* Chapter Five *

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JB Pov

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JB Pov

La vita procedeva senza intoppi, la storia ci aveva insegnato che la famiglia Kim era nata per dominare sulla malavita nel Sud Corea e gli equilibri sembravano essere stabiliti già molto prima della mia nascita ma, qualcosa, mutò. E fu lo stesso qualcosa che ci spinse ad agire. Il centro della malavita, il cuore pulsante, sembrava aver smesso di battere a Seoul perdendo il suo dominio ed in molti posammo lo sguardo su quell'impero decadente. Era risaputo che i Black e gli Shadow, in perenne guerra, erano ormai in una stasi pacifista ma le voci che giravano parlavano di enormi crepe all'interno di esse e avevano il nome di Jimin e Jungkook. Eravamo scettici inizialmente, nonostante le voci sempre più confermate, ma il mercato nero ci stava dando sempre più numeri positivi verso il nostro piccolo dominio e ricordo ancora il sorriso psicopatico di quel vecchio che ci riunì per una sua rivincita. - Quindi vorresti prenderti Seoul? - chiese Jonnhy seduto ad una di quelle poltrone in modo composto. - Sono un Kim e chi meglio di voi, della mia unica famiglia legittima erede al potere potrebbe farlo? Siamo nati per prenderci ogni cosa, abbiamo passato la vita lontani, come reietti ed ora abbiamo la possibilità di riscattarci... in fondo... non abbiamo nulla da perdere e poi sono più che consapevole delle vostre doti... - tante belle parole, quelle del signor Kim, tanto da allettare nostro fratello maggiore Taeyong e quella scelta ci ha portato qui e ora, a studiare quelle che sono le due organizzazioni più pericolose di Seoul e fu facile raggirare uno di quei vecchi cani di Namjoon per attirare quelli che, secondo tutti, erano il vero ostacolo. Mi trovai di fronte ai computer che trasmettevano le immagini del massacro attuato da parte di Jimin e Jungkook, mi ritrovai di fronte al loro gioco di squadra, al loro capirsi con uno sguardo, un gesto, alla freddezza di uno e alla passione nell'uccidere dell'altro e nemmeno i loro due compagni erano da meno. Non conoscevamo ancora i loro nomi ma non mi interessava, era Jungkook ad avermi incuriosito di più. - Finalmente qualcosa di interessante. - dissi, sentendo Jonnhy entrare nella stanza sorseggiando del tea nero come suo solito. - Dici? - non gli risposi, mentre con il mouse zummavo sul suo sorriso mentre faceva fuori qualcuno, o meglio lo lasciava agonizzante, e quello che mostrò guardando il suo compagno uccidere quel venduto senza spina dorsale. - Aspetta... ma sono sposati? Dai documenti non si capisce molto. - chiesi, tornando al tavolo con il fascicolo che Taeyong ci aveva fornito. - Non saprei, non credo sia importante... - sospirai lasciandolo correre. Erano poche le cose che davvero lo interessavano: se stesso, il buon gusto in ogni cosa e Bae. Diversamente da lui credevo fosse un dettaglio non di poco conto quello, specialmente per una persona come me cui, i dettagli, erano importanti. - Dove è Taeyong? Sono stanco di restare a guardare queste riprese... perché non può farlo Baekhyun? - dissi alzandomi da quella sedia e portandomi fuori da quella stanza scura. - Serio? Vuoi chiedere a Bae di annoiarsi? - mi chiese Jonnhy incredulo sapendo che, nostro fratello, non aveva poi tanto un buon temperamento quando si annoiava facendomi ridere per la paura che celava nei suoi occhi. - Hehe allora fallo tu. - e nel dirlo gli feci l'occhiolino chiudendomi poi la porta dietro.

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