* Chapter Ten *

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Junho Pov

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Junho Pov

San dormiva beato nel lettone, con le gambe divaricate e le braccia a formare una x, lo faceva anche durante la notte ma lo lasciavo fare perché senza il suo calore non riuscivo a dormire. Soprattutto in quell'ultimo periodo, da quando quei due ragazzi erano arrivati al magazzino, soprattutto e la più importante di tutti, la sensazione di pericolo dopo quello che mi aveva raccontato il mio piccolo amore. Io stesso a casa avevo visto quel ciuffo tagliato male, già solo il fatto che San si fosse fatto qualcosa non mi era andata a genio. Ma nonostante cercassi informazioni su informazioni non avevo trovato nulla, era come se quei due non esistessero negli archivi di Seul; nemmeno il mio informatore era riuscito a trovare qualcosa di concreto. Pur sapendo che anche Jimin aveva fatto già le sue ricerche, mandai comunque un sms con il poco che ero riuscito a racimolare; il fatto che entrambi i fratelli non si aspettavano la nostra presenza, non era un bene soprattutto per il mio San. Nessuno doveva toccarlo, nemmeno per far leva su Jungkook o Jimin ed odiai il fatto di non essere stato lì con lui a proteggerlo; non che ne avesse bisogno, sapevo le capacità di quel piccoletto. Il problema era il mio sentimento nei suoi confronti, la costante paura di poterlo perdere e di conseguenza il desiderio sfrenato di proteggerlo, anche da se stesso. La colazione era già pronta ma quel mangia sonno non ne voleva sapere di svegliarsi, andai in camera guardandolo, era sempre nella stessa posizione. Come faceva? Scossi la testa e avvicinandomi, cominciai a baciare piano le sue labbra; lo vidi muoversi e mugolare qualcosa ma continuò a dormire. Sorrisi e passando la lingua sul suo labbro superiore, seguii la linea della mandibola per poi arrivare al suo orecchio: - Ci sono i cupcake al cioccolato fondente. - sussurrai, mordendo piano il lobo del suo orecchio. Uscii prima che aprisse gli occhi, andando a preparare le ultime cose da mettere sul tavolo.

San Pov

Il mio umore sembrava essere totalmente cambiato da quando Kookie e Jimin Hyung avevano accettato quei due nel magazzino e non capii perché lo fecero. A dire il vero in parte lo comprendevo ma non lo accettavo e, se inizialmente ero sovraeccitato per l'incontro con l'uomo con la falce, dall'altro lato, quando il mio sguardo incontrò il suo capii subito che andava eliminato. Junho aveva provato a capire cosa fosse successo ma non ne venni a capo nemmeno io, restò il fatto che quel JB mi voleva fuori dai piedi e sorrisi a quel pensiero, perché sarei stato peggio di una spina nel fianco per lui. Non avrei mai lasciato il mio capo avvicinarsi più di tanto a lui e se questo voleva significare anche trafiggerlo con qualcuna delle mie lame l'avrei fatto. Avevo notato i suoi sguardi, il modo di studiarlo, di sorridergli anche e mi faceva venire il volta stomaco. Era una questione che mi tormentava e Junie lo aveva percepito perché, nonostante il miei sorrisi, sembrava che lui riuscisse a vedere oltre e fu una delle cose che più mi attirò di quel gigante buono ma quella mattina qualcosa mi disturbò, non capii cosa ma quando aprii gli occhi lui non c'era ma nell'aria c'era un profumo seducente di cupcake al cioccolato e, come richiamato, mi fiondai in sala pranzo senza nemmeno darmi un minimo di decoro; cosa che iniziai a fare da quando Junho mi aveva dichiarato il suo amore. - Ho fame... - dissi senza tanti complimenti, sedendomi e stropicciandomi gli occhi per guardare bene tutto quel ben di Dio che aveva preparato. Mi stiracchiai di poco, portando le braccia sopra la testa per far scattare le ossa delle spalle passando poi a quelle del collo puntando finalmente lo sguardo in quello dell'uomo con cui dividevo anche il letto. - Buongiorno Junie... - gli dissi piegando la testa di lato e sorridendogli mentre mi guardava con aria rassegnata, come se non mi fossi accorto di qualcosa e lo studiai mentre andavo a legarmi i capelli. Ormai non li sopportavo più, non dopo che quel bastardo aveva rovinato il mio bellissimo taglio ed il malumore tornò a farsi presente; così addentai il primo cupcake sotto tiro rischiando di bruciarmi perché ancora caldi ma ingoiai un boccone dopo l'altro perché erano deliziosi, i migliori che avessi mai mangiato.

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