Capitolo dieci. Lady

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Purezza. Era quello che pensava mentre la guardava dalle vetrate.
Giulia era in sala a registrare per un progetto, ballando sulle note di "I'm kissing you". Aveva invitato Sangio dopo che lui insistette parecchio, sia per la curiosità sia per paura che potesse avere nuovamente un attacco di panico.
Finita la coreografia, si trattenne per qualche secondo e dopo uscì seguita da Chiara. Andò incontro a Sangio e si abbracciarono.
"Sei stata veramente brava"
"Grazie"
Chiara li guardava soddisfatta e qualche secondo dopo tossì, per ricordare loro della sua presenza.
Giulia scoppio a ridere e abbracciò Chiara, super entusiasta di come fosse andata anche per l'amica.
"Che dite se andiamo a prenderci un gelato? Offro io"
"Mi tocca rifiutare, purtroppo dopo ho una visita oculistica"
Chiara diede un bacio a Giulia, salutò Sangio con la mano e si voltò, lasciandoli soli.
"Ok, aspettami qui. Vado a cambiarmi"
Sangio mentre camminava avanti e indietro durante l'attesa, vide Deddy. Deddy?!
Si nascose dietro un pilastro, non volendosi far vedere. Che ci faceva lì Deddy?!
Poco dopo vide Chiara avvicinarsi a lui. Si scambiarono un bacio veloce e subito se ne andarono, lasciando l'accademia per mano.
Sangio non potè credere ai suoi occhi: perché Deddy non gliene aveva parlato? Chissà se Giulia lo sapeva...
passarono svariati minuti e Giulia lo raggiunse mentre si stava aggiustando lo chignon.
"Non ho tanta fame. Che dici se invece ti porto in un altro dei miei posti?"
"Sicura che non hai fame?"
"Si. Mangerò per strada un pacchetto di cracker, tranquillo"
Salirono in macchina e Giulia gli indicò la strada per Ostia. Ci misero un po' per arrivare e durante tutto il tragitto cantarono a squarciagola "Guccy bag" un'infinità di volte.
Dopo aver parcheggiato Giulia prese la sua mano e iniziò a correre verso la riva.
Con i capelli al vento, mentre correva mano nella mano con Sangio si sentiva bene. Per la prima volta poteva dirsi soddisfatta di tutto ciò che aveva: amici, salute, famiglia e amore, non solo per la danza.
Comprarono un aquilone e risero tantissimo perché Sangio non era per niente capace a farlo volare. Dopo un po' ci provò Giulia e ci riuscì
"Guarda caso adesso si è alzato il vento. È solo fortuna la tua"
"Ma stai zitto"
La prese sulle spalle, come era solito fare, mentre si dirigeva sempre di più verso il mare.
"Ao bello mollami, che fai?"
"Un bagnetto?"
"Ma che sei cretino"
la poggiò sulla sabbia e si fissarono per qualche momento: era bellissima, con i ciuffetti fuori usciti dallo chignon e gli occhi pieni di gioia. Le accarezzo le guance e le diede un bacio. Quando si staccarono si tolsero le scarpe, per restare un po' più comodi sulla sabbia e iniziarono a rincorrersi, come due bambini. Poi Giulia iniziò a rincorrerlo in punta di piedi. Era bizzarra e Sangio sembrava divertito nel vederla rincorrerlo in quel modo.
"Così come sei entrata nella mia vita eh!?"
"Ah?!"
subito si fermò, non capendo il senso di quella frase.
"Riassume un po' la nostra storia. Il nostro è stato un incontro un po' caotico, ma poi piano piano con delicatezza, in punta di piedi, ti sei fatta strada per avere un posto dentro di me"
la cosa che sorprese Giulia fu il suo tono di voce: per nulla sdolcinato, tantomeno imbarazzato. Serio fino all'ultima parola.
Scoppiò a ridere si sciolse i capelli e gli andò incontro. Lui la prese in braccio e risero.
Sangio proprio in quel momento pensò che non aveva mai riso così tanto come con Giulia. Quella ragazza gli faceva del bene pur non accorgendosene.
Presero una pizza e la mangiarono in spiaggia, parlando della maturità e del futuro di Sangio. Le disse che c'era un nuovo pezzo in arrivo, ma non volle dirle di più e Giulia un po' ci rimase male, ma subito si consolò quando lui si stese sulle sue gambe per farsi accarezzare il capo, o meglio i capelli. Si rilassava sempre quando Giulia lo faceva.
Dopo un'ora Sangio riaccompagnò Giulia a casa. Arrivati, si tolse la cintura per avvicinarsi per baciarla, ma venne fermato dallo squillo del suo cellulare.
"Ma'"
Era la mamma. Giulia si imbarazzò e diventò rossa, pensando al fatto che ancora non conosceva i suoi genitori e non sapeva neppure se Sangio avesse parlato loro di lei.
"Cazzo. Va be, trovo una soluzione dai, un bacio cia ciao"
"Che succede?"
"I miei sono a cena fuori e fanno tardi e non ho le chiavi."
"Non puoi andarle a prendere?"
"È lontano il posto, e non ho parecchia benzina"
Era tutta una scusa. Avrebbe potuto raggiungere tranquillamente i genitori, ma aveva ancora voglia di stare con Giulia e di fare un giro in macchina, portarla a in giro a prendere-
"Ok, allora vuoi salire da me? Semmai dormi anche"
"Ah?!"
"Dico, se vuoi puoi restare a dormire"
Cazzo, non era quello l'obiettivo.
"Potremmo trattenerci ancora un po' in giro"
"C'hai vergogna di salire?"
Giulia scoppiò a ridere: era visibilmente in imbarazzo, forse non si aspettava una proposta del genere pensò.
"No macché. Va bene saliamo, daje daje"
Giulia scoppiò a ridere e scesero dalla macchina.
Salirono le scale e Giulia continuava a ridere, perché vedeva Sangio visibilmente intimorito: non lo aveva mai visto così.
Bussò alla porta e ad aprire fu il padre.
Guardò Giulia sorridente, fin quando spostò lo sguardo verso sinistra e vide anche Sangio. Il sorriso subito scomparve e si fece leggermente più serio.
"Buonasera"
"Salve"
Entrarono in casa e Giulia fece le presentazioni. Il padre strinse la mano di Sangiovanni abbastanza forte e Giulia scoppiò a ridere per quella reazione.
"Ehi vine aquí"
La ballerina si rivolse alla mamma, seduta sul divano a leggere una rivista.
Salutò Sangio calorosamente, chiedendogli se gradisse un bicchiere di acqua o un succo, ma lui cordialmente rifiutò.
"Se per voi non è un problema Sangio dorme qua"
"Sangiovanni?" fece il padre
"Giovanni. Sangiovanni è il mio nome d'arte"
Il padre gli sorrise e andò a sedersi sul divano
"Certo, nessun problema"
La madre sorrise ad entrambi e li salutò, augurandogli una buonanotte.
Giunti in camera di Giulia, la ballerina posò il borsone dietro l'armadio mentre Sangio si osservava attorno. Era una cameretta molto graziosa. Si avvicinò a una mensola, sopra la quale vi erano poste delle medaglie e le foto di Giulia da piccola quando ballava.
"Tuo padre è un simpaticone"
Giulia scoppiò a ridere, pensando alla scena di qualche secondo fa.
"Solo un po' geloso"
Mentre Giulia si stava facendo la doccia, Sangio ne approfittò per contattare Deddy, chiedendogli se avrebbero potuto parlare appena possibile: era deciso a scoprire qualcosa in più.
Dopo una decina di minuti Giulia tornò in pigiama e con i capelli raccolti in un codino.
Diede a Sangio un pigiama del padre e delle asciugamano per lavarsi.
Quando tornò in camera Giulia scoppiò a ridere a quella vista, rotolandosi sul letto perché il pigiama del padre gli stava due volte largo. Si buttò sul letto e le fece il solletico, per farla ridere ancora di più.
Si misero al letto, chiacchierarono un po' e poi si addormentarono abbracciati.
Domenica mattina Sangio si svegliò con i capelli di Giulia in faccia.
Le diede un bacio e lei subito si svegliò.
"Stamattina vieni in studio con me. Voglio farti sentire una cosa"
Si alzarono, fecero colazione e si lavarono. Ci misero un po' più del dovuto perché Giulia dovette anche lavarsi i capelli e convinse Sangio ad asciugarglieli.
Arrivati in macchina, prima di partire, Sangio si accorse che Deddy gli aveva chiesto di vedersi nel pomeriggio. Gli rispose subito di si e mise in moto l'auto.
Arrivati in studio andarono nella sala discografica. Sangio entrò nella saletta dove registrava e Giulia si sedette davanti a lui, mettendosi le cuffie.
"Ma che devo fa devo cliccà qualcosa?"
Lui alzò il pollice all'insù e Giulia guardò in basso. C'erano un sacco di tasti, non sapeva quale cliccare così gli fece cenno di avvicinarsi, ridendo.
Lui sbuffò con fare divertito, uscì, cliccò un tasto "a caso", a detta di Giulia, e rientrò nella saletta.
"Questa è Lady"
Partì un bel beat orecchiabile. Giulia guardava Sangio e sorrideva.
Poi iniziò a cantare. Già dalle prime strofe Giulia era imbarazzata: ma stava parlando di lei? Di loro due?
Parola dopo parola, frase dopo frase, si convinse sempre di più: era la loro storia; si rispecchiava in ogni singolo pensiero e dopo un po' iniziò anche a ballarla. Non poteva crederci, aveva scritto una canzone per lei. Menomale che era sfigata, pensò.
Quando finì gli fece un grande applauso scattando in piedi. Lui uscì e andò da lei.
"Ti piace?"
"Si, ma..."
"Ma cosa"
indicò con il dito se stessa e scoppiò a ridere, nascondendosi il viso tra le mani.
Lui le scompigliò i capelli e la baciò: non c'era bisogno di alcuna conferma in realtà, Giulia aveva già capito tutto. Dalla prima parola, dalla prima strofa aveva intuito. E c'aveva preso.
"Ma quindi cupido l'ha lanciata sta freccia?"
si staccò dall'abbraccio e lui rise, stampandole un bacio in fronte.
Erano entrambi felici. Ci aveva messo tanto impegno, non aveva mai scritto una canzone per una ragazza. Ma Giulia non era una qualunque. Giulia era speciale.

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