"Se mi è possibile ridere con te, di te e per te allora mi è impossibile non amarti. Offrimi il tuo miglior sorriso ora e sempre e ti riserverò la mia complicità, la mia lealtà, il mio rispetto, la mia comprensione, il mio sostegno, il mio mistero...
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Jimin Pov
Gli avrei sempre dato tutto, ogni cosa avesse chiesto, avrei mosso mari e monti per soddisfare ogni sua richiesta, capriccio, desiderio e voglia. Ed anche a letto era così, lasciando che muovesse il mio corpo come più preferiva ed ancora una volta, le nostre voci si incrociarono quando toccammo le porte di quel nostro paradiso. Sarebbe sempre stato diverso, meraviglioso e nuovo; nonostante ormai conoscessimo tutto di noi e di cosa più ci piaceva. Una volta sdraiati uno accanto all'altro, mi avvinghiai di nuovo a Jungkook, incrociando le nostre gambe e affondando il viso nel mio posto preferito. - Non voglio andare da nessuna parte amore... - non mi sarei mosso nemmeno per andare la bagno. Mi sarei attaccato al suo corpo come un koala, stretto e senza lasciare che la sua pelle si staccasse dalla mia. - Sono esattamente dove voglio essere. - continuai chiudendo gli occhi e ascoltando il suono del suo battito cardiaco. Avevo bisogno di capire se anche lui sentisse quello che sentivo io, anche se significava interrompere quel momento; sentivo la necessità di chiedere al mio amore se ero ancora capace di leggerlo. - Jungkook... - ma mi fermai. Se fosse stata presente mi avrebbe detto che avrei dovuto essere più coraggioso ma la sua voce non c'era se non il piccolo sentore della sua presenza. - Dimmi cosa senti... - ma non era esattamente quello che volevo chiedere e non seppi perché non riuscii a dire quello che davvero avrei voluto. Sospirai sommessamente aspettando che rispondesse comunque.
Jungkook Pov
Sapevo c'era qualcosa che turbava il mio amore, lo sentivo chiaramente e forse era la stessa cosa che tormentava anche me ma che, alla quale, cercavo di non dar peso pensando fossero solo paranoie le mie. - Io... non lo so... so solo che ho un peso dentro... e che non fa altro che aumentare ogni volta che sei lontano da me... - perché non dici semplicemente che sei geloso di quel Taeyong ed hai paura che te lo porti via?.... Non era così semplice, era diverso dalla gelosia, era un peso che non dipendeva da me o da Jimin come se la vita avesse nuovamente scommesso su di noi andandoci contro. - Dal matrimonio ogni cosa è andata bene... come volevamo, come abbiamo sempre sognato. Abbiamo vissuto in pace ma... - mi bloccai non volendoci pensare e lo strinsi ancor di più a me. Non volevo che certi pensieri turbassero ancor di più il mio universo. - Non importa, sei tra le mie braccia ora quindi va tutto come dovrebbe... - aggiunsi, lasciandogli un bacio sui capelli ma dovevo ancora capire cosa avesse Jimin in quella sua testolina anche se non sembrava tanto propenso a parlarne e sospirai piano. - E tu... cosa senti... - chiesi lasciando la mano scorrere sulla sua schiena, su e giù, lasciando che quel contatto mi desse la tranquillità di cui avevo bisogno.
Aveva ragione, dal matrimonio ma anche prima di arrivare al fatidico giorno, tutto sembrò allinearsi nella giusta posizione a parte quei piccoli e stupidi battibecchi; avevamo comunque raggiunto quella pace per cui avevamo lottato con il sangue e con i denti. - Ma da quando sono arrivati quei due sembra che quella pace sia stata toccata... - dissi rispondendo in qualche modo alla sua domanda. Mi sistemai meglio, senza lasciare che il mio viso si spostasse da quella posizione: - Sento che loro, o chi per loro, in qualche modo ci separeranno. È chiaro che siamo il loro obiettivo e non capisco il perché... - i miei pensieri si fecero ancora più chiari e sempre gli stessi. Ma non volevo credere che potesse fare una cosa del genere, arrivare a tanto anche ma dovevo aspettarmi di tutto; potevo dirglielo? Mi avrebbe preso sicuramente per pazzo: - Il DNA ci dirà chi sono realmente e se ho ragione, se i miei incubi saranno ancora una volta un preavviso di quello che accadrà... - ma dovetti fermarmi. La voce venne meno e quelle immagini si susseguirono in loop, quasi a non volermi far dimenticare cosa dicessero. Gemetti piano, infastidito da tutto forse anche da me stesso, concentrandomi sulle mani di mio marito; sul suo respiro, sulle attenzioni che mi stava dando.