avrebbero dovuto fare delle interviste ai ballerini, quindi non raggiunse subito tutti i cari che la stavano aspettando. Quando terminò tutto, mise le scarpe da ginnastica, prese il borsone e uscì. Si salutò con tutti, ringraziandoli ma non in maniera definitiva, anche perché l'indomani ci sarebbe stata la seconda e ultima tappa, visto che ne erano due.
Vide la mamma e il papà e gli corse incontro, stringendoli in un unico abbraccio.
"Brava giugiu" la madre le diede una rosa, aggiustandole i ciuffetti di capelli fuori usciti dalla coda per poi darle un bacio sulla fronte. Guardò il padre, con gli occhi lucidi.
"Abbello"
"Brava giuliè" si limitò a dirgli, ma i suoi occhi, come quelli della mamma valevano più di mille parole.
Abbracciò Chiara, che le raccontò di essersi emozionata molto. Era quello che sognavano fin da piccole.
"Un giorno capiterà anche a te, e io sarò in prima fila a farti il tifo".
Gli insegnanti e la direttora si congratularono molto con lei, ai quali Giulia non potè far altro che ripetere che il merito era tutto loro, loro che avevano sempre creduto in lei esortandola a non mollare mai.
C'erano anche i genitori di sangio, con il fratello e la compagna di lui e la sorella e il compagno di lei. Giulia li aveva conosciuti qualche settimana fa a cena, delle persone davvero speciali. Soprattutto con il fratello di sangio, chiamato "Abe", aveva un bel rapporto. Fin da subito le avevano riservato una calorosa accoglienza e lei non poté far altro che esserne contenta.
"Arriva...eccolo! Dietro di te"
Giulia si girò e vide lui, bello come sempre, avvicinarsi a lei.
"Tutto bene?"
Lui le sorrise e l'abbracciò forte.
"Sei stata bravissima"
non volevano staccarsi da quell'abbraccio, dimenticandosi che attorno a loro c'erano delle persone a fissarli.
"Giulia!" la ragazza riconobbe immediatamente la voce.
"Ehi ma c'è anche mind of!"
Appena lo vide gli corse incontro e si abbracciarono. A Sam Giulia doveva veramente tanto. Una di quelle persone che incontri totalmente per caso, con cui pensi di non avere nulla in comune ma in realtà dietro condividete numerosi bagagli di esperienze.
"Sei stata bravissima, non ti ho raggiunto prima perché fuori c'è un mucchio di gente"
"Ci siamo anche noi!"
Giulia spostò lo sguardo e vide Martina, Raffaele, Deddy e Aka venire verso di lei.
Tutti l'abbracciarono e si congratularono. Martina le aveva presentato Raffaele qualche settimana prima del concerto, una persona davvero molto simpatica. Giulia si scambiò un'occhiata con Aka e scoppiarono a ridere.
"Sarei scappato a gambe levate, ma ho visto tutto il concerto solo per te sappilo"
Giulia rise e lo abbracciò forte.
Deddy, intanto, si guardava qua e là, incerto se andare o meno a salutare Chiara. Si erano lasciati da una settimana, e non erano rimasti in buoni rapporti. Un vero peccato.
"Dai andiamo tutti a festeggiare!" urlò sangio, prendendo Giulia per mano.
"Oh mà, ma zia e nonna?"
"Erano più dietro, ci staranno aspettando sicuramente fuori. Tranquilla giu"
In quell'istante capì che non poteva e non doveva mai sentirsi sola: c'erano molte persone al suo fianco che le volevano un mondo di bene, molte persone che credevano in lei.
Mangiarono tutti insieme una buona pizza in un ristorante appartato dal resto del caos della città. A fine serata, sangio portò con sé Giulia a Sant'Angelo, volendo restare un po' solo con lei.
"Allora? Come stai, ancora non me lo hai detto"
"E sto bene. Sono felice, finalmente"
"Vedi che i sogni si avverano?"
"Mi hai insegnato a non smettere di farlo, e ti dirò per sempre grazie"
"Beh allora prego, felice di averlo fatto"
"Te quiero" gli disse sotto voce la ragazza, nascondendosi la bocca con le mani ai lati.
"Ti amo" mimò lui con le labbra.
"Prima ti sei allontanato, eri a telefono"
"Quando?"
"Prima, mentre gli altri si congratulavano. Sei tornato tutto contento. Una bella notizia in arrivo?"
"Parliamone domani"
"Perché domani?"
"Oggi è il tuo giorno, la tua serata"
"E il concerto sta anche domani"
"Allora ne parleremo tra qualche giorno"
"Ma sei cretino?! E dai dimmelo ti prego, lo sai che so curiosa" rise lei, scompigliandogli i capelli.
"Mi ha chiamato Ocho. Mi ha dato due notizie che...devastante, uao"
"E dimmele!!"
"È confermato: tra tre mesi parto per il mio tour. I live Giulia, capisci?!"
"Ma serio?!" urlò la ragazza. Lui annuì e lei lo abbracciò forte, non staccandosi da quelle braccia per un bel po'.
"E c'è un'altra cosa: devo registrare il video clip di malibu e vorrei che tu prendessi parte a questo progetto. Vorrei che le nostri arti si unissero Giulia"
La ragazza saltò qua e là, tutta emozionata, ridendo e quasi piangendo al tempo stesso. Sembravano letteralmente due bambini, felici e spensierati come non mai. Tant'è che presero anche un monopattino elettrico, con Giulia alla guida, una guida a dir poco spericolata. Risero un sacco, sangio aveva quasi mal di pancia dalle troppe risate che faceva. Si sentiva bene, libero, leggero. Perché con Giulia era così, ti sentivi sempre sulle giostre con lei.
Scesero, posarono il monopattino e incontrarono delle fan con cui scambiarono quattro chiacchiere e si fecero dei selfie insieme.
Poi si fermarono per un po' a guardare il Tevere e tutta la città illuminata. Improvvisamente sangio prese Giulia e l'abbracciò. La ragazza chiuse gli occhi e in quel momento fece caso a una cosa: quando abbracciava sangio era diverso. Con lui chiudeva sempre gli occhi, un gesto istintivo ma che diceva tanto. Lei con lui si sentiva al sicuro, tra le sue braccia respirava anche meglio.
Avete presente quando i bambini non riescono ad addormentarsi tra le braccia di uno sconosciuto, ma solo tra le braccia di una persona che sta a loro molto a cuore? Una persona che conoscono bene e di cui si fidano, insomma.
Ed era così anche per lei: Giulia riusciva a calmarsi, a chiudere gli occhi solo tra le sue braccia. Si sentiva protetta. Si sentiva felice.
Sangio le accarezzava sempre il capo, i capelli. Voleva proteggerla dal mondo di merda in cui si trovavano, non voleva che si spezzasse da un momento all'altro. Era felice, i suoi sogni stavano prendendo forma e aveva al suo fianco una persona che per lui avrebbe fatto di tutto. Era leggero, stava finalmente bene.
Stavano finalmente bene.

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