* Chapter Sixteen *

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Jungkook Pov

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Jungkook Pov

San sembrava stranamente teso ma al tempo stesso interessato a quel l'idiota che gironzolava fin troppo vicino mio marito. - Mmm... non mi ascolti mai eh... - dissi basso unendo le nostre labbra quasi mi fosse mancato come ossigeno per poi staccarmi di poco, posando lo sguardo su quel Tae e aggrottai le sopracciglia a quel suo modo di pavoneggiarsi, sorridendo sbieco a come Jimin lo avesse beatamente ignorato ma non io. Avevo voglia di giocare con lui e tutti sapevano quanto fossi territoriale e possessivo: - Accompagna San amore mio, io ti raggiungo a breve... - e nel dirlo, mi spostai verso quel chihuahua dal pedigree. Più facevo un passo verso di lui più indietreggiava non volendo alcun contatto con me e ciò andava a mio favore. - Se trovo il tuo odore sul mio universo sappi che ti scuoierò e credimi... sarò bravo a tenerti in vita fin quando non avrai l'intero corpo in fiamme pregando di sentire quelle dell'inferno il prima possibile... - il tono era basso, quasi sibilante a pochi centimetri da lui e non appena quell'espressione di sfida si affacciò su quel suo faccino del cazzo, ci misi poco ad afferrargli il fianco inserendo in quella ferita il pollice per poi fare pressione, quel tanto da farlo quasi piegare in due e sorrisi a quel contatto. Era idilliaco sentire quel calore. - Non ritenerti fortunato...  è facile farsi marchiare da Jimin.... il difficile sta nel marchiarlo con la sua volontà... - e lo lasciai andare pulendomi il sangue dalla mano con la sua maglia. Lo lasciai lì, andando a raggiungere l'unico che davvero era degno di ogni mia attenzione.

Jimin Pov

Erano solo le labbra di Jungkook che avrei voluto sentire addosso, erano solo le sue mani che potevano permettersi di toccare il mio corpo specialmente particolari punti; come le mie ali. Ed era solo mio marito che poteva permettersi di stringermi il collo in quel modo; sentivo la necessità di farmi una doccia e togliere il suo odore dalla mia pelle. C'era qualcosa di estremamente sbagliato in lui, qualcosa che non mi piaceva e che mi faceva ricordare qualcuno a cui non volevo dare più peso. Arrivati davanti la dependance abbracciai San ancora una volta ringraziandolo di ogni cosa, soprattutto di starmi accanto; quando lasciai la macchina in garage di Jungkook ancora non c'era l'ombra. Saresti dovuto rimanere. Gli avrei chiesto anche io di andarsene e lui mi avrebbe lasciato da solo, eravamo fatti così soprattutto se qualcuno toccava ciò che ci apparteneva e quel Taeyong aveva sforato e anche di brutto. Andai nella stanza dei computer, presi il coltello con delicatezza e lo pulii del sangue di quel ragazzo; feci tutto ciò che dovevo fare e misi in moto i macchinari, avrebbero lavorato per me fino a darmi il codice genetico di quell'essere e una volta capito chi fosse gli avrei fatto saltare la testa. A lui e chi c'era dietro che muoveva i fili; mi dissi che doveva essere davvero troppo convinto delle sue idee per credere di infinocchiare me e mio marito. Me soprattutto, che ogni cosa la studiavo ancora prima di rendermene davvero conto; mi portai in bagno e togliendo i vestiti che avrei lavato dieci volte, entrai nella doccia facendo scorrere l'acqua sul mio corpo. Chiusi gli occhi alzando il viso verso il getto dell'acqua, in quel modo lo scorrere di quel liquido trasparente avrebbe attutito i rumori e mi avrebbe lasciato solo con i miei pensieri. Vogliamo Jungkook. Lo dissero tutti, compreso quel vuoto che se n'era tornato nella sua stanza, l'unico che sentii a malapena fu orsetto; piccolo ci sei? Ma non mi diede risposta ed aprii di scatto gli occhi rendendomi conto che il respiro mi si era accelerato: - Dove sei... - sussurrai corrugando la fronte.

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