"Se mi è possibile ridere con te, di te e per te allora mi è impossibile non amarti. Offrimi il tuo miglior sorriso ora e sempre e ti riserverò la mia complicità, la mia lealtà, il mio rispetto, la mia comprensione, il mio sostegno, il mio mistero...
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Junho Pov
Voleva che andassi piano ma il suo corpo diceva altro, così come quello sguardo che non smetteva di provocarmi ed io volevo vedere ogni cosa di San; come se ancora non mi avesse mostrato tutto di lui. - Non... cosa amore... - mentre ricominciavo a muovermi dentro di lui, lasciando comunque le dita lì dove le avevo insinuate. Mi mancava il respiro e vedevo quanto a lui sortisse lo stesso effetto ma il suo movimento si fermò per poi distendersi; dovetti togliere le dita così come la mano perché in quel modo mi venne difficile potermi muovere, almeno con le mani. Mi sistemai meglio, allargando le gambe per fare in modo che la sua schiena fosse totalmente appoggiata al letto; le mani si portarono sui suoi fianchi stretti e morbidi e, stringendo di poco, presi a muovermi nuovamente in lui. Quella posizione mi faceva sentire tutto e con estrema chiarezza, tanto da boccheggiare per quanto stretto fosse il mio San ma quello che fece dopo, mi fece scollegare totalmente. Si stava scopando la bocca con le sue dita, lo faceva talmente bene da riuscire a sentirlo anche sulla mia asta nonostante non l'avesse in bocca. - San... - più lui leccava più io spingevo. Più mi mostrava quella lingua più io aumentavo il ritmo dentro di lui. Più lui gemeva più io desideravo altro. Portai una mano sulla sua spalla e tenendolo ben saldo, feci in modo che ad ogni spinta le sue ossa sbattessero contro le mie. Aprii la bocca, gemendo di piacere per il tatto, per la vista, per l'udito; e se una mano lo teneva saldo colpendo il suo punto erogeno, l'altra prese quelle sue dita portandole dentro la mia. Leccai la sua saliva, senza lasciare che niente mi sfuggisse, socchiusi la bocca muovendo le sue dita fuori e dentro di essa spingendo con la lingua come avrei fatto sulla sua cappella. - Comandami San... - non lasciava equivoci quella frase. - Fammi vedere... - Volevo ci spingesse oltre i nostri limiti, che mi facesse vedere cosa nascondevano quegli occhi lucidi e pieni di libidine; il mio piccolo San che si era trasformato in puro desiderio sfrenato e carnale.
San Pov
Più leccavo più si spingeva più il mio corpo si inarcava a ritmo per sentire ogni suo colpo lì dove mi riempiva di scosse ogni terminazione, ma sembrava non bastargli ed un po' quel suo gemito all'inizio me lo fece intuire. Lasciai che si spingesse in me con quella foga, che si prendesse tutto quel piacere così come io godevo nel sentirlo e le mie dita vennero deliziato dal calore della sua lingua, portandomi inevitabilmente a portare la mia sulle labbra per poi mordere e sorrisi a quella richiesta. Il mio gigante aveva un lato che mi aveva sempre tenuto nascosto e piegando le ginocchia portai I piedi ad aderire al suo torace spingendolo via fino a farlo uscire non senza dolore e frustrazione. - Come Junie? Credo di non aver capito bene... - dissi mettendo su il musetto, sedendomi sul letto, vedendo quanto quello lo stesse destabilizzando ma non mi rispose. - Hai paura di chiedere Jun? - assottigliai lo sguardo sorridendo e quella parte che credevo sotterrata chissà dove tornò a farsi presente dopo avermi scavato e lacerato per poter uscire. - Voltati. - dissi secco tornando serio e non appena mi diede le spalle posai una mano sulla sua schiena facendo pressione e lui seguì i miei movimenti. - Sento il tuo respiro aumentare... - Aggiunsi, portando le mani ad accarezzare il suo bel sedere per poi spingermi in avanti iniziando a lasciare baci sulla schiena, feci si che quell'attesa lo ammattisse tanto quanto lui stava facendo con me in quella posizione. Scesi di poco fino a giungere alla base della schiena a con una lieve pressione dilatati ancor di più i suoi glutei mettendomi in mostra ogni suo essere. - Mmm... - mormorai, sentendomi pulsare a quella visione e con la punta della lingua scesi fin sulla sua entrata sentendolo muoversi di poco. - Non... muoverti... fai il bravo Jun... - sussurrai proprio lì, facendolo gemere di poco per poi passare la mia lingua assaporandolo ed inserendomi in lui. Dio se era stretto e nell'alzarmi andai a lasciare un rivolo di saliva, piano andai ad inserire un pollice in lui lasciando le dita a saggiare un gluteo e lo sentii irrigidirsi intorno ad esso. - Ho detto di non muoverti. - continuai basso andando a piegare il dito in lui tirandolo di poco. Un ansimo di dolore fuori uscì da lui così allentai la presa mentre con l'altra mano inserii un indice lentamente iniziando a muoverlo e più lo muovevo più lo sentivo rilassarsi di poco e non appena accadeva tiravo le dita in direzione opposta in modo da allentarlo. Continuai con questo gioco vedendo quanto si allargasse ad ogni giro finché non decisi di assaggiarlo nuovamente, lasciando la lingua libera di vagare dentro di lui, bagnandolo con la saliva e sentendolo pulsare mentre gli ansimi si facevano gemiti ed in quel momento usci ogni cosa per poi entrare con indice e medio spingendole fin dove ne avevo la possibilità in lui. - Abbi pazienza amore mio... a meno che tu sia impaziente... - aggiunsi giocoso. Portai la mano libera sulla sua intimità aiutandolo a rilassarsi in quel movimento ma la mia sete non faceva che crescere e quella pazienza ero io a perderla non sapendo quanto avrei resistito a quel calore. Lo penetrai per qualche minuto arrivando ad inserire anche il terzo dito, aumentando il ritmo dell'altra mano. Mossi le dita, le divaricai, giocai con la sua entrata mentre lui giocava con la mia mente con quella voce che aveva quasi paura di uscire e quando credetti fosse abbastanza preparato andai a lasciare altre gocce di saliva prima di posizionarmi. - Junho... dimmi se è troppo... - mi portai avanti con il busto mentre sentivo piano le sue pareti inglobarmi. Spingendomi in lui ad ogni pulsazione e fu stretto e caldo quel contatto che gemetti basso e la consapevolezza che si stava concedendo a me in quel modo mi fece mancare l'aria. Era dannatamente sexy e grande sotto di me ma al tempo stesso quella posizione lo rendeva così desiderabile da farmi mordere il labbro per non iniziare a spingermi in lui con tutto il desiderio che avevo. Aspettai un suo tacito segnale e, quando arrivò, mi portai quasi fuori per poi entrare secco sentendolo fremere di poco. Lo feci ancora ed ancora, mantenendo quel ritmo fin quando non alzò di poco il busto poggiando una mano alla testiera del letto. - Junho? - lo richiamai ma la mia sembrò più una supplica a causa di quelle sensazioni laceranti che il suo essere e la sua visione mi davano mentre tentavo di frenarmi in ogni modo.