* Chapter Fourteen *

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Jimin Pov

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Jimin Pov

Non eravamo arrivati a nessuna conclusione con i fratelli, nemmeno Junho con le sue conoscenze aveva trovato qualcosa di concreto, pareva non esistessero quei due e più il tempo passava più sembrava che volessero dividere me da mio marito. Jungkook non mi diceva molto di quel JB e non ne capivo il motivo, a differenza mia che gli raccontavo ogni qual volta quel Taeyong si avvicinava più del dovuto ma la mia priorità era scoprire qualcosa, qualsiasi essa sia stata. Perché ho la brutta sensazione che non ci piacerà? Perché sarà esattamente così, non ci sarebbe mai stato niente di buono in due ragazzi notevolmente addestrati, che entravano nelle file di segugi e che avevano preso di mira quelli che dovevano essere i loro capi. E quella mattina mi venne solo un'ultima, quasi, speranza; la stessa che avevo usato per Taehyung e che era servita a capire di chi fosse davvero figlio. Ringhiai al solo pensiero di quella puttana, nonostante il mio avvicinamento con Yoongi, lui si era tenuto dietro le quinte e sapevo che non fosse per via del suo uomo; anzi non ero nemmeno più sicuro che lo fosse ancora. Yoongi poteva nascondermi ogni cosa ma non il suo stato d'animo e con il tempo parve anche peggiorare; evidentemente non era riuscito a passar sopra al suo essere un troia degna di tale nome. O semplicemente non si amano come ci amiamo noi. Saremmo sempre stati differenti da loro, da tutti a mio avviso, io e Jungkook avevamo qualcosa che nessuno aveva ed era stata quella a tenerci uniti nonostante i mille ostacoli che provavano a separarci. Ma se davvero Yoongi non era più legato a quella merda, sarei riuscito a scovare anche lui e l'avrei dato in pasto al mio vuoto. Sto aspettando impaziente. Disse chiaro mentre ancora giocava con le ossa di quella cagna. - Anche oggi dobbiamo andare in magazzino giusto? - anche se ci speravo. Avevo un piano nella testa e quella volta non avrei detto nulla a mio marito, non mi avrebbe permesso di avvicinarmi così tanto se gli avessi spiegato tutto; ed era necessario che io fossi quasi ad un soffio da quel Taeyong per poter prendere il suo sangue e analizzarlo. Ma se le mie ipotesi erano esatte, non avrebbe avuto il tempo di esalare il suo ultimo respiro. Nessuno dei due fratelli.

Jungkook Pov

In quel periodo eravamo arrivati in una situazione di stallo in cui, anche se la gang stava prendendo sempre più potere e gli uomini scelti stavano migliorando, mi sembrava di essermi fermato da qualche parte. JB e Tae sembravano non dare problemi agli altri, seguivano le regole o almeno Taeyong lo faceva per quel che mi raccontava Jimin. Non ero felice di quei tentativi di avvicinarsi al mio rosa in quel modo ma si trattavano perlopiù di piccoli scontri, diversamente da JB che seguiva alla lettera ogni comando e direttiva senza entrare nel mio spazio personale, se non ero io a farlo ma il suo astio per San non era diminuito, al contrario, sembrava facesse a gara con lui per avere le mie attenzioni e spesso dovevo intervenire per dividerli. Se non fosse stato per il fatto che quei due fratelli fossero usciti dal nulla con una preparazione più che buona, sarebbero potuti divenire dei buoni alleati ma lo sapevamo come funzionava quel mondo. Non potevamo certo prenderci il lusso di fidarci di chiunque quando a malapena ci potevamo fidare di noi stessi e ringraziai la presenza di Jimin o sarei stato totalmente allo sbando in quella situazione. - Mmm... sì amore ma ti raggiungo dopo... avevo promesso a San che sarebbe venuto con te, è un problema? - risposi dalla stanza, mettendo in ordine le varie armi, avevo deciso di optare per due semplici pugnali ed una piccola sputa fuoco per quei lavoretti che Namjoon mi aveva affidato. Nulla di grave, semplici piccole sommosse sui confini a Sud ma mi avrebbero tenuto occupato per un paio d'ore e sospirai, non avrei voluto lasciar andare Jimin da solo non dopo la certezza che quel Tae mirava a lui ed in un modo che non non lasciava spazio all'immaginazione. - Ho degli affari da sbrigare per Nam... - continuai raggiungendolo in bagno, dove si stava sistemando i capelli. - Non ci metto molto ma ti prego... almeno oggi... stagli lontano... - il fatto di dover fare buon viso a cattivo gioco mi rendeva instabile, sapere che Tae lo guardava con desiderio mi faceva ingelosire come non mai, portandomi ad essere più possessivo nei confronti di Jimin ed anche più nervoso. Abbracciai il mio amore da dietro, posando le labbra sulla sua spalla per poi lasciare una lieve e breve scia fino vicino alla mandibola dove morsi di poco, lasciando poi un bel marchio viola. Era diventata quasi un'abitudine da parte mia e lui me lo faceva fare anche se non mi aveva mai detto se gli facesse piacere o meno; continuai quella scia fino al lobo per poi mordicchiarlo - San ti aspetta... - dissi lasciando la presa sui suoi fianchi senza distogliere lo sguardo dalla sua figura riflessa nello specchio e arricciai di poco le labbra perché sembrava nervoso tanto quanto me o forse di più in quella situazione del cazzo.

Sembrava che il destino volesse giocare ancora con noi, il mio amore non sarebbe venuto se non dopo aver sbrigato cose che richiedevano la sua particolare attenzione e, se da un lato ero contento perché almeno avrei potuto fare ciò che mi ero prefissato, dall'altro odiavo separarmi da lui. - Odio quando dobbiamo fare qualcosa divisi. - odiavo fare tutto senza il mio amore. Ma sapevamo che una volta tornati insieme sarebbe stato ancora più bello ed era proprio quel legame che ci univa di più. Odiavo anche dovergli mentire in qualche modo, o comunque omettere quello che la mia testa frullava e macinava; ci incatenerebbe al letto. Ne ero più che conscio per questo feci finta di niente senza davvero rispondere a quella sua richiesta. Chiusi gli occhi quando sentii le sue braccia attorno a me, sentendomi protetto ma era come se le sentisse svanire; vedevo la figura di mio marito venirmi strappata via e anche nei miei sogni qualcuno non definibile mi trascinava lontano. Aprii di scatto gli occhi portandomi alla realtà, ai suoi occhi nei miei, alle sue labbra portatrici di lussuria e amore; lasciando che i suoi gesti allontanassero quella paura che si era insinuata in me dalla presenza di quei due. La colpa è di quel peloso pazzo. Il mio vuoto aveva preso l'abitudine di parlare lasciando la sua stanza senza però essere invadente, come se entrambi avevamo trovato quell'equilibrio per poter vivere insieme. Serrai la mascella quando si allontanò vedendo in lui la stessa preoccupazione nei suoi occhi e voltandomi verso mio marito, presi il suo viso tra quelle mani sempre troppo piccole ed alzando la punta dei piedi posai le labbra sulle sue; odorai il suo profumo a senza distogliere lo sguardo dal suo: - Io aspetterò te invece. Non lasciarmi solo... per troppo tempo... - aggiunsi poco dopo. Sospirai e allontanandomi, finii di prepararmi per andare a prendere quel piccoletto che mi avrebbe fatto impazzire, già lo sapevo.

Per troppo tempo.... Non lo avrei mai fatto, non avrei mai lasciato il mio universo né con il cuore né con la mente. - Farò presto... - e nel dirlo, gli sorrisi lasciando che finisse mentre mi dirigevo verso il garage senza dimenticare di prendere anche il cellulare. Solitamente non lo facevo perché odiavo quel piccolo aggeggio ma mi permetteva di poter contattare facilmente Jimin senza impazzire e, sentire la sua voce quando eravamo divisi, così come potevo vedere quella nostra foto il giorno in cui mi chiese di sposarlo e che avevo impostato come sfondo. Prima di mettere in moto però decisi di ritornare da lui per un altro bacio al volo quasi non riuscissi a fare a meno di lui ed il suo sguardo era tra il perplesso ed il curioso. - Sh... solo un altro bacio... - gli dissi continuando a lasciarglieli per poi con sforzo staccarmi ed andare a fare ciò che Namjoon aveva richiesto; ero più che intenzionato a smuovere le acque in quei distretti pur di avere ciò che volevo velocemente. Avevo ricevuto richiesta anche di non esagerare ma volevo pure sfogare quella sensazione di pesantezza in qualche modo e, veloce, spinsi la moto al massimo tra quelle vie. Voglio tornare da Jimin... Anche io lo volevo ed in quel periodo sembrava quasi essere di vitale importanza, per entrambi, tanto da tenerci stretti anche la notte, quando mi chiamava tra i suoi sogni e non potevo far altro che accarezzarlo e baciarlo lievemente stringendolo a me perché sembrava non sentirmi. Anche il tipo arcobaleno è silenzioso... Ed Il demone in me aveva ragione, era silenzioso e sapevo che non era mai un buon segno.

Sorrisi quando lo vidi tornare da me e se avessi potuto lo avrei attaccato con le manette così non andava via e la smettevo di sentirmi così male. Sospirai pesantemente prendendo la via della dependance, magari la presenza di San mi avrebbe aiutato a non pensare troppo e quasi fui felice di passare quel breve tempo in sua compagnia. Più che altro sperai di non arrivare e interrompere qualcosa che non volevo vedere e sentire. Ti da fastidio? Perché dovrebbe? Il piccoletto è diventato altro per me, non avevo più nemmeno quei piccoli sentimenti che mi legavano a lui. Ciò non toglie che lo vuoi comunque nella tua vita. E allora? Mi faceva bene, magari non era lo stesso per lui o forse sì considerando quello che aveva con Junho ma era vero, non riuscivo a stare lontano da lui; altrimenti non l'avrei fatto trasferire vicino casa nostra. Sei strano. Sorrisi a quella cretina che rompeva le palle ogni due per tre, perché se non c'era orsetto a farlo, lei lo sostituiva egregiamente. Il che mi portò a chiedermi cosa avesse quel piccolo peloso da rendermi così instabile. Non lo vuole dire nemmeno a noi, continua a ripetere solo il suo nome. Corrugai la fronte e capii che i miei incubi erano causati da lui. Una volta arrivato bussai alla porta di quella piccola casetta che era diventata la loro e ne ero felice, felice di aver potuto dare ad entrambi una stabilità che meritavano più di chiunque altro. Non ebbi il tempo di vedere la porta aprirsi che una chioma chiara e quella voce squillante mi saltarono addosso tanto da non riuscire a puntare i piedi e cadere indietro con lui addosso a me. Una delle sue gambe era tra le mie mentre l'altra era arrivata al fianco, ci guardammo per un attimo con gli occhi spalancati ma quella sorpresa iniziale venne sostituita da una risata idiota da parte di entrambi: - Sei un cretino San, lasciatelo dire. - Ma continui a tenerlo stretto...

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